Il separatismo siciliano si diffonde nell'estate del 1943 con la creazione del Comitato provvisorio per l'Indipendenza, portavoce delle aspirazioni del popolo siciliano. Quando nel 1944 l'isola fu riconsegnata all'Italia dagli Alleati, e lo Stato rispose duramente alle istanze di autonomia dei suoi abitanti, ci fu un inasprimento della lotta che si tramutò ben presto nell'apertura di un fronte interno tra il Regio Esercito e i ''guerriglieri'' indipendentisti; fu poi intavolata una trattativa segreta tra Stato e separatisti che avrebbe portato alla concessione dell'autonomia. Antonello Battaglia racconta questa vicenda storica nel volume "Sicilia contesa. Separatismo, guerra e mafia", pubblicato da Salerno Editrice (pagine 144, euro 12), indagando tra il vuoto dello Stato e la spinta separatista in Sicilia. E proprio l'autonomia, associata non di rado al federalismo, è ancora oggi al centro di un ampio dibattito, in una fase storica caratterizzata da una crescente sfiducia nei confronti dello Stato e dalla nascita di movimenti che rivendicano l'indipendenza. Come nel Nord Italia, anche in Sicilia iniziano a serpeggiare e a ridestarsi timide simpatie filo-separatiste. Antonello Battaglia è dottore di ricerca in Storia dell'Europa presso la Sapienza, Università di Roma, dove insegna Storia delle Relazioni. Oltre al separatismo siciliano, ha approfondito tematiche legate al Risorgimento italiano. Tra le sue pubblicazioni: La capitale contesa. Firenze, Roma e la Convenzione di settembre (1864), Roma 2013.