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08/04/2015 06:50:00

Cosa resta del progetto pubblico del Porto di Marsala? Facciamo il punto

 Certo ne passa di acqua sotto i ponti, e i porti. Chi se lo scorda quel giorno di “festa grande” in consiglio comunale a Marsalaquando l’ex sindaco Giulia Adamo presentava il progetto pubblico di messa in sicurezza del porto. Dopo due anni cosa resta? Un passaggio in consiglio comunale, di questi giorni, che dà l’ok all’opera sotto il profilo urbanistico. E nient’altro. Una questione di formalità, per un progetto svuotato che stagna nella burocrazia portando con sè anni di polemiche, guerre legali, mappe, inchieste della magistratura.
Il consiglio comunale di Marsala ha approvato gli aspetti urbanistici dell’opera di messa in sicurezza. Quelli che, in realtà, erano stati già approvati in passato, con la “festa grande” di due anni fa. Ma in quel caso in consiglio era arrivato il progetto con la mappa sbagliata dell’area portuale, quella che non aveva la poseidonia e che era il punto centrale dell’inchiesta della Procura di Trapani sulla presunta falsificazione della mappa. Il progetto dopo essere stato rivisto, dopo essere stata rifatta la mappa della poseidonia che c’è davanti al porto, a spese del Comune, è tornato in consiglio comunale. Con toni più pacati.
E’ l’ultimo sospiro di un progetto che si trova alla Conferenza regionale dei Lavori pubblici. La stessa che lo scorso giugno ha rimandato al mittente il progetto perchè mancavano alcuni requisiti. La commissione elencò cosa mancava al progetto: Provvedimento VIA – VAS rilasciato dal Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare previo parere della Commissione Tecnica di verifica dell’impatto ambientale VIA e VAS. Provvedimento di autorizzazione alla variante urbanistica al Piano Regolatore Portuale e autorizzazione all’esecuzione del progetto di opere per la messa in sicurezza del porto rilasciato dal Dipartimento Regionale dell’Urbanistica. Verifica del progetto ai sensi degli artt. 44-57 del D.P.R. 207/2010 (dalla lett. “a” alla lett. “h”). La Commissione ha ritenuto inoltre necessaria la “produzione di uno specifico elaborato grafico per l’inquadramento generale delle opere da realizzarsi con finanziamento pubblico e le opere da eseguirsi con finanza privata”.
Non c’erano soprattutto i soldi. Nella relazione la Commissione regionale aveva evidenziato che l’opera, che secondo le stime sarebbe costata circa 50 milioni di euro, non aveva la copertura. La Regione non aveva messo in bilancio neanche un centesimo per il porto di Marsala. Neanche nei capitoli dei finanziamenti Ue c’erano somme destinate all’opera. Un progetto orfano. Spinto solo da Giulia Adamo che ha sempre ripetuto che “la Regione ha un mare di soldi”. Il progetto di messa in sicurezza del porto di Marsala è stato uno dei cavalli di battaglia di Giulia Adamo durante la campagna elettorale che l’ha portata, nel maggio 2012, al governo della città. Una guerra aperta con la Myr, la società di Massimo Ombra (fratello di Salvatore, lo sfidante di Adamo in campagna elettorale), che ha cominciato con l’amministrazione Carini e sta portando al termine l’iter per la costruzione della Marina di Marsala. Una battaglia a suon di querele e richieste di risarcimenti milionari che hanno fatto da cornice alla lunga e travagliatissima storia le progetto di messa in sicurezza.
“E’ una festa grande quella di oggi”, diceva Giulia Adamo nell’affollatissima Sala delle Lapidi durante la seduta aperta del consiglio comunale sul porto. Festa grande perchè si approvava il progetto. Ma era quello con la mappa sbagliata, quello da rivedere, e che proprio un anno fa era stato rispedito in consiglio comunale per la nuova approvazione dopo le modifiche.