di Leonardo Agate - Da quando Giulia Adamo, ex sindaco, si é dimessa dalla carica, si sono visti pubblicati diversi articoli su come dovrebbe essere il futuro sindaco per il bene dei marsalesi. Il quadretto con le caratteristiche che dovrebbe avere il nuovo sindaco é simile in tutte le versioni: uomo integerrimo, deciso ma collaborativo, intelligente e distante da consorterie e lobby.
Il ritratto proposto é l'ideale, e nessuno può dire di non volerlo. Ma é un esercizio di stile, un parlare tanto per parlare. Nella realtà marsalese, questo ipotetico sindaco può arrivare? Non ci credo, perché non credo ai miracoli. Il sindaco viene eletto dagli elettori. Gli elettori marsalesi sono quelli che, augurandosi un futuro buon sindaco, hanno poi portato nella stanza dei bottoni del Quartiere persone al di sotto delle aspettative. Come mai? Non é necessaria la palla di vetro dei veggenti per capire che tra il dire e il fare c'é di mezzo il mare.
Ogni società esprime gli uomini pubblici che si merita. La società marsalese ha espresso i suoi sindaci perché si é sentita da essi rappresentata. Se poi hanno mostrato di non essere all'altezza, é perché la società che li espressi non ha qualità superiori. Si può osservare che molti inizialmente favorevoli all'ultimo sindaco, Adamo, in seguito si sono sentiti traditi nella loro fiducia e la popolarità del'ex primo cittadino é calata di molto rispetto al consenso iniziale. Ma questo non significa che l'errore non sia stato commesso al momento della votazione. Nel caso dell'ex sindaco Adamo ha giocato pure l'avvenenza fisica del personaggio e la prontezza intellettuale per cui era capace di intervenire su ogni argomento, senza averne spesso la giusta cognizione. Insomma ha prevalso il valore mediatico della persona, piuttosto che il suo reale peso. L'errore dei cittadini votanti, quindi, é stato nel privilegiare gli aspetti accessori rispetto alla sostanza. E' un errore che potrebbe essere commesso anche nelle prossime votazioni. Perché la società marsalese soffre di questo, della valorizzazione dell'apparenza rispetto alla sostanza. E coloro che volendo fare politica si adeguano al cliché hanno successo.
E' difficile che il prossimo sindaco possa contravvenire a queste abitudini. Ci si illuderà di averlo trovato buono, e presto dopo le elezioni cominceranno i mugugni e i pentimenti.
Già in partenza, un politico, se mai ne esistesse uno indifferente ai compromessi, alieno da interessi personali o familiari o amicali, intelligente e colto, difficilmente troverebbe gli appoggi elettorali necessari per ottenere l'elezione. Con la legge vigente, in cui un partitino con un migliaio di voti riesce a far pendere la bilancia da una parte o dall'altra, come si fa a trovare un candidato che possa essere distante dagli interessi particolari di questa o quella categoria di persone? Se vuole essere eletto dovrà proporre accordi a destra e a manca, e partirà condizionato prima di arrivare al posto di comando. Se ci arriverà e non rispetterà gli accordi, avrà subito le difficoltà nel consiglio comunale, dove si staccheranno i nuovi avversari dal suo gruppo, mandando in frantumi la maggioranza. E senza maggioranza consiliare che lo appoggi, il sindaco resterà in panne.
Allora conviene ridimensionare le aspettative sul futuro sindaco, per evitare profonde disillusioni. Mi contenterei che fosse una persona che, non alieno quando potesse da compiacere amici e sostenitori, non facesse solo questo, ma avesse contemporaneamente di mira l'interesse generale.