Sul vandalismo e sugli atti vandalici è stata scritta una enorme mole di libri. Dalla psicologia comportamentale, alla sociologia, fino alla criminologia, le moderne scienze si sono occupate del fenomeno. Gli articoli giornalistici, poi, non si contano. Ma la stampa interviene solo quando si registrano episodi che superano il limite della sopportabilità , o quando vengono causati danni a persone e a cose. Un fenomeno di massa risalente agli anni cinquanta. Protagonista la famosa “gioventù bruciata”. Ma mentre allora esprimeva il disagio e lo smarrimento della generazione dell’immediato dopoguerra, con il passare degli anni esso ha via via cambiato i connotati. Perché a cambiare sono state le motivazioni. Contrariamente a quanto si possa pensare, infatti, spesso i protagonisti delle “bravate” consumate non appartengono ai ceti più bassi della società. Spesso è stato usato il termine di “gioventù dorata” per indicarne la provenienza. Si trattava di rampolli della buona borghesia ( oggi, invece, del cosiddetto ceto medio, che non è riuscito a indicare e trasmettere valori di un certo spessore, se non quelli che il consumismo impone), che, sopraffatti da noie esistenziali, credono di potere spezzare le catene del conformismo, scaricando le frustrazioni, indirizzandole contro uomini, monumenti, attrezzature e impianti di vario genere. Mai singolarmente e sempre in gruppo. Conta il “gesto” in sé. E’ la gratuità a renderlo “eroico”. Nessuna motivazione “politica”. Nessuna voglia di cambiamento. Solo un’inconscia pulsione distruttiva, dilatata per l’effetto dei gradi alcolici ingeriti. E potendo contare sempre sulla paghetta del papà. A Salemi le condotte eteroaggressive di vandalismo, da qualche tempo in qua, si ripetono con una certa periodicità. La location è sempre la medesima. Il superbo castello federiciano che sovrasta la città e le sue adiacenze. E i protagonisti, molto probabilmente, giovani adolescenti che non sembrano valutare adeguatamente la gravità dei loro atti. Del resto, l’atto vandalico quasi sempre non è giustificato da una motivazione cosciente proporzionata al danno. La cronaca ne è piena. Una notte fu divelto il lucernario della biglietteria scaraventandolo sull’impianto antincendio. Un danno considerevole, tenendo conto che la cupola di plastica che si trova sul tetto del botteghino, era dotata di un sistema evacuazione del fumo. Un’altra volta fu il turno dei vetri di alcune finestre. In un’altra occasione la rabbia si scatenò sui contenitori della spazzatura, sulle aste delle varie inferriate, sui faretti e su tutta la cartellonistica. Un pomeriggio la furia iconoclastica si abbatté sul Teatro del Carmine. Una mano ignota imbrattò le pareti della struttura con dei geroglifici idioti e privi di senso al solo scopo di deturparle. Le indagini della polizia municipale non arrivarono ad alcuna ipotesi. Per arrivare infine agli ultimi episodi della settimana scorsa di estrema gravità. Le bottiglie intere e frantumate lasciate nei pressi del sagrato dell’ex Chiesa Madre, sarebbe il minimo. Ci hanno riferito infatti che, nel corso di una notte, sono state lanciate all’impazzata alcune bottiglie e persino delle pietre sorvolando i tetti sottostanti l’antico maniero, fino a raggiungere la Via Garibaldi, la principale arteria che conduce alla Piazza Alicia. Causando danni ai vetri di alcune imposte e alla carrozzeria di una macchina posteggiata in uno slargo della serpentina che porta sull’acropoli. I fatti sarebbero stati segnalati alle autorità competenti. Alcuni invocano a gran voce le telecamere. Ritengono che un impianto di video sorveglianza possa scoraggiare il fenomeno. Se ne parla da anni. Dopo l’intervento immediato per la riparazione del lucernario il neo sindaco Domenico Venuti ci dichiarò che aveva sollecitato l’iter della pratica per l’approvazione ministeriale di un progetto per la predisposizione della videosorveglianza sia nella zona del Castello, sia nelle piazze principali sia nell’area della scala mobile e data la notizia che sarebbe stato installato entro breve tempo un servizio di videosorveglianza nell'area delle "scale mobili e ascensori" che collega il parcheggio Riformati con la Piazza Libertà. Si tratta di un provvedimento adottato dal prefetto Basile, ai tempi dei Commissari, che mirava “ ad una attività di prevenzione e protezione dei beni anche in relazione ad atti di vandalismo, aderendo al PON Sicurezza per lo sviluppo obiettivo Convergenza 2007/2013” ottenne un finanziamento del progetto per l'importo di 183.842,20 euro. A seguito dell'espletamento di procedura di gara aperta per la "Realizzazione impianto di videosorveglianza territoriale - Salemi sicura", la fornitura e messa in opera fu affidata alla ditta "TechLab works s.a.s. di Luigi Tummino e C." di Trecastagni di Catania. E’ previsto che tutti gli impianti di videosorveglianza siano istallati in punti sensibili del centro storico. In particolare i punti nevralgici riguarderanno le aree dove sussistono opere d'arte, monumenti ed altre zone di particolare interesse. Considerato che le immagini di ripresa possono riguardare persone e costituiscono dati personali il Comune di Salemi ha adottato apposito regolamento (di 24 articoli) per disciplinare l'uso delle immagini dell’impianto di videosorveglianza che sarà collegato alla centrale operativa della polizia locale. Il costo complessivo dell’impianto nell’area delle scale mobili, in ritardo di avvio, è pari a 14.030 euro. Ma fino ad oggi, nulla si è visto. Oltre alla video sorveglianza, occorrerebbe, contestualmente, sensibilizzare i cittadini, affinché si percepisca il bene comune come proprio. Per far si, cioè, che il rispetto per l'ambiente e i monumenti sia un fatto ci civiltà e non di costrizione, al solo fine di non incappare in infrazioni e sanzioni severe. In ogni caso il sindaco Venuti, sembra intenzionato ad usare le maniere forti. “Tolleranza zero”, ha annunciato all’indomani dell’ennesimo episodio. Poi, ha sbottato, interpretando l’umore della stragrande maggioranza dei cittadini, “nonostante nelle scorse domeniche siano stati presi provvedimenti sanzionatori dai vigili urbani, non intendo tollerare oltre questo scempio, i locali hanno l'obbligo di rispettare il divieto di servire bevande nelle bottiglie di vetro, di rispettare gli orari per la diffusione della musica e di pulire ciò che viene sporcato dai propri utenti. Una battaglia di civiltà e di legalità che porterò avanti senza esitazioni per il rispetto del territorio, dell'ambiente, dei monumenti, insomma della Città e dei cittadini. Tolleranza zero.”
Franco Ciro Lo Re