“Siamo qui, in strada, per far capire alle istituzioni che quello che stanno facendo è proprio questo, mandarci in mezzo alla strada”. Gli studenti del Polo universitario di Trapani hanno cominciato da giorni da prepararsi al sit-in di ieri. Hanno protestato davanti Palazzo Riccio di Morana, sede dell’ex Provincia Regionale di Trapani. C’erano studenti, genitori, docenti. Per strada hanno letto, hanno fatto lezione, per far capire che l’intenzione è quella di continuare a studiare, qui, a Trapani, che il Polo non si tocca, come recita l’hashtag che da settimane rimbalza sul web. “Nelle scorse settimane abbiamo contattato gli organi competenti - dice Federica Spezia, presidente dell'Associazione Alfaomega che con la Unitrapani in queste settimane hanno organizzato la mobilitazione - anche il commissario straordinario dell'ex Provincia, Ignazio Tozzo. Abbiamo bisogno di 500 mila euro entro pochi giorni per poter pagare gli stipendi e proseguire con le lezioni. Se questi soldi non dovessero arrivare il polo in pochi mesi chiuderebbe, non sono previsti i soldi per le attività didattica. Studiamo per strada perchè è dove ci stanno mandando. Gli studenti del Polo non potranno andare altrove a studiare, non se lo possono permettere e sarebbero costretti ad abbandonare gli studi se dovesse chiudere il polo”.
L’ex Provincia di Trapani partecipava al Consorzio universitario di Trapani garantendo un contributo di 850 mila euro l’anno, ossia il 72% delle quote. Con l’abolizione che abolizione non è delle Province è scattato di fatto il recesso dalla partecipazione al Consorzio con atto firmato dall’ex Commissario Straordinario della Provincia Darco Pellos. Poi arrivo Antonio Ingroia che aveva revocato il recesso, ma l’atto restò inefficace e allora ci pensò Ignazio Tozzo, l’attuale Commissario, a dire che sarebbe stato dato solo un contributo di 500 mila euro, che non è mai stato erogato, e che sarebbe erogato a condizione che il Consorzio universitario rinunci a tutti i crediti vantati.
Uno degli spiragli per il polo era la legge sui liberi consorzi di comuni che doveva essere approvata all’Ars. E che invece è stata affossata dai franchi tiratori. Tra gli emendamenti si prevedeva che i nuovi enti avrebbero gestito i consorzi universitari proprio come facevano le vecchie province. “Non sappiamo cosa pensare, attendiamo questi soldi, ne abbiamo bisogno immediatamente. Vogliamo risposte che ad oggi non abbiamo ancora ricevuto” dice Federica Spezia.
In una nota i Presidenti delle Associazioni Alfaomega e Unitrapani, Federica Spezia e Karin Grimaldi, sottolineano come la cittadinanza trapanese abbia risposto positivamente alla manifestazione odierna. È importante che la città di Trapani si senta responsabile per tutti i ragazzi che – nell’eventualità della chiusura del Consorzio - non potranno continuare gli studi nella propria terra, oltre che per la possibile perdita di un centro culturale quale è il Polo Universitario.
Il Professore Giuseppe Giaimo componente del CdA del Consorzio Universitario e Professore presso l’Ateneo palermitano, in riferimento alla decisione dell’ex-Provincia regionale di Trapani di erogare la somma straordinaria pari a 500.000 euro solo in seguito ad una liberatoria, ha affermato che “è una condizione impossibile; la pretesa rinuncia ad un credito futuro è carente di causa. Questo è il motivo della manifestazione di ieri degli studenti, che il Consiglio di Amministrazione appoggia completamente”.
Intanto oggi si riunirà il tavolo tecnico-politico promosso dall'Assessore Regionale all'Istruzione e alle Attività Formative, al fine di continuare l'interlocuzione circa i Consorzi Universitari Siciliani. A tale incontro parteciperà, tra gli altri, il Professore Mario Serio, Presidente del Consorzio Universitario di Trapani.
Sulla vicenda, e sulla protesta di ieri è intervenuta anche la Uil di Trapani, con una nota in cui il segretario Eugenio Tumbarello esprime “solidarietà” agli studenti universitari di Trapani che
hanno protestato contro la probabile chiusura del polo universitario della città.
“L’eventuale chiusura del polo trapanese – afferma Tumbarello – rappresenterebbe un grave danno per questo territorio. Da un lato gli studenti e le loro famiglie sarebbero costretti a sostenere spese più gravose per l’istruzione accademica dovendosi spostare in altre città, dall’altro verrebbe a mancare in provincia un’importante istituzione formativa e culturale qual è l’università. La vertenza del Consorzio universitario è strettamente legata all’istituzione dei Liberi consorzi dei Comuni, il cui disegno di legge è appena approdato all’Assemblea Regionale Siciliana causando polemiche e caos. Da qui il mio appello ai deputati siciliani, ai nostri amministratori, affinché facciano tutto il possibile a tutela del Trapanese. Il mio timore è che non essendoci più regole certe sulla governance i territori provinciali rischino di restare messi da parte, di non essere più protagonisti del loro sviluppo”.