Sanità. Rino Ferrari: "Lottiamo per la dignità professionale dei medici"

 La sanità in provincia di Trapani, come in tutta la Sicilia, vive un momento difficile. I casi di malasanità, dai più piccoli ai più grandi, i tagli agli ospedali. Una gestione lacunosa del sistema. Rino Ferrari, presidente dell’Ordine dei Medici di Trapani, lei ha posto l’attenzione anche sullo stress dei medici trapanesi in questo momento. Che succede?

L’Ordine dei Medici vuole recuperare la dignità professionale dei medici. Abbiamo messo in evidenza i carichi di lavoro ormai insopportabili. Non abbiamo puntato l’indice contro nessuno. Diciamo semplicemente che il sistema mette il medico nelle condizioni di lavorare in modo precario. Devono essere riviste una serie di cose che non stanno rendendo sereni i medici.

E se i medici non sono sereni poi possono succedere le disgrazie.

Non possiamo più assistere a casi di malasanità perchè il medico non è messo nelle condizioni di lavorare e analizzare i casi con la massima tranquillità. Ecco perchè parliamo di recupero della dignità professionale. L’atto medico per salvare una vita umana deve essere effettuato con tutti i requisiti di serenità, di diagnosi e terapia che un medico deve attuare prontamente.

E i pronto soccorsi soffrono ancora di più, con i triage sempre pieni. Lì si respira ancora di più lo stress dei pochi medici che presidiano l’area d’emergenza.

I medici non riescono a smaltire tutti i pazienti che arrivano e si può verificare il caso del codice rosso scambiato per giallo, per fare un esempio.

C’è il caso dell’anziano di Valderice che aspettava di essere visitato all’ospedale di Trapani e poi è morto. Anche lì medici avevano tanta gente in attesa.

Abbiamo segnalato anche il caso dell’ospedale di Pantelleria, il fatto di poter determinare l’ordinarietà all’ospedale. Abbiamo segnalato ai sindacati quale possono essere gli elementi per il recupero della nostra dignità professionale. Questo di concerto con chi gestisce gli ospedali.

L’Asp di Trapani ha risposto, con il direttore sanitario Antonio Siracusa, che si è detto perplesso dalla vostra presa di posizione.

Anche lui conosce quali sono i problemi. Le sue perplessità sono quelle che abbiamo tutti noi medici. Le responsabilità vanno condivise.

Siracusa però non parla di condivisione di responsabilità. Dice che il miglioramento dei conti comporta delle criticità ma, sostiene, si stanno applicando delle direttive che vengono dall’alto.

Se queste direttive che vengono dall’alto non possono soddisfare le esigenze dei cittadini della nostra provincia noi andremo più in alto allora. E chiederemo come mai questi tagli orizzontali penalizzano le richieste di salute dei cittadini. La nostra opera di medici è di migliorare la qualità di salute dei pazienti. Faccio un esempio. Non può essere consentito che ci siano delle persone ricoverate ma che stanno in barella nei corridoi dei nostri nosocomi.

Casi del genere li vediamo in quasi tutti gli ospedali, da Marsala a Trapani a Palermo.

Appunto perchè non si riesce a smaltire la pletora che affolla i reparti. So di primari che lavorano in condizioni disastrose. Non si può curare un malato mantenendolo in barella.

Colpa dei tagli quindi?

Se bisogna fare dei tagli, perchè bisogna farli per forza nella sanità? Capisco che siamo in spending review, ma cerchiamo di non attingere sempre dal capitolo sanità. I medici del territorio lavorano in sofferenza. Cerchiamo insieme di dare risposte concrete, altrimenti si verificheranno sempre i casi di malasanità.

Ma ci sono anche medici che sbagliano, a prescindere dallo stress, a prescindere dai tagli.

Non siamo esenti da colpe, ma queste responsabilità bisogna condividerle con i piani più alti. L’Ordine dei Medici ha riunito tutti i sindacati per trovare delle soluzioni per ridefinire la pianta organica. E non parliamo solo della provincia di Trapani, ma sono problemi che riguardano tutta la Sicilia. Per questo l’ordine ha fatto sentire la sua voce.