E’ trascorso già un anno da quando nel Seminario vescovile di Mazara del Vallo è stato inaugurato il Centro socio-educativo “I giusti di Sicilia”. Un “ambiente” in cui il visitatore (studente, turista o cittadino locale) viene condotto alla scoperta di alcuni personaggi (ad oggi 34), noti e meno noti, della storia di Sicilia dall’Unità d’Italia ai giorni nostri. Un viaggio in cui si intersecano elementi tradizionali e multimediali, organizzato in un ambiente molto suggestivo dal punto di vista artistico, quale i locali del piano terra del Seminario vescovile. L’obiettivo fondamentale è non perdere la memoria e la testimonianza civile e cristiana, anzi tramandarla e così far conoscere ai giovani d’oggi - e non solo a loro - chi erano e chi sono persone quali don Luigi Sturzo, Giorgio La Pira, Leonardo Sciascia, Pio La Torre, Paolo Borsellino, don Pino Puglisi, Rosario Livatino, il cardinale Salvatore Pappalardo, mons. Cataldo Naro, padre Giovanni Salerno, i giovani di Addiopizzo, Margherita Asta e Calogero Germana e tanti altri. Un “traguardo” del Centro è di arrivare a presentare e attualizzare l’impegno culturale e solidale di ben 100 “giusti di Sicilia”. Dalla conoscenza di siciliani e siciliane che hanno dedicato e dedicano la loro vita ad essere “utili” per la “salvezza” e il progresso morale e materiale degli altri, è sorto il progetto attuale “I giusti di Sicilia” per i talenti e delizie siciliane che è stato presentato ieri (lunedì 21 dicembre 2014) e che ha avuto il sostegno della Fondazione Vodafone Italia e della Fondazione Con il Sud e di qualche altro privato.
Obiettivi del progetto sono - in estrema sintesi - di promuovere la cultura della legalità e lo sviluppo del territorio secondo modelli sostenibili. Questo in particolare significa aiutare i nostri giovani a far fruttare i propri “talenti” nella nostra terra di Sicilia, sostenendo un sistema e una cultura meritocratica e solidale che sappia opporsi a logiche clientelari ed individualistiche. La nostra Sicilia, ancora “ferita” da sprechi, corruzione e mentalità mafiosa, ha le risorse umane e le potenzialità ambientali per riprendere un cammino di sviluppo serio e coinvolgente. Due sono quindi le prospettive di questa iniziativa: una educativa e una di progettualità effettiva. La seconda prevede l’allestimento di uno “spazio” permanente per raccogliere e valorizzare le idee, i progetti e le tesi di laurea dei giovani siciliani riguardanti tematiche innovative e sostenibili (per es. agricoltura biologica e trasformazione dei prodotti agricoli, energie rinnovabili, gestione rinnovata dei beni confiscati alla mafia, turismo responsabile) e un vero “negozio di delizie siciliane” che diffonda e promuova anche i prodotti culturali della gente di Sicilia (libri, musica, opere teatrali, realizzazioni pittoriche e multimediali). Altro scopo sarà quello di favorire l’immissione nel mercato locale dei prodotti coltivati nei terreni sequestrati e confiscati alla mafia e di organizzare periodicamente, con il contributo della Fondazione San Vito Onlus, il “tour della legalità” che prevede la visita dei beni confiscati alla mafia gestiti dalla Fondazione San Vito e da altri Enti.
Si auspica che in questo “percorso” socio-educativo-economico concreto e visibile (si assumeranno presto due giovani donne per almeno un anno) ci vengano incontro la politica e le istituzioni locali e regionali, ma pure cittadini attivi ed Enti privati che - non solo a parole – credono nella pratica della solidarietà e nella fede cristiana vissuta nella condivisione e nella responsabile e creativa ricerca del bene comune.
Don Francesco Fiorino