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19/12/2014 06:55:00

Marsala, Genna assolto dall'accusa di falso. "Bocca di Rosa", altre intercettazioni

"Il fatto non costituisce reato”. Con questa formula il gup Francesco Parrinello ha assolto con il procedimento abbreviato dall’accusa di ‘’falso in attestazioni e relazioni’’ il 53enne commercialista marsalese Filippo Genna. La sentenza è stata emessa a seguito delle argomentazioni e dei documenti forniti dell’avvocato difensore Giacomo Lombardo. Per l’imputato il pm aveva chiesto una condanna un anno e mezzo di reclusione e a 40 mila euro di multa. Secondo l’accusa, il professionista, nominato da John Hopps & Sons s.r.l. nella procedura di concordato preventivo avanzata alla sezione fallimentare del Tribunale, aveva omesso “informazioni rilevanti” in merito alle relative relazioni e attestazioni. Secondo la Procura, in particolare, avrebbe omesso di segnalare un credito ipotecario di 190 mila euro sul baglio di contrada Biesina vantato dalla Banca Popolare di Lodi, nonché la cessione di beni mobili per circa 30 mila euro. Ciò avrebbe comportato, sempre secondo l’accusa, un forte ridimensionamento dell’attivo da destinare ai creditori, svuotando di fatto la proposta di concordato, che il 14 agosto 2013 il Tribunale civile ha revocato proprio sulla base delle contestate ‘’discrasie’’ tra i dati contabili segnalati dal commercialista degli Hopps. Questi ultimi, in passato, al centro, per altri fatti, di vicende giudiziarie (arresto per truffa allo Stato). Ai primi di dicembre 2013, inoltre, il Tribunale sentenziava il fallimento della società ‘’John Hopps e Son’’. "E' stata completamente accolta la tesi difensiva" è il commento dell'avvocato Lombardo. 

BOCCA DI ROSA. Riprende oggi il processo a Marsala per acquisizione di trascrizioni di video intercettazioni relativamente  a due delle quattro persone rimaste coinvolte, a fine maggio 2013, nell’operazione dei carabinieri sfociata nella chiusura del locale a ‘’luci rosse’’ di contrada Digerbato ‘’Bocca di rosa’’. Un club all’interno del quale, secondo l’accusa, sarebbe stata favorita la prostituzione. I due imputati sono Giovanni Sardo, di 48 anni, e Salvatore Lo Grasso, di 36. Nel locale, secondo l'accusa, diverse ragazze ballavano in costumi succinti o in biancheria intima per poi prostituirsi dietro i privè. Una ventina i clienti, di varia estrazione sociale, sorpresi, sabato sera, nel blitz dei carabinieri del Norm. L’indagine fu avviata nel gennaio di tre anni fa, quando in un soppalco adibito a privé, tra i cuscini di un divano, fu rinvenuto un profilattico. Interrogate, le ragazze rilasciavano dichiarazioni ‘’lacunose’’, negando il loro ruolo e affermando che si trovavano lì solo per divertirsi, indossando abiti succinti solo ‘’per essere più comode durante il ballo’’. Ammettendo, però, che in città erano ospiti del 53enne Francesco Panico. Furono interrogati anche i clienti e disposte intercettazioni, mentre un carabiniere si fingeva cliente. A cronometrare il tempo delle prestazioni sarebbe stato il Sardo, che faceva anche da buttafuori e che con Lo Grasso sarebbe stato il responsabile della ‘’logistica’’ e del trasporto delle ragazze dalla stazione ferroviaria agli appartamenti di Panico e al locale. Lo scorso 14 novembre, però, il giudice Roberto Riggio ha assolto Francesco Panico, gestore del locale, e la moglie: la 36enne tagika Oksana Vodyants'ka. Per il primo, il pm Anna Sessa aveva chiesto la condanna a 2 anni e 4 mesi di reclusione, invocando 2 anni per la seconda. Al ‘’Bocca di rosa’’ i carabinieri avevano già fatto irruzione la sera del 23 gennaio 2011 per sedare una rissa. Il locale, allora, fu chiuso e Francesco Panico denunciato per favoreggiamento della prostituzione e lesioni personali. Un anno fa, invece, sono scattate misure giudiziarie più drastiche. Arresti domiciliari per Panico e la moglie, divieto di dimora in provincia di Trapani per Giovanni Sardo e Salvatore Lo Grasso.



Giudiziaria | 2024-07-23 17:32:00
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