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01/11/2014 18:17:00

L’Avvenire non ci sta

Confesso che quando ho redatto per MicroMega il mio articolo Nihil novi sub sole a commento del sinodo straordinario dei vescovi cattolici sulla famiglia, la mia massima aspirazione non era certo quella di vedere riprese (e dileggiate) le mie riflessioni sul quotidiano Avvenire. È risaputo, però, che la vita suole essere ironica ed ingenerosa con i nostri desiderata. Ragion per cui quella testé menzionata è stata l’amara sorte a cui il mio modesto pezzo è andato incontro. 
A commentarlo (si fa per dire) è stato il giornalista dell’Avvenire  Gianni Gennari che, com’è tradizione nel pensiero cattolico allineato, non fa menzione alcuna delle critiche da me espresse e degli argomenti mediante cui ho provato a suffragarle, ma si limita a denigrare le une e gli altri. Il motivo, manco a dirlo, è il dissenso che le mie riflessioni hanno inteso manifestare circa una (a mio giudizio infondata) lettura ottimistica degli esiti a cui il consesso sinodale è alfine approdato.

Ma si sa, oltretevere il dissenso non è di casa e, men che meno, è il benvenuto quando prende forma in ambienti notoriamente perversi poiché pervasi dal demone dell’illuminismo: qui, a quanto pare, non è pervenuta notizia alcuna in merito agli enorrmi passi in avanti che in verità questo Sinodo avrebbe compiuti, né ha trovato spazio la risonanza pressoché unanime della stampa (quella buona poiché consenziente) che con toni celebrativi ha tessuto le lodi di decisioni spacciate per moderatamente progressiste ed in verità palesemente reazionarie. 

Pazienza: le opinioni, del resto, sogliono divergere, sebbene, nella laconica nota del dottor Gennari, non sia stata istituita nemmeno la parvenza di un confronto tra di esse: si è preferito fare della ragione una questione numerica, limitandosi a svilire, senza citarle, le tesi altrui, inaccettabili poiché minoritarie e dissonanti rispetto al coro di sperticati quanto discutibili elogi.

A margine, mi premono soltanto due chiarimenti. In primis, qualora il dottor Gennari si fosse dato la pena di documentarsi sul mio conto, avrebbe scoperto con irrisoria facilità che, a onor del vero, la redazione di MicroMega non mi ha affatto “pescato” (come egli inferisce) in Argentina, poiché, al contrario, ho il privilegio di scrivere su questa rivista da ormai due anni, quando ancora risiedevo in terra natia, per l’esattezza in quel di Trapani. 

In Argentina, gentile Gennari, vi sono finito per scelta deliberata, per accompagnare i diseredati di questa terra nelle loro lotte e nelle loro (legittime e reiteratamente calpestate) rivendicazioni. In questo modo possiede il quadro completo per portare a compimento la sua diagnosi: illuminista e per giunta socialista. Roba da rabbrividire.

In seconda istanza, vorrei effettuare una precisazione in ordine al suo timore, rispetto al quale ritengo che lei abbia peccato di eccessiva indulgenza nei riguardi di se stesso giudicando probabilmente (evidentemente talvolta i dubbi sfiorano anche lei: peccato che ciò accadda quando non dovrebbe accadere) scortese, cito, la sua immagine conclusiva, mediante cui paragona MicroMega ad una casa di salute mentale. Giusto per chiarire, l’immagine non è affatto scortese: è offensiva, del tutto fuori luogo, animata da un livore ingiustificabile e dalla protervia tipica di chi, sproloquiando, non conosce (perché non ammette) il contraddittorio.

L’ironia, dottor Gennari, bisogna saperla misurare: è questione di stile, non tutti ne dispongono. Potrei sbagliarmi, ma tutto sembra indicare che essa non rientri tra i suoi pregi.

Alessandro Esposito - micromega on line del 31 ott 2014

LINK 
Sinodo, nihil novi sub soledi Alessandro Esposito
"Micromega" più micro che mai col suo sguardo dalla finestra...di Gianni Gennari

 

Un commento a caldo

E questo Gianni Gennari sarebbe un giornalista? Prenda spunti e lezioni da questo modesto pastore valdese, su come si costruisce un articolo, su come si introduce il pensiero di qualcuno che si intende contestare, su come replicare con argomentazioni serie alle obiezioni della parte avversa.

E' sempre un servizio alla verità rendersi e sentirsi liberi di esporre le proprie idee sulle cose e sugli eventi. E mi sembra che Alessandro faccia proprio questo, servendoci su questa testata egregi esempi di buon giornalismo, rispondendo e seguendo anche i commenti e i cammini dei lettori che entrano in dialogo con lui. Ecco la parola magica: dialogo. Invece il testo dell'Avvenire è veramente penoso! Solo improperi da 'tribunale dell'inquisizione', in altre condizioni storiche Alessandro sarebbe un ricercato per le galere papali, per poi essere magari sottoposto agli 'auto da fé' o alla forca papale. Tanti nel passato ebbero questa sorte per avere difeso la capacità umana di 'pensare' con la propria testa. E io che pensavo che con papa Francesco avremmo fatto un passo avanti nella giusta direzione!

Si puó dissentire dalle opinioni di Alessandro e di chiunque, ma bisogna avere delle motivazioni da addurre, e non il facile vezzo del dileggio e dell'ironia gratuita. Impari signor Gennari, si metta al servizio della verità, che é pratica nobile e poco frequentata, ma l'unica che puó rendere un servizio utile a quanti la cerchiamo nelle relazioni che intessiamo ogni giorno.

Coraggio, Alessandro, difendiamo il tuo diritto a esprimere le tue opinioni, conservando anche  il nostro diritto al dissenso, ma in un dialogo fecondo e rispettoso.

Franco D'Amico