Imporre tasse ai propri cittadini è sempre un compito ingrato per un sindaco. Se poi ci si mette pure una non corretta interpretazione della norma, che avrebbe imposto un punto e mezzo in più rispetto al dovuto, apriti cielo! Ce n’è ben donde per scatenare una bufera. Stiamo parlando della “querelle” nata attorno all’ aliquota dell’Imu agricola valida per l’anno 2014. Mentre in tutti i comuni viciniori l’aliquota applicata veniva annunciata in prima persona dai primi cittadini nella misura del 7,60 per mille, a Salemi veniva comunicato da parte della responsabile dell’ufficio finanziario un numero diverso. Un 9 esplosivo, che ha fatto sobbalzare sulla sedia tanti addetti ai lavori e gran parte di cittadini che seguono il sito istituzionale del Comune. Eppure il Consiglio Comunale si era espresso abbastanza chiaramente. Già nel settembre scorso con la delibera numero 54. Sarebbe stato sufficiente ordinarne l’eliminazione e sostituirlo con uno altro in linea con la legge e con la volontà del sindaco. Ogni polemica si sarebbe sciolta nel nulla. Non è stato fatto. Si è preferito enfatizzare la vicenda convocando un pleonastico Consiglio Comunale. Non siamo la citta dei cultori di pandette e codicilli? Ma l’intento forse è stato quello di infliggere una punizione esemplare. Qualche intervento in Consiglio un po’ sopra le righe lo dimostrerebbe. La norma in effetti parla chiaramente e non lasciava adito a dubbi di sorta. La delibera di settembre del resto non avrebbe potuto andare in conflitto con legge nazionale. Il comma 692 della legge di stabilità stabilisce infatti che solo i comuni che avessero “deliberato specifiche aliquote per i terreni agricoli” , per l’anno 2014, avrebbero potuto applicare aliquote diverse. In caso contrario, l’aliquota naturale sarebbe stata quelle del 7,6 per mille. Con l’atto di settembre il Consiglio Comunale non deliberò alcuna aliquota specifica. Tanto rumore per nulla. E soldi spesi inutilmente!
Intanto la Corte dei Conti, sezione di controllo per la Regione, si è fatta sentire con la delibera n 20/2015, a firma del presidente Maurizio Graffeo. In essa vengono evidenziate una serie di criticità piuttosto corposa. Al fine dell’adozione delle necessarie misure correttive, è stata data comunicazione al Consiglio comunale, per il tramite del suo Presidente, al Sindaco e all’Organo di revisione dei conti del Comune di Salemi. Sono ben 11 le criticità rilevate. Scaturite dalla lettura della relazione redatta dall’organo di revisione del Comune. Si inizia con l’affermazione che il Comune si trova in una situazione di deficitarietà strutturale secondo i parametri di cui al D.M. 18/02/2013. Viene riscontrato il superamento dei limiti dei alcuni indicatori, che dovrebbero subire una inversione di tendenza. Ne citiamo solo alcuni, come ad esempio il “valore negativo del risultato contabile di gestione superiore in termini di valore assoluto al 5 per cento rispetto alle entrate correnti” e “il volume dei residui passivi complessivi provenienti dal titolo I superiore al 40 per cento degli impegni della medesima spesa corrente.” In merito agli equilibri di bilancio le cose non vanno meglio. Viene denunciato un disavanzo della gestione di competenza di € 1.144.189,37 relativo “alla gestione di parte corrente coperto attraverso l’utilizzo dell’avanzo di amministrazione; e in termini di flussi di cassa, un disavanzo di parte corrente di € 2.237.813,27 relativo alla gestione in conto competenza.” Viene anche sottolineata “la permanenza di residui attivi relativi ad anni precedenti il 2008 relativi ai titoli I (euro 253.278,01) e III (euro 635.998,04), con un’esigua movimentazione nel corso del 2012”. Ma anche la mancata adozione delle opportune misure organizzative per garantire il tempestivo pagamento di cui all’art. 9 del d.l. 78/2009 è un punto negativo da eliminare al più presto. Un punto inoltre è dedicato allo scottante tema dei debiti fuori bilancio. Viene accertata “la presenza di consistenti debiti fuori bilancio riconosciuti per euro 824.089,90 relativi ad acquisizioni di beni e servizi ex art. 194 lett. e) del Tuel, e la mancata attestazione da parte del responsabili dei servizi dell’inesistenza dei debiti fuori bilancio al 31 dicembre 2012” . Ci chiediamo come sia stato possibile senza che gli uffici competenti battessero ciglio. La Sezione si sofferma anche “sull’irregolare utilizzo dei capitoli afferenti ai servizi conto terzi con particolare riferimento ad alcune voci di spesa non in linea con la tassatività di cui al principio contabile 2. 25” . Viene accertato un utilizzo non corretto, ad esempio, sulla voce riguardante “’Arcidonna apq’ per un importo di € 27.525,50, relativi a incarichi a progetto conferiti a seguito di trasferimenti comunitari”. Al riguardo, viene precisato dalla Sezione “che le voci indicate dal principio contabile n. 2.25 sono tassative, sicché non è ammesso un loro utilizzo difforme, neanche in modalità provvisoria per anticipazioni”. Prima dell’adunanza che ha portato all’ordinanza della Corte, il Comune aveva depositato una memoria firmata del Sindaco. E tuttavia la Sezione ha osservato che, “malgrado i chiarimenti dedotti dal Comune di Salemi in memoria, sussistono le criticità che sono state oggetto di deferimento, e che una gestione di competenza in costante disavanzo è indice di una scarsa capacità dell’ente nella programmazione degli impegni di spesa, che non trovano adeguata copertura nelle entrate. Si tratta di una situazione che va attentamente controllata, proprio perché vi sono spese correnti coperte con mezzi straordinari o tramite l’applicazione dell’avanzo di amministrazione.” Occorre precisare che quanto rilevato dalla Corte riguarda gli esercizi 2010, 2011 e 2012, che sono ovviamente gli anni precedenti all’attuale amministrazione, ma che inevitabilmente si ripercuotono pesantemente sul presente. Il che impone una rotta controllata a vista. La navigazione di Domenico Venuti non sarà esente da difficoltà. Una ragione di più per tenere la barra dritta. Temiamo che molti consiglieri non ne abbiano completa consapevolezza.
Ciro Franco Lo RE