di Leonardo Agate - Massimiliano Latorre é arrivato in Italia, all'aeroporto di Grottaglie, dove ha trovato ad attenderlo il ministro della Difesa Roberta Pinotti e il Capo di Stato maggiore della Marina Giuseppe De Giorgi. E' uno dei due marò che rientra in Italia dall'India, per una cura a casa di quattro mesi. In quel paese, durante la ormai lunga detenzione, ha avuto un'ischemia da complicazioni nervose.
L'accoglienza dei due massimi esponenti della Difesa e della Marina lascia ben sperare, ma la vicenda dei due fucilieri italiani - l'altro é Salvatore Girone - é dall'incerto esito.
I due marinai stavano facendo il loro dovere a bordo della nave - una porta container, Enrica Lexie - cui dovevano assicurare l'incolumità dagli assalti pirateschi in quel mare infido dalle parti dell'India, in cui le navi passeggere e commerciali non possono navigare tranquille. Per un errore hanno ucciso con il loro fucili due marinai indiani su un'imbarcazione scambiata per un naviglio di bucanieri. Cose che possono succedere in quel contesto dove gli assalti marini possono essere artificiosamente camuffati. A quel che sembra, il fatto é avvenuto in acque di dominio internazionale, anche se in prossimità di quelle territoriali. Sia come sia, ci sono stati due morti indiani e due fucilieri italiani processati al tribunale di Kochi.
E' avvenuto che il 20 dicembre 2012 i due fucilieri sono rientrati in Italia per due settimane, con l'obbligo di tornare alle carceri e al processo indiani. Anche il 23 febbraio 2012 sono rientrati in Italia per andare a votare. In tutte e due le occasioni hanno rispettato l'obbligo di rientro in India, consigliati dalle massime autorità italiane, compreso il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano.
In occasione del secondo ritorno nel nostro paese, l'allora ministro degli Esteri Terzi ufficializzò l'intenzione del governo italiano di trattenere i due militari in Italia, trattandosi di una controversia internazionale. Il governo non fu d'accordo, e il ministro si dimise.
Ma il loro ritorno in India, la prima e la seconda volta, fu un errore politico. Se allora i due non fossero stati ricondotti in India, cosa sarebbe potuto succedere? Senz'altro sarebbe stato violato un accordo preso ai massimi livelli tra le autorità italiane e quelle indiane. Senz'altro, sfuggiti i due al potere di quel paese, sarebbero rientrati nelle loro famiglie e nella loro carriera di militari. Senz'altro l'India non avrebbe scatenato un guerra per venirsi a riprendere i due marò.
Tra l'altro si vocifera di ingenti somme che, sottobanco, sono state versate alle famiglie delle due vittime indiane. Anche di questo si sarebbe dovuto tenere conto nella valutazione della vicenda, se si fosse conclusa con il non rientro in India dei due processati.
Non facendo evidentemente la guerra al nostro paese, il governo indiano avrebbe manifestato a livello internazionale la violazione dell'accordo. E a livello internazionale ci sarebbero stati commenti, ma non poi tanti trattandosi di una piccola storia, che ha destato interesse solo perché dura da oltre due anni, senza che si riesca a sbrogliarla.
L'india, nel caso di non rientro dei due, avrebbe potuto adottare sanzioni economiche contro le esportazioni italiane e gli interessi delle nostri imprese e dei nostri finanzieri. Ne avrebbe risentito un poco l'economia di alcune aziende, ma nel mondo globalizzato le aziende avrebbero potuto spostare altrove i loro interessi. E' avvenuto, invece, che l'eccessiva protezione dei nostri interessi economici in quel lontano paese abbia determinato la decisione di rimandare là i due italiani. Adesso potrebbero essere condannati per omicidio, con il risultato penale conseguente.
Se, diversamente dalle altre due volte, stavolta Massimiliano Latorre non tornerà, alla fine dei quattro mesi, in India, potrà succedere che la vendetta degli indiani si abbatta sul compagno ancora là detenuto, con conseguenze per lui più drammatiche.
Le occasioni per non rimandarli alla galera indiana sono state perse, quando si sono presentate. Adesso si ripresenta per uno solo dei due, ma potrebbe essere deleteria per l'altro.