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26/09/2014 06:35:00

Annabella Accardi: "Vi racconto i miei 20 anni alla guida della Croce rossa a Marsala"

A Marsala per vent'anni, la Croce Rossa Italiana, è stata guidata dalla professoressa Annabella Accardi. Adesso questa esperienza si è chiusa, Accardi. 20 anni di assistenza ai bisognosi. Come è cominciato tutto?

 

 

E' un'esperienza che ho cominciato nel 1994, quando alcune amiche mi hanno invitata a creare una delegazione della Croce rossa a Marsala. Allora ho capito che potevo confidare sul supporto di 47 socie. Eravamo tutte donne, perchè ci avevano chiesto di creare una delegazione della sezione femminile. Adesso non c'è più la differenziazione, c'è una componente unica. Prima c'erano gruppi di lavoro: i gruppi di soccorso, donatori di sangue, gruppi militari, e altri

 

 

Perchè la Croce rossa fa tante cose.

 

 

Ma tutto dipende sempre dal fattore economico. Specialmente per i comitati locali, che sono alla base della struttura.

 

 

A Marsala in quanti siete?

 

 

In 130, è un comitato giovane. All'inizio visto che eravamo tante donne abbiamo privilegiato un particolare tipo di intervento. Dare supporto alle famiglie dei ceti poveri.

 

 

In 20 anni lei ha potuto capire, attraverso questo lavoro con i ceti meno abbienti, come cambiava la società. Quante famiglie assistevate all'inizio?

 

 

Abbiamo iniziato ad assistere 500 nuclei familiari. Nel tempo c'è stato un aumento vertiginoso. C'è tanta povertà a Marsala, non è un fatto sconosciuto. Adesso siamo riusciti ad assistere 8 mila unità. Circa 2000 famiglie.

 

 

Quindi si è quadruplicato in 20 anni il numero di persone che vivono in stato di povertà.

 

 

E poi, purtroppo, per nostre difficoltà economiche non abbiamo più potuto dare assistenza. Non potevamo più accogliere l'istanza di aiuto.

 

 

E non è stato facile.

 

 

No. Prima le nostre porte erano aperte a tutti coloro che, attraverso i documenti, provavano la loro situazione di disagio.

 

 

A una persona che vive in stato di povertà che tipo di assistenza dà la Croce rossa di Marsala?

 

 

Venivano ad esempio ragazze madri che chiedevano latte e vestitini per i primi mesi. Ma c'era chi chiedeva aiuto per chi doveva fare degli interventi chirurgici.

 

 

E medicine?

 

 

No, medicine non ne dà la croce rossa. L'abbiamo fatto in passato, ma poi è stata interrotta, perchè si apriva una maglia molto difficile da arginare.

 

 

C'è stato un momento in questi anni in cui lei ha avuto percezione che la povertà stesse aumentando a dismisura? Ad esempio una famiglia che non si aspettava a bussare alla vostra porta.

 

 

Questa è la parte dolorosa. Negli ultimi anni non è venuto più soltanto il disagiato che un po' tutte le associazioni benefiche marsalesi conoscono. Ma venivano persone che avevano un lavoro, che l'hanno perso. Famiglie che avevano un tenore di vita normale, modesto, ma che ad un certo punto si sono trovate con difficoltà di ogni genere. Ma in questi casi abbiamo potuto fare ben poco.

 

 

Lei è stata presidente fino a qualche mese fa. Ma la Croce Rossa a Marsala esiste ancora.

 

 

Certo. C'è ancora, io sono rimasta socia volontaria. Non mancherò di continuare a dare il mio contributo. Anche se ho rimesso il mandato di presidente non mi distaccherò dalla Croce Rossa.

 

 

Adesso c'è un commissario alla guida.

 

 

Gli auguro di fare un buon lavoro. Io cercherò di aiutarlo, per quel che può servire la mia esperienza. Le difficoltà sono tante, non bisogna perdersi d'animo e credere in quel che si fa.

 

 

Lei ha scritto che nel corso di questi anni non avete ricevuto alcun contributo dai vertici della Croce Rossa. Eppure tutti la conoscono come un'organizzazione potente e ricca.

 

 

La fisionomia dei comitati locali non contemplava il ricevere fondi dai dipartimenti centrali, di Roma o Palermo. Funzionava così, non era previsto. Le delegazioni locali devono dimostrare di essere autonome sotto tutti i punti di vista. Noi siamo nati come delegazione poi siamo diventati comitati locali.

 

 

In questi anni avete organizzato anche delle collette alimentari.

 

 

Siamo stati fortunati. Perchè siamo stati uno dei comitati locali a ricevere più viveri. Questo è stato certificato dagli ispettori che ogni anno controllavano il nostro lavoro. E assistere fino a 2.500 nuclei familiari era davvero oneroso, c'è anche una prassi burocratica non semplice che bisogna seguire con responsabilità.

 

 

Avete fatto tanta attività per i migranti, per dare accoglienza.

 

 

Quante chiamate che ho ricevuto di notte. Ho avuto la fortuna di avere collaboratori splendidi, affidabili. Quando la polizia chiamava attivavo tutti i nostri canali per accogliere queste persone nei locali dell'ex mattatoio in via Favara. Nei pressi della protezione civile, abbiamo lavorato molto per loro.

 

 

Molti dei volontari della Croce rossa hanno poi trovato lavoro per il primo soccorso vero e proprio, quello del 118.

 

 

Quando c'era bisogno eravamo i primi ad essere contattati perchè il servizio sanitario aveva bisogno di persone con esperienza. I volontari che nascono dalla Croce rossa marsalese e che adesso sono al 118 hanno affrontato grandi sacrifici per acquisire le adatte professionalità e i primi mesi lavoravano gratuitamente. In un primo momento il 118 era gestito dalla Croce rossa regionale, poi da qualche anno è sotto l'assessorato regionale alla Sanità. Allora è stato giusto, quando il servizio è stato gestito dalla Regione, che quelli che avevano prestato servizio gratuito diventassero dipendenti a tutti gli effetti.

 

 

E in questa, come in altre situazioni, ci sono state parecchie raccomandazioni.

 

 

Posso dire che in questi anni ho fatto un po' da argine a queste pratiche.

 

 

Bisogna dire che fare il volontario è cosa buona e giusta, ma lo sappiamo che quando il volontariato fa numeri importanti, quando ci sono interessi, diventa difficile gestire tutto. Quante ne avrà viste lei in 20 anni.

 

 

L'ho visto altrove, ma a Marsala no.

 

 

Dispiace poi quando accadono certi traffici in nome del volontariato.

 

 

Ho cercato di tenermi alla larga da certe cose. Avrei potuto fare tanta carriera in Croce rossa e in politica. Ma non è mai stata mia attitudine.

 

 

Ad Alcamo ad esempio c'era un'associazione di volontariato che distribuiva pacchi di pasta per far votare il politico vicino. A Marsala le è mai capitato che un politico ha tentato di coinvolgervi in queste storie?

 

 

No, mai. Sapevano che non c'era verso con me. Anzi è successo il contrario.

 

 

In che senso?

 

 

Che in tempo di elezioni c'è stato un politico che ha tentato di farmi fuori per mettere al mio posto qualcuno più disponibile.

 

 

Non ci è riuscito.

 

 

Sono rimasta al mio posto. Alla mia età, poi, si devono fare le cose per bene. Bisogna essere liberi, quando si è giovani forse è più difficile.

 

 

Le istituzioni invece come si sono comportate in questi anni?

 

 

Le amministrazioni, tutte, sono state sempre vicine e disponibili. Ho avuto sempre le porte aperte.

 

 

Fu l'amministrazione Galfano a darvi i locali.

 

 

Sì, diciamo che era il momento giusto, che non si poteva più prorogare.

 

 

Come si sente ad aver lasciato dopo 20 anni?

 

 

Era anche questo il momento giusto, per lasciare a qualcuno più giovane. Non c'è rammarico, se non quello di non aver potuto fare di più. Ce l'abbiamo messa tutta però.

 

 

Però al suo posto non è stato eletto un presidente. C' è un commissario.

 

Sì. Ma nella Croce rossa la presenza di un commissario non vuol dire che c'è stato qualcosa di anomale. Semplicemente che non si sono fatte le elezioni per eleggere un nuovo presidente.

 

 

E come mai?

 

 

Nessuno voleva candidarsi. A quel punto io ho rassegnato le dimissioni, ho parlato con il presidente regionale della Croce rossa che mi aveva detto di indicare un mio successore. Ma nessuno voleva prendere il posto che è rimasto vacante. In 130 volontari nessuno aveva la vocazione a fare il presidente. Poi è stato nominato il commissario Parrinello, che è giovane e capace. Spero che possa avviare bene questa trasformazione che la croce rossa deve portare avanti. Perchè dal 2014 non è più ente di diritto pubblico ma un'associazione di promozione sociale. Diventa privata come tutte le altre associazioni.

 

 

Che può creare problemi di trasparenza.

 

 

Non saprei. Ho letto il decreto ma è talmente complesso...

 

 

 

E nelle cose complesse si possono annidare situazioni opache.

 

 

Non è detto. La corruzione è molto diffusa, ma credo ancora che lo siano di più le persone oneste. Sono ottimista.

 

 

 

 

E' una città generosa Marsala?

 

 

Sì, tanto. Dobbiamo dirlo. Abbiamo avuto tanti aiuti sia da enti che da privati. Ci sono diverse socie che hanno dato aiuto non solo con la loro presenza ma anche economico. E la buona e sincera solidarietà resta sempre nell'anonimato. La Croce rossa, in questo senso, è sempre stata poco visibile a Marsala. Qualcuno questo ce l'ha rimproverato. Ma il nostro non è cercare la prima pagina, ma spirito di servizio e solidarietà