Dopo quasi tre ore di dibattito, l'Ars ha approvato un ordine del giorno sul tema delle trivellazioni, firmato dai capigruppo della maggioranza, che impegna il governo "a mettere in atto ogni azione utile affinché i piani che disciplinano l'utilizzo delle aree territoriali non siano stabiliti con provvedimenti adottati unilateralmente dal governo nazionale ma piuttosto con il coinvolgimento delle autonomie locali e, dunque, della Regione siciliana in sintonia con le disposizioni e le prerogative dello statuto regionale".
La votazione premia l'impegno del presidente dell'Ars, Giovanni Ardizzone, che nel corso della seduta più volte ha richiamato la contrarietà manifestata dalle altre Regioni verso l'art.38 dello 'Sblocca Italia' che accentra sullo Stato le competenze sulle autorizzazioni. Tuttavia, l'odg non è stato votato all'unanimità, nonostante Ardizzone abbia chiarito che il provvedimento andava a integrare l'ordine del giorno approvato nei giorni scorsi, a firma M5s, che impegna il governo a proporre ricorso alla Corte Costituzionale proprio contro l'art. 38 per violazione delle competenze delle Regioni.
Durante il voto, i deputati Nello Musumeci e Gino Ioppolo di Ld, Giorgio Assenza (Fi) e i parlamentari del M5s hanno lasciato l'aula. L'odg approvato questa sera inoltre impegna il governo "ad adoperarsi affinché si proceda all'instaurazione di appositi tavoli di confronto politico-istituzionali tra soggetti rappresentanti del governo nazionale e del governo regionale, con il coinvolgimento anche degli enti locali, onde poter pervenire alle necessarie modifiche dell'art.38" e "ad adottare ogni iniziativa utile e idonea a tutelare, in particolare, gli interessi della Regione siciliana alla salvaguardia dell'integrità e della sicurezza del proprio patrimonio ambientale ed, al contempo, ad assicurare, nel rispetto del principio di autonomia finanziaria, il riconoscimento della titolarità della Regione siciliana al gettito delle imprese connesse all'attività di estrazione".
Ardizzone ha sottolineato che il termine per impugnare l'art.38 dello Sblocca Italia scade il 10 gennaio, auspicando che se entro quella data il governo Crocetta non dovesse raggiungere l'obiettivo della modifica della norma attraverso il confronto con lo Stato, la Regione siciliana dia seguito all'odg del M5s che prevede il ricorso alla Corte Costituzionale.