di Leonardo Agate - Viaggiando s'impara. In questi viaggi di pensionato che sto facendo da un paio d'anni ho visto l'Italia in lungo e in largo. Non che non la conoscessi prima, dato che il mio lavoro mi ha portato per quarant'anni in tre regioni diverse dalla Sicilia, al nord ed al sud. Ma ora é diverso. Prima stavo là per lavorare, ora ci vado per capire. Un'altra cosa. Senza più orari e vincoli di subordinazione da rispettare, posso filosofeggiare a mio piacimento. E qualche cosa le mie meningi spremono.
C'é un'Italia che funziona, come dovrebbe funzionare un paese oggigiorno. Un'Italia sicuramente occidentale nel senso migliore. Se sei a Roma e vuoi andare in treno a Bologna, ci impieghi un paio di ore, e se vuoi andare a Milano tre. Un viaggio piacevole, in treni ben tenuti, che la lettura di un libro o di un giornale rendono ancora più veloci. Ma se ti trovi in Sicilia, e precisamente a Marsala, dalla stazione della nostra città, prima di arrivare allo Stretto, dovrai cambiare treno e arrivi stanco su vecchi vagoni, dismessi da tempo su altre tratte. Ti rendi conto allora che c'é un paese che funziona, almeno da punto di vista del trasporti, ed un altro che é fermo a un cinquantennio addietro.
E' un semplice sintomo della divaricazione esistente tra Nord e Sud. Il cittadino marsalese capisce meglio di altri la solitudine e la lontananza che crea, anche nell'animo, il fatto di abitare l'ultima provincia d'Italia. Dopo di noi, il Canale di Sicilia, che lambisce dall'altra parte le sponde del continente nero. Quello che avrebbe potuto costituire nell'800 e nel '900 un punto di forza del meridione - la vicinanza con un altro continente - é rimasto inesplorato e restiamo l'ultima provincia, mal collegata all'altra sponda del Mediterraneo, e malamente collegata alla parte della nazione che sta vicino al cuore dell'Europa.
Dell'isolamento socio - culturale, derivante da quello territoriale, ci potrebbero sollevare due servizi: quello aereo e quello portuale. Per il primo, vedo che le amministrazioni pubbliche, in maggioranza, non riescono a capire l'importanza. La gran parte non ha ancora versata la quota che a gennaio, in una riunione alla prefettura, tutte si sono impegnate a versare a Airgest, che gestisce l'aeroporto Trapani Birgi, che soddisferebbe le richieste di Ryanair, e la legherebbe a noi con tutti i suoi voli nazionali ed internazionali.
Per il porto di Marsala, la miope politica dell'ex sindaco Giulia Adamo ha fatto tanti danni, quanti ne fece Don Giovanni d'Austria quando negli anni 70 del 15OO fece interrare l'antico porto, determinando il crollo della supremazia commerciale marsalese sull'intera provincia. Se ne avvantaggiò Trapani.
Speriamo di non restare al palo anche dopo le prossime elezioni comunali di maggio 2015. Alberto Di Girolamo, segretario cittadino Pd, potrebbe essere l'uomo giusto, per l'onestà che tutti gli riconoscono e il buon senso che ho notato in lui. Ma un'altra donna potrebbe pure essere quella giusta. Antonella Milazzo, ora onorevole regionale in un'assemblea che traballa, mentre Crocetta balla il tango della politica passionale, alternandolo al ritmo senza inibizioni dei balli più moderni, con passo pronto all'abbraccio dei diversi altri ballerini. Come sa farlo lui, nessuno l'ha fatto mai nella storia della regione!
Così, se per caso dovessero passare le mozioni di sfiducia di M5S e FI, la nostra onorevole Antonella Milazzo potrebbe essere libera di salire al Quartiere, e Alberto Di Girolamo continuare a dirigere la segreteria provinciale.
Si sogna. Se non si sogna che si fa, dopo il disastro recente a firma Giulia Adamo?
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