Il provvedimento era atteso dagli operatori del settore estrattivo che, a più riprese, in passato avevano chiesto regole certe e chiare per il pagamento degli oneri di estrazione. Il ddl approvato oggi in Commissione Attività produttive revisiona la normativa della disciplina per il pagamento dei canoni di produzione delle cave.
Ora il procedimento di calcolo del canone è stato semplificato, e con la certezza di calcolo si raggiunge anche l'obiettivo di entrate altrettanto sicure per la Regione, evitando eventuali elusioni del pagamento del canone.
«La nuova norma – afferma il deputato Girolamo Fazio, proponente del ddl – dà una risposta definitiva al comparto e traccia la strada verso una semplificazione normativa che dovrebbe essere percorsa anche per altri settori produttivi».
Il ddl è stato approvato nella stesura proposta dal deputato Fazio ad eccezione di alcuni subemendamenti, depositati nei giorni scorsi in commissione, che hanno modificato i parametri relativi alle tabelle per l'applicazione dei canoni senza però alterare i criteri di semplificazione introdotti (legati alle dimensioni del bacino estrattivo ed ai volumi estrattivi, dati già indicati all'atto della concessione, quindi già in possesso degli uffici regionali).
I canoni di produzione sono destinati per il 60 per cento al comune in cui ricade l'area di cava e per il 40 per cento all'Assessorato regionale dell'energia e dei servizi di pubblica utilità. Parte degli introiti destinati ai comuni saranno destinati ad opere di recupero ambientale e, elemento di novità, al recupero dei beni confiscati alla mafia ed alle organizzazioni criminali. Inoltre, del gettito destinato alla Regione metà sarà destinato a sostenere il comparto estrattivo attraverso studi e ricerche di settore, monitoraggio e vigilanza, potenziamento delle risorse umane assegnate all'Assessorato per aumentare la sorveglianza, controllo e lotta all'abusivismo in campo estrattivo.