La Cassazione ha deciso: Totò Cuffaro resta in carcere. I giudici hanno negato l'affidamento ai servizi sociali. L'ex governatore dovrà scontare gli ultimi 14 mesi in cella
Cuffaro si consegnò ai carabinieri nel 2011 e da allora è in una cella di Rebibbia. L'ex potente governatore siciliano è stato condannato a 7 anni per favoreggiamento a Cosa nostra.
Nonostante il parere favorevole di due Procure generali e dell'istituto di pena che attesta il "ravvedimento" del detenuto, i giudici hanno respinto l'istanza di affidamento dell'ex politico ai servizi sociali, condannandolo così a restare in cella. Non sono ancora note le motivazioni, ma è probabile che il ragionamento seguito dalla Cassazione sia lo stesso dei colleghi del tribunale. Cuffaro, disse il collegio, non ha collaborato alle indagini e non ha consentito «il disvelamento» delle zone d'ombra che ancora restano su alcuni fatti a lui contestati. Secondo i giudici l'ex governatore, che era al centro di una serie di relazioni pericolose che coinvolgevano boss, politici e manager della sanità privata, avvertì il suo "delfino" Domenico Miceli, frequentatore del boss di Brancaccio Giuseppe Guttadauro, delle indagini a suo carico. Rivelazioni che Miceli riferì al capomafia consentendogli di scoprire una cimice piazzata nella sua casa. Da qui le accuse di rivelazione di segreto istruttorio e favoreggiamento aggravato.