Una nuova moda criminale, potremmo definirla: rubare i gruppi di discussione sul social network più popolare, Facebook. La denuncia arriva da una serie di gestori che hanno scritto proprio alla società Facebook per lamentarsi dei gruppi illegalmente carpiti ad opera sia di una organizzazione denominata “Shitstorm” che, più recentemente, di un’altra conosciuta come “Nameless” (dalla prima presumibilmente filiata). Si tratta di una vicenda tutta italiana. I membri di Shitstorm agiscono per scopi razzisti, soprattutto nei confronti dei meridionali, si appropriano di un gruppo e cominciano ad insultare e minacciare i membri, impedendo ogni discussione, postando i propri contenuti.
I gruppi carpiti sono attualmente un centinaio scarso (per circa 1.200.000 membri iscritti). Addirittura in qualche caso, come una specie di estorsione, alcune persona hanno dovuto "trattare" con i pirati per riavere indietro le chiavi del loro gruppo. E' accaduto per esempio al responsabile del gruppo “Chiediamo all'ONU la DICHIARAZIONE UNIVERSALE DEI DIRITTI ANIMALI”.
Nel giro di alcune settimane potrebbe anche essere presentata in Parlamento una interrogazione sulla vicenda, per l’interessamento di una senatrice del Movimento 5 Stelle che faceva parte del gruppo “Nell’alveo del torrente”, uno dei principali gruppi rubati. E' stata presentata una documentata denuncia di quanto accaduto alla Polizia Postale, mentre le speranze degli utenti sono affidate ad una lettera aperta pubblicata in italiano e in inglese per chiedere a Facebook di rivedere le impostazioni della sicurezza dei gruppi.
Non è una questione di poco conto. Tra le centinaia di gruppi rubati ci sono realtà (virtuali) di migliaia di persone, accomunati da una passione sportiva, un interesse comune, un'idea politica, e costretti a subire messaggi offensivi, post pubblicitari fastidiosi, prima - ovviamente - di abbandonare tutto.
Shitstorm, l'organizzazione al centro delle polemiche, ha modalità di azione ormai note: uno dei membri dell'organizzazione copia l’account di un amministratore del gruppo, e dopo averne contattato un altro si fa aggiungere come amministratore, con la scusa che l’account vecchio gli è stato rubato o di averne creato un altro perché in qualche modo ne aveva bisogno. A questo punto il “ladro” comincia ad eliminare tutti gli altri, originali, amministratori, aggiungendo suoi “complici” e prendendo dunque il controllo del gruppo. Infine modificano la foto di copertina del gruppo rubato, che di solito è uguale a quella vecchia, tranne per il fatto che vi aggiungono scritte ed elementi che fanno riferimento a Shitstorm.