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11/10/2014 09:50:00

Morto a Milano il gallerista di Paceco Salvatore Ala. Ha esposto in Italia e New York

 È morto a Milano, dopo una breve malattia, il gallerista internazionale di arte contemporanea Salvatore Ala: aveva 73 anni, era nato a Paceco. Era famoso per le sue mostre e personali in Italia e a New York. In Italia portò opere di tanti artisti stranieri e lavorò con moltissimi pittori e scultori italiani. Nel 2011 l'archivio delle sue gallerie è stato posto sotto tutela dalla Soprintendenza Achivistica per Lombardia.

L’Italia perde una figura di riferimento per il sistema dell’arte degli ultimi quarant’anni. Un gallerista della vecchia scuola, tra quelli che hanno sostenuto l’arte italiana in patria e all’estero, portando al contempo importanti nomi internazionali in Italia.
Negli anni Sessanta aveva già avuto contatti con i maestri dell’epoca, da Lucio Fontana a Enrico Castellani e Alberto Burri. Nel 1974 l’apertura della prima galleria, a Milano, e l’inizio di un percorso con gli artisti dell’Arte Povera, che Ala volle portare nel capoluogo lombardo: ne vennero una serie di mostre con i nomi più rappresentativi di quegli anni, tra cui Boetti, Kounellis, Penonem Paolini, Calzolari, Fabro, Anselmo, Zorio, Merz. Nel ’79 iniziò una lunga avventura oltreoceano, con l’apertura di una sede a New York, la Salvatore Ala Gallery, diretta da Caroline Ala, maturando esperienze con artisti straordinari, da Joel Shapiro a Robert Wilson, da Rebecca Horn a Frank Stella, da Andy Warhol a Mark Rothko. Un lavoro colto, preziosissimo, che contribuì a dare linfa al circuito italiano dell’arte, portando le più grandi novità internazionali al pubblico, alla critica, ai collezionisti, proprio mentre gli artisti italiani conquistavano i mercati ed i musei all’estero.
La stessa sensibilità per lo scouting, lo stesso coraggio e a sessa voglia di creare connessioni strategiche, lo portarono negli anni Ottanta a interessarsi di street art, sostenendo in particolare il lavoro di Keith Haring, a cui organizzò nel 1984 la prima personale a Milano.
Un altro grande passaggio, nella carriera di gallerista, fu quello condiviso con Anselm Kiefer: nel 1981 Salvatore Ala, dimostrando ancora una volta lungimiranza, intelligenza e passione, ospitò la rima mostra in Italia dell’artista tedesco (ancora prima delle collettive da Lucio Amelio o Christian Stein), a un anno dalla sua partecipazione alla Biennale di Venezia.
L’avventura newyorchese di Ala durò fino al 1995. Due anni dopo, lasciata la sede di via Mameli, a Milano, si spostò a Brera, in via Monte di Pietà, col nome di Galleria Salvatore + Caroline Ala.

 



Arte | 2024-11-10 06:00:00
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