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13/01/2015 10:24:00

Concussione, chiesti 7 anni per Ciro Caravą, ex sindaco di Campobello

Sette anni di carcere sono stati invocati dal pm Anna Cecilia Sessa per l’ex sindaco di Campobello di Mazara Ciro Caravà, accusato di concussione insieme agli ex consiglieri comunali di maggioranza Antonio Di Natale e Giuseppe Napoli. Questi ultimi erano stati arrestati nel maggio 2010 dalla Guardia di finanza. Il pm ha chiesto sette anni anche per Di Natale e l’assoluzione per Napoli. I tre politici sono finiti sotto processo con l’accusa di avere preteso somme di denaro da un imprenditore mazarese, Vito Quinci, per votare favorevolmente, in Consiglio comunale, la delibera relativa alla concessione edilizia per la realizzazione di un albergo con 220 camere da costruire, su un’area di circa 80 mila metri quadrati, nella frazione balneare di Tre Fontane. Di Natale e Napoli, secondo l’iniziale accusa, avrebbero preteso una “mazzetta” di 21 mila euro. Quinci, legale rappresentante delle società “Tre fontane”, “Il faro” e “Mokarta costruzioni”, accusò, poi, anche Caravà di avergli chiesto, nel 2005, quando era consigliere comunale, una o più mazzette, per circa 30 mila euro, per votare, e far votare anche ad altri colleghi, favorevolmente la delibera relativa al medesimo progetto. A difendere gli imputati sono gli avvocati Giovanni Lentini, Giuseppe Pantaleo, Paolo Paladino e Antonella Moceri. Quinci ha raccontato la sua tormentata storia in una lettera inviata nel 2010 al prefetto di Trapani. “Tutto – scrisse - parte nel 2000 con la presentazione di due progetti, uno con la società il Faro e l’altro con la Tre Fontane Family (un residence di 18 appartamenti). Poi, la magistratura ha avviato un’indagine, ma siamo stati tutti assolti. Sono seguiti tre anni di ostruzionismo per ottenere le concessioni, nel 2006 abbiamo iniziato a costruire”. Ma vengono bloccati i finanziamenti e l’imprenditore è costretto a mettere il cartello “vendesi” sulle sue creature. La prossima udienza del processo si terrà il 23 gennaio, quando si concluderanno le arringhe difensive, iniziate subito dopo la requisitoria del pm e l’intervento del legale di parte civile. Poi, potrebbe essere emessa la sentenza. Il 6 febbraio 2014, Caravà è stato assolto dal tribunale di Marsala dall’accusa di concorso in associazione mafiosa, tornando in libertà dopo due anni, un mese e 21 giorni di detenzione. Il successivo 18 giugno, però, l’ex sindaco ha subìto una condanna a 8 mesi di reclusione per peculato d’uso. Contestualmente, fu invece assolto dall’accusa di truffa. I fatti contestati erano relativi alla campagna elettorale del 2008, quando Caravà utilizzò un video realizzato in precedenza in cui veniva ripreso un bene confiscato alla mafia. Secondo l’accusa, però, quelle immagini furono realizzate utilizzando l'auto di servizio del Comune di Campobello di Mazara, sulla quale, oltre all’autista, salì anche l’operatore di una emittente televisiva di Mazara. La vicenda fu poi evidenziata nei suoi comizi dal suo avversario per la corsa alla poltrona di sindaco, Giovanni Stallone, che presentò anche una denuncia.



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