Quantcast
×
 
 
26/01/2015 06:50:00

Marsala. Furti di rame una condanna. Oggi nuove udienze per Correra e sul Rubino

 Furto (di cavi di rame) e sospensione di pubblico servizio sono i reati per i quali il giudice monocratico di Marsala Matteo Giacalone ha condannato a due anni di reclusione il 31enne mazarese Antonino Messana. L’imputato nell’ottobre 2012 era rimasto coinvolto, insieme ad altre sette persone, nell’operazione “La Matassa”, con cui i carabinieri di Marsala e Mazara sgominarono una banda di ladri di cavi di rame che in diversi centri della provincia avevano provocato non pochi problemi all’erogazione idrica e alla pubblica illuminazione. Il giudice Giacalone ha disposto anche un risarcimento danni per Comune di Trapani e l’Enel. Messana è stato difeso dall’avvocato Vito Cimiotta, che ha preannunciato appello alla sentenza di condanna. Nel 2013, altri cinque imputati coinvolti nell’operazione “La matassa” avevano patteggiato la pena. A chiedere il patteggiamento furono Gianluca Lanza, Marian Pirvan, Costel Gheorghe, Pietro Randazzo e Gaetano Sossio. Le pene proposte dai loro legali andavano da un anno a un anno e 8 mesi.

RUBINO. Riprende oggi il processo per gli abusi sessuali commessi all’Istituto Rubino e che alla sbarra degli imputati, davanti il Tribunale di Marsala (presidente del collegio: Sergio Gulotta), vede Giuseppa Signorelli, 51 anni, ex responsabile dell’unità assistenziale, e a Vincenzo Galfano, di 49, bidello.  Nell’ultima udienza, a deporre, nell’aula ‘’Borsellino’’, a porte chiuse, è stata la giovane, da poco tempo maggiorenne, che, confidandosi con il compagno della madre, il 50enne pregiudicato L.S., fece scattare l’indagine. La ragazza ha frequentato l’Istituto di assistenza all’infanzia “Rubino” dal 2004 al 2009. E in quegli anni, secondo il suo racconto, avrebbe subito le violenze sessuali. Oggi alle 15 il pm Sabrina Carmazzi terrà la sua requisitoria. A condurre l’indagine è stata la Squadra mobile di Trapani, che all’interno dell’istituto Rubino piazzò anche alcune microspie.

CORRERA. Oggi dopo l’arringa dell’avvocato difensore Francesco Messina, il giudice Riccardo Alcamo potrebbe emettere la sentenza nel processo che vede imputato l'imprenditore Antonio Ignazio Correra (in altro contesto giudiziario, presunta vittima di usura) accusato di una serie di truffe. Per lui, il pm Nicola Scalabrini ha già chiesto una condanna esemplare: 5 anni di carcere e 2 mila euro di multa. Tra le accuse contestate, anche l’appropriazione indebita e l’insolvenza fraudolenta. Ad essere gabbate, secondo l’accusa, ditte operanti nel settore dei fertilizzanti per l’agricoltura, aziende e commercianti (Vinicola San Giorgio, Kemia, Zolfindustria, Vitale Import-Export, Lo Porto, etc.). L’imputato è accusato di aver fatto ordini di acquisto falsi - verso società inesistenti o per imprenditori che poi smentivano di aver comprato la merce - e in alcuni casi di aver trattenuto denaro che i clienti dovevano versare ai fornitori, oppure merce ordinata e non pagata. “I fatti più gravi – ha detto il pm nella requisitoria - sono quelli in danno di Lo Porto. Eccezionali le dimensioni di questa truffa: circa 300 mila euro. Truffa ha determinato il fallimento della Lo Porto, il cui titolare ha dichiarato che Correra gli ha taciuto la circostanza che era soggetto ai benefici di cui gode chi è presunta vittima usura”. Proprio negli anni in cui avrebbe attuato le presunte truffe (2008-2009), il Correra ha denunciato e fatto arrestare dai carabinieri due persone che lui accusa di avergli prestato denaro a strozzo. Aver taciuto, però, tale circostanza a coloro con cui era in rapporto d’affari, per l’accusa, non è stato atteggiamento corretto. “Quello di Correra – ha affermato Scalabrini - è un silenzio malizioso ai fini di un raggiro. C’è stato un abuso del diritto. Correra ha strumentalizzato la sua veste di vittima di usura recando danno ad altri. Le truffe, raffinate e con meccanismo diabolico, superano gli 800 mila euro”. 



Giudiziaria | 2024-07-23 17:32:00
https://www.tp24.it/immagini_articoli/24-03-2021/1616566080-0-etna-un-altra-eruzione-fontane-di-lava-e-boati-il-video.jpg

Mafia. Processo Hesperia, tutti condannati

 Seppur con la riqualificazione di alcuni capi d’imputazione in reati meno gravi, o con l’esclusione di qualche aggravante, il Tribunale di Marsala, ha condannato tutti i sette imputati del processo con rito ordinario scaturito...