Gli alberi estirpati la scorsa settimana in Via Sibilla non sono morti di “morte naturale”o per vecchiaia, ma a causa delle cattive pratiche di manutenzione del verde pubblico nella nostra città . Per entrare nello specifico della questione, spiega Michele Incandela, dottore in scienze forestali, del Circolo Legambiente, “si tratta di esemplari di Melia, comunemente chiamati alberi dei rosari (Melia azedarach L.). Questi alberi sono stati attaccati, in tempi non sospetti, da funghi cariogeni, agenti delle carie del legno che ne degradano i tessuti legnosi (delle piante in piedi), provocando cavità che rendono meno robusta la struttura della pianta. Se gli alberi sono in buone condizioni fisiologiche questi patogeni non causano grossi danni perché la pianta ha la capacita di contrastarli con le sue stesse risorse, cosa che diventa molto difficile quando le piante vengo sottoposte ad un taglio indiscriminato del fusto, delle branche primarie e dei grossi rami, che prende il nome di capitozzatura, pratica che questi alberi subiscono da parecchi anni. Questa ripetuta pratica, indebolisce gli alberi per diversi motivi; i tagli consentono un facile accesso da parte di differenti patogeni (insetti, funghi, batteri e virus) rendendo la pianta facilmente vulnerabile alle malattie, la completa esportazione dell’apparato fogliare produce una grande quantità di radici morenti che diminuisce l’ancoraggio dell’albero, la completa esposizione di branche e fusto ai raggi solari provoca la scottatura dei tessuti con distaccamento della corteccia, ecc… Ragioni queste che permettono di affermare che un albero capitozzato ha un’aspettativa di vita molto inferiore rispetto ad un albero potato correttamente. Inoltre un albero capitozzato non può mai più tornare alla sua forma naturale. Alla luce di quanto detto sembra evidente che la scelta di tagliare gli esemplari cariati che rischiavano di schiantarsi è stata la più logica, ovviamente le ceppaie delle piante tagliate vanno estirpate perché queste sono luogo di proliferazione del patogeno che può infettare altre piante che si trovano nelle vicinanze, e anche per far posto alle future alberature stradali magari di specie più adatte e con una più adeguata superficie di suolo per la loro proporzionata crescita.” Auspichiamo pertanto, che l’amministrazione comunale sia più sensibile alla cura ed alla tutela del verde pubblico , e che si avvalga per la manutenzione di personale competente.
Circolo Legambiente Marsala-Petrosino