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22/09/2014 10:15:00

Il porticato dopo Punta Palermo e i chioschi dopo le Saline Ettore e Infersa

di Leonardo Agate - Uscendo da via Vaiarassa direzione sud, alla Spagnola, ed imboccando a destra la litoranea verso Punta Palermo, all'imbrunire, se il vento si é calmato come oggi, lo spettacolo é eccezionale: il mare calmo e trascolorante infonde serenità. Oltrepasso lentamente in auto la Punta Palermo e dopo un paio di centinaia di metri noto un portico che si protende sulla via. Addirittura la via ha fatto una curva per permettere alle due colonne anteriori del fabbricato di ergersi su una piattaforma di cemento e sostenere sopra un'altra soletta di cemento. E' l'ingresso presuntuoso di un piccolo edificio quadrato ad una elevazione. Da molti anni abbandonato, forse nemmeno i proprietari ardiscono ritoccarlo per timore che i nuovi lavori suscitino curiosità e facciano arrivare giornalisti e vigili urbani. Sia come sia, la struttura é un pugno in un occhio. Posto che si trova da decenni in stato di abbandono, come é possibile che non si sia intervenuti per espropriare un centinaio di metri quadrati di costruzione, sorta dove non doveva sorgere, ammesso che sia regolare con tutte le autorizzazioni? Se poi é abusiva, come si lascia ancora in piedi?

Nel caso in cui si chiedesse di procedere all'esproprio, la risposta che darebbe il responsabile del Comune sarebbe: "Non ci sono soldi nel bilancio." Ma non si tratterebbe di grosse cifre, vista l'entità del manufatto e lo stato di degrado in cui si trova.

Nel caso si trattasse di costruzione abusiva - ce ne sono tra quattrocento e quattromila lungo la costa marsalese, a seconda della classificazione degli abusi e di come si fanno i conti - la risposta del funzionario comunale sarebbe: " Dati i fondi limitati per le demolizioni, bisogna andarci piano, e bisogna pure rispettare l'ordine cronologico delle pratiche abusive". Il che importa che se per caso questa costruzione é la cinquecentesima della graduatoria delle costruzioni abusive, al ritmo demolitorio di questi ultimi anni, quattro all'anno, dovremmo aspettare centoventicinque anni per vedere liberato il posto da quell'obbrobrio. Chi vivrà vedrà.

Ma il funzionario non dice tutto quello che sa. C'é un'eccezione alla norma da lui portata a giustificazione del non fare. C'é una norma derogatoria che consente di non rispettare l'ordine cronologico delle pratiche, quando ci sono motivi di necessità od urgenza, e basta in questo caso motivare adeguatamente l'atto.

Ho fatto delle foto al manufatto mostruoso, e rimessomi in auto ho proseguito verso le Saline Ettore ed Infersa. La vista dell'isola di Mozia sullo sfondo grigio arancione del tramonto, quella delle Saline e dei mulini mi hanno rasserenato. Ma si vede proprio che stasera devo inquietarmi. Arrivato in prossimità della fine della Saline, noto una novità e fermo l'auto di lato. Mi ha fermato una costruzione a piano terra, in legno o materiale che gli somiglia, piazzata sulla spiaggia, tra la via e il mare. Un cartello posto sul fianco del manufatto dà alcune indicazioni. Il Comune di Marsala, Ufficio Suap (Sportello unico attività produttive), il 17 giugno 2014 ha autorizzato la costruzione di chioschi con pergolati e aree ombreggiate, per 232 metri mq. L'impresa committente é Edil Europa s.r.l. Il progettista é l'arch. Francesco Foderà, che é anche il direttore dei lavori. I lavori hanno avuto inizio il 19 giugno 2014.

Per questo nuovo manufatto l'opinione pubblica si é allarmata. Su tp24, giornale elettronico, il 3 settembre scorso é stata data la notizia, intervistando anche un addetto ai lavori, che potrebbe essere il titolare dell'impresa. E' sembrato essere un palermitano, che si lamentava dell'interesse negativo che la sua opera sta suscitando. Pressappoco ha affermato che i marsalesi non sanno valorizzare i loro luoghi, mentre lui ha bonificato l'area raccogliendo preservativi e siringhe. Che i marsalesi non sanno tutelare le loro bellezze naturali, mi trova d'accordo, ma da che pulpito vien la predica!

In quell'occasione tp24 ha interpellato pure il dirigente dell'ex Provincia, ora Libero consorzio di comuni, Roberto Fiorentino, che ha precisato che il sito della costruzione non fa parte della Riserva dello Stagnone. Mah...fatto sta che é sulla spiaggia tra l'acqua della laguna e la via litoranea.

Legambiente ha presentato una circostanziata denuncia alla procura della Repubblica di Marsala. Il procuratore avrebbe aperto un fascicolo. E' probabile che si riempirà di carte. Anche senza essere esperti di pubblica amministrazione, si capisce che la sede dei chioschi con pergolati e aree ombreggiate interessa diversi enti e diverse procedure. C'é a sei metri l'acqua della laguna. Se la sede del manufatto non fa parte della Riserva, é demanio marittimo. La gestione della riserva era della Provincia, miracolosamente rigenerata, dopo morta, in Libero consorzio di comuni, ossigenato dal commissario regionale, Antonio Ingroia. Il Comune rilascia le autorizzazioni, ma deve pure tenere conto del parere della Soprintendenza ai beni paesaggistici e dell'esito dei procedimenti di valutazione dell'impatto ambientale. Siamo sicuri che tutti gli enti interessati abbiano dato il loro assenso? Siamo sicuri che si stato valutato convenientemente l'impatto ambientale?

Alla procura della Repubblica sarebbe stato aperto un fascicolo. E' probabile che si riempirà di carte.

 



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