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14/11/2014 06:35:00

Abusivismo. In Sicilia è boom nelle zone a rischio. Continuano le demolizioni a Marsala

 A che punto sono le demolizioni delle case abusive costruite a meno di 150 metri dal mare a Marsala e dichiarate insanabili? Nei giorni scorsi è stata demolita una casa in zona San Teodoro, che rientra nella lista dei 22 immobili da abbattere. Le demolizioni di case abusive a Marsala sono cominciate a settembre 2011. Ed è stata demolita la 19esima costruzione sulla lista. Una villetta di circa 100 metri quadrati abbattuta dalle ruspe della Central Tecnica di Rosolini. Sul posto, per garantire la sicurezza visti le tensioni delle prime demolizioni, c'era la polizia municipale di Marsala guidata dal comandante Vincenzo Menfi, carabinieri, polizia.
L'abbattimento arriva dopo sei mesi di interruzione dovuta ad alcuni problemi burocratici. In sostanza la ditta aspettava il trasferimento di alcune somme per le demolizioni già effettuata. Ne mancano tre, di demolizioni, all'appello. Finita questa lista si procederà con l'altra, intoppi politici e burocratici permettendo. Gli immobili da demolire a Marsala sono 500. Appena si concluderà questa lista dei 22 si continuerà con altre 8 demolizioni già appaltate.
Marsala è stato uno dei primi comuni a cominciare le demolizioni, spinto anche dalla magistratura e dalle inchieste che pendevano sull’abusivimo edilizio e ostruzionismi vari nelle procedure di acquisizione al patrimonio comunale e demolizione. Tra i primi in un regione che ogni anno si piazza nel podio delle più abusive di Italia. I dati sull’abusivismo edilizio in Sicilia parlano chiaro. Parlano di una regione che soffre il cemento selvaggio, di un territorio che viene aggredito soprattutto in quelle zone che dovrebbero essere tutelate. Quattro abusi su cinque, nell’Isola, vengono commessi in aree sottoposte a vincolo idrogeologico e sismico.
I dati del dipartimento urbanistica dell’assessorato regionale Territorio e Ambiente parlano comuqnue di una diminuzione del fenomeno nel 2013. Lo scorso anno sono stati denunciati 2.204 abusi edilizi, contro i 3.097 dell’anno precedente e i quasi quattro mila del 2011.
In calo anche la volumetria. Nel 2013 si è fermata a 440 mila metri cubi la somma del cemento abusivo in Sicilia, quasi dimezzati rispetto al 2011, quando si era arrivati aquasi 860 mila metri cubi.Come mai questa diminuzione? Secondo il rapporto della Regione uno dei motivi è la crisi economica. Rallentano gli investimenti, rallenta il settore edile, le costruzioni, e di conseguenza anche quelle abusive. Per la Regione anche il calo demografico dei centri siciliani fa la sua parte. Ma c’è da dire che le pubbliche amministrazioni hanno cominciato, piano piano, a capire che devono dare seguito alle disposizioni della magistratura sul fronte della repressione all’abusivismo e alla vigilanza del territorio. Sono finiti, o quasi, i tempi in cui sindaci e dirigenti chiudevano un occhio su tutto. C’è da dire che i dati del 2013 arrivano dal 58% dei comuni siciliani, 230 su 390. E questo perchè alcuni comuni non hanno segnato i dati sugli abusi edilizi realizzati o non sono stati inseriti per il rilevamento.Gli abusi edilizi avvengono soprattutto in aree vincolate. Dove è presente un rischio idrogeologico se non sismico. Tra le province siciliane il picco è a Ragusa, dove il 93,8% delle costruzioni abusive, nel 2013, è stato registrato in aree sottoposte a vincolo idrogeologico o sismico. Ad Agrigento la percentuale è del 70,2% a cui si deve aggiungere anche un 10,3 per il cemento illegale nelle aree archeologiche. Caltanissetta ha una percentuale dell’85,5. A Trapani l’85.6%, a Palermo l’87.6%. A Messina l’87%. A Catania si arriva al 78,6%. Siracusa è seconda in questa sorta di classifica con il 90,3%. Sorprendente a Enna, che nel 2012 la percentuale era del 99,4, e lo scorso anno solo il 26% degli abusi edilizi è avvenuto in zone vincolate. La Regione adesso, almeno così lascia intendere una circolare dell’Arta, fa pressing ai Comuni e minaccia le amministrazioni inadempienti con “interventi sostitutivi”, dando un termine di 120 giorni per evadere i procedimenti ancora pendenti. Perchè su 2.204 abusi accertati e i relativi procedimenti avviati soltanto 343 sono arrivati a conclusione, con l’emissione della concessione in sanatoria, l’ordine di demolizione e l’acquisizione al patrimonio comunle. Questi soltanto per il 2013. Ma la percentuale cade a picco se si fa il conto con gli altri anni.



Native | 2024-07-16 09:00:00
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