Raccontare la propria città con le foto è sicuramente uno dei talenti più appaganti che possano esserci. Come fosse un ritrattista, Marino Sterle, mette in posa il paesaggio. Il suo occhio fotografico ne sceglie il lato migliore con la consapevolezza che la fotografia, con il suo tempo di posa, gli obiettivi e i diaframmi, vede il mondo diversamente dall'occhio umano. Trieste, con il suo porto splendente di luci come un prezioso diadema; Trieste, con il suo mare e le sue colline, che circondano i castelli di Miramare e Duino; Trieste e i colori dei suoi tramonti che si perdono nell’infinito del suo mare; Trieste, con gli eventi che l’hanno resa famosa nel mondo, come la Barcolana, la maratona della Bavisela e i “Topolini”affollati di bagnanti; Trieste, città della bora, che sferza il molo Audace; Trieste, città della scienza, con la riaccensione del Faro della Vittoria dopo 74 anni, grazie ad un potente laser messo a punto dal Sincrotone di Trieste; Trieste con la sua luce dorata che trasforma Piazza dell’Unità d’Italia in un salotto illuminato, pronto per una festa; un salotto, dove ti senti accolto come da un caloroso sorriso. Con una gentilezza e una semplicità disarmanti, Marino Sterle ricostruisce il suo percorso, espone le sue convinzioni, ci rende partecipi delle sue emozioni. Viene fuori così il suo talento di narratore e l’autenticità di un uomo che sa coniugare professionismo, talento e generosità. Un uomo che racconta l’amore per la sua città, lasciando spazi aperti dove ognuno può trovare riflesso una parte della sua anima, un luogo più amato, un momento di sé, fissato dall’obiettivo, che diventa storia, che si trasforma in documento di vita. Dettagli di vita scolpiti dalla luce, come un impressionista. Sfogliando il suo catalogo, percorri minuti, giorni, mesi che verranno, tutti intrisi da un’atmosfera di serenità. Ma le foto di Marino Sterle hanno un aspetto che viene colto dall’unica foto -ritratto: l’immagine di due ragazze che, sorridendo, si riparano dalla pioggia con un unico ombrello, protette alle spalle dalla mole maestosa di una splendida nave da crociera attraccata al molo. L’immagine, riflessa a terra dall’acqua che la pioggia ha creato, si riflette come uno specchio, un’immagine sorridente che è un invito rivolto a tutti. Perché il filo conduttore che guida gli scatti di Marino Sterle è l’invito al sorriso, con ottimismo. In un momento in cui gli uomini sono disorientati e dove tutto è precario, Marino Sterle e la sua Trieste augurano a tutti, amici vicini e lontani, di ritrovarsi a dicembre 2015 immersi ancora nello splendido teatro, sfavillante di luci, che è Piazza dell’Unita d’Italia, con un sorriso nel cuore.
Patrizia Bilardello