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06/10/2014 06:10:00

Ncd in crisi. Il senatore Antonio D'Alì sempre più vicino al ritorno in Forza Italia

 Sono giorni difficili nel Nuovo Centro Destra. La formazione che fa capo ad Angelino Alfano e che sostiene il governo di Matteo Renzi, è attraversata da molte tensioni, soprattutto perchè molti membri del partito ritengono che l'alleanza con il PD porti solo danni all'immagine della destra che loro rappresentano. Inoltre un ricongiungimento con Forza Italia, magari in vista delle elezioni politiche, porterebbe il cartello di forze ad una concreta vittoria. Le simulazioni sono state fatte sia con l'Italicum (che non è ancora legge) sia con il Mattarellum venuto fuori dalla sentenza della Corte Costituzionale. Perchè Renzi e il Pd hanno il 40%, è vero (e non hanno però tesserati, strano...) ma oltre il Pd non è rimasto più nulla, e lo stesso partito di Renzi è dato in caduta libera (35%); il Movimento Cinque Stelle è al 15 - 20%; e tutte le anime che una volta erano nel Pdl (Forza Italia, Ncd, Fli, Fratelli d'Italia) più Lega e Udc avrebbero la maggioranza realtiva. Insomma, qualcuno sta facendo più di un pensiero a tornare in Forza Italia, dopo la rottura di un anno fa. E tra questi c'è il senatore trapanese Antonio D'Alì. Berlusconiano della prima ora, tra i principali finanziatori di Forza Italia ai tempi della discesa in campo di Silvio Berlusconi nel 1994, D'Alì passò con un certo clamore con Alfano e i "traditori" di Berlusconi. Ma in quell'occasione prevalse, rispetto alla vicinanza a Berlusconi, la voglia di non uscire dal governo. In realtà i rapporti tra D'Alì e il cerchio magico di Berlusconi non si sono mai interrotti e oggi il senatore è uno di quelli che spinge per una reunion del centrodestra, anche a costo di lasciare Ncd. 

Il Ncd è pertanto sull'orlo di una crisi di nervi. Perchè le voci su una pattuglia di senatori alfaniani pronta a fare le valigie insieme a D'Alì sono sempre più insistenti. Il percorso è già tracciato: creare un gruppo autonomo a palazzo Madama, satellite di Forza Italia, propedeutico al rientro alla casa madre. Con D'Alì ci sono Antonio Gentile, Piero Aiello, Giovanni Bilardi,Nico D'Ascola, Guido Viceconte, Michele Cassano. Tutti del Sud tanto che - s'è detto - potrebbero chiamarsi «Sudisti». Naturalmente, svelata l'ipotesi, sono partite le smentite ufficiali. Il più lesto a farlo è stato Antonio Gentile: «Non esiste nulla di tutto questo, è pura fantasia. Il Nuovo centrodestra è il mio partito e non mi muovo da qui. I miei rapporti con Alfano e Quagliariello sono ottimi». Questo in chiaro perché, lontano dai riflettori, raccontano che i rancori di Gentile nei confronti di Alfano non siano affatto sopiti. Gentile, infatti, fu costretto alle dimissioni da sottosegretario alle Infrastrutture perché indagato e Angelino - pressato da Renzi - lo scaricò senza troppi problemi.

E gli altri? Anche loro fanno quadrato, attaccando Forza Italia e minacciano di portare in Tribunale chiunque faccia illazioni sui loro movimenti: «In perfetto stile da “disinformazia” qualcuno ha pensato bene di occultare i guai del proprio partito spacciando ai giornali menzogne sul nostro conto - dicono in una nota Aiello, Bilardi, Cassano, D'Ascola (legatissimo a Quagliariello, ndr ), Gentile e Viceconte - E laddove bufale che ci riguardano dovessero riprendere a circolare, dalla prossima volta ci vedremmo costretti a intraprendere le vie legali per tutelare la nostra onorabilità e soprattutto la verità». In questa buffa nota (cosa c'è da querelare? il sospetto, fondato, di un cambio di casacca lede l'onore di un parlamentare?) manca proprio la firma di D'Alì. 

Insomma, nessuna diaspora, dicono loro.  Eppure qualche elemento che dà forza all'ipotesi dell'esodo c'è. Per esempio, pare che nei giorni scorsi Maurizio Sacconi, capogruppo Ncd in Senato e relatore della delega sul mercato del lavoro, abbia avvisato il duo Poletti-Renzi: attenzione a non accontentare troppo la sinistra del Pd sull'articolo 18, altrimenti non teniamo più i nostri. Tattica per pesare di più o rischio reale? Di certo l'aut aut di Sacconi non è piaciuto ai vertici dell'Ncd, in profonda crisi esistenziale.

Sul territorio, nel frattempo Forza Italia si organizza. Il partito siciliano si è riunito ad Enna per discutere della mozione di sfiducia a Crocetta, e nell'occasione il  coordinatore regionale Enzo Gibiino ha incontrato  i coordinatori di collegio nel territorio trapanese. E' stato deciso di dividere la provincia nei quattro collegi che componevano il collegio elettorale per Camera e Senato quando si votava con il maggioritario.  Il collegio di Alcamo è stato affidato a Ubaldo Ruvolo e Maria Pia Castiglione. Quello di Marsala all'ex consigliere e assessore provinciale Paolo Ruggieri e a Rossana Titone. Il collegio di Trapani sarà invece rappresentato dal consigliere comunale di Trapani Francesco Salone e dalla consigliera comunale di Erice Cettina Montalto. Nel collegio di Mazara del Vallo il partito è stato affidato all'ex deputato regionale Toni Scilla e ad Ada Di Maio, che sarebbe vicina all'ex sindaco di Castelvetrano Gianni Pompeo.