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22/08/2014 12:17:00

La fitoterapia in pediatria

Sono molte le malattie dei bambini per le quali si possono oggi adottare delle terapie non tradizionali che, da un punto di vista terapeutico, sono sufficientemente valide e non hanno la stessa incidenza di effetti collaterali delle terapie tradizionali. La fitoterapia risponde a questi canoni ma a condizione che sia applicata con sostanze titolate secondo la F.U. europea e che ogni sostanza sia stata valutata con studi clinici, farmacologici come, d’altronde, andrà a regolamentare dal 2010 la commissione europea per i farmaci fitoterapici. I campi di applicazione della fitoterapia in pediatria sono oggi molteplici e fra queste i più frequenti sono: malattie da raffreddamento e sue complicanze non febbrili, dissonnia, inappetenza, carenze vitaminiche, stati di agitazione, convalescenza, meteorismo. In questo articolo prenderemo in esame alcune di queste situazioni prima indicate. La malattia da raffreddamento e le sue complicanze implica il coinvolgimento del sistema immunitario che, se già compromesso o più semplicemente leggermente deficitario aggrava ancor di più il quadro clinico. Le sostanze estrattive che vengono impiegate per migliorare e sostenere il sistema immunitario sono tante e che a seconda della composizione vanno a determinare una reazione aspecifica, quindi con l’attivazione dei globuli bianchi per la fagocitosi e del complemento, e una reazione specifica che in base alla modalità di risposta determina una immunità cellulo-mediata (linfociti T citotossici) o una immunità umorale (linfociti B); fra queste ricordiamo: l’echinacea, l’acerola, il beta-glucano, l’arabinogalattano, lo zinco.; che determinano una stimolazione/modulazione di tutto il panel immunitario a 360° aspecifico e specifico. L’echinacea appartiene alla famiglia delle composite e le specie più attive dal punto di vista farmacologico sono: la purpurea e l’agustifolia. È il principio naturale più prodotto negli USA e la commissione tedesca del farmaco l’ha definita un supporto ed un promotore naturale nell’incrementare le difese del nostro organismo, specialmente in infezioni respiratorie. Nella pianta vi sono numerosi composti chimici responsabili di una notevole attività farmacologia per la quale viene indicata come potente immunostimolante (polisaccaridi, glicoproteine, acido cicorico, alcammidi).

 

Numerosi studi clinici hanno evidenziato che il meccanismo d’azione si svolge attraverso: potenziamento dell’attività fagocitarla; azione sul sistema immunitario specifico con una azione diretta ai linfociti T helper e, indirettamente, alle attività stimolate dalle interleuchine; migliorando le funzioni delle cellule natural killer. Inoltre l’echinacea presenta altre caratteristiche che sono: attività antinfiammatoria, attività protettiva a livello cutaneo, attività antivirale. Dal punto di vista clinico l’echinacea è efficace nei seguenti ambiti: trattamento adiuvante dei sintomi influenzali; trattamento adiuvante del raffreddore e delle infezioni croniche delle vie respiratorie; coadiuvante nelle terapie urologiche; azione accelerante la guarigione di ferite e di ulcere. L’ambito terapeutico maggiormente indagato è quello delle affezioni respiratorie ed è una delle piante maggiormente testate sui bambini. L’acerola è nota in Europa anche come la “ciliegia amazzonica” per il colore rosso dei frutti, cresce nell’America latina ed il frutto è molto conosciuto per l’alto contenuto di vitamina C, ma anche per i suoi effetti antiossidanti, antivirali e per l’aiuto che da nell’assimilazione del ferro. L’efficacia clinica è attiva nella produzione di anticorpi e rafforza la funzione dei fagociti, aumentando la resistenza dell’organismo; è un ottimo antiossidante; entra nei processi di sintesi del collagene, dell’interferone, della carnicina, degli ormoni surrenalici. Entra nei processi di produzione dell’energia e previene l’accumulo di istamina; favorisce, inoltre, l’assorbimento del ferro e di altri minerali. Protegge dall’inquinamento e da molte sostanze tossiche (nicotina, benzoato, ecc.). Per tale motivo il suo utilizzo risulta utile in tutte le patologie da raffreddamento e nelle sindromi influenzali.

Il beta-glucano è un polisaccaride presente in natura in diverse varietà di fonti naturali tra le quali le pareti cellulari del lievito. È un immunostimolante in quanto attiva i macrofagi migliorandone le capacità fagocitanti. Fra i vari tipi di lucano il beta 1,3 Dglucano ha dimostrato di possedere le migliori proprietà immunostimolanti. Il macrofago è dotato di recettori per questo polisaccaride quindi il sistema immunitario, quando si presenta nell’organismo, lo riconosce come patogeno e si attiva. Quindi il legame fra il beta 1,3 Dglucano ed il macrofago determina la liberazione di interleuchine, l’attivazione del sistema del complemento, l’attivazione modulazione attività linfocitaria, l’attività antimicrobica diretta e l’azione di fagocitosi. L’effetto terapeutico è espletato dunque attraverso il sistema di difesa naturale proprio dell’organismo e non tramite l’assunzione di alcune sostanze che, come risultato, potrebbero lasciare l’organismo indebolito. Al contrario le difese immunitarie di un individuo vengono aumentate fisiologicamente. L’arabinogalattano è una fibra alimentare prebiotica derivata dalla corteccia del larice. Viene estratto senza additivi, in forma pura, da tessuto vegetale non delignificato e per questi motivi trattiene la massima concentrazione di polisaccaridi. Possiede le seguenti attività: antinfiammatoria, antiallergica ed è in grado di agire anche sul sistema del complemento attivatosi in corso di reazione allergica; immunostimolante o immunomodulatrice attraverso un incremento della naturale capacità citotossica svolta dalle cellule natural killer, incrementando la capacità fagocitarla della popolazione linfocitaria.

 

Lo zinco è un minerale essenziale, la cui presenza in tracce è indispensabile alla vita. È essenziale per la sintesi di coenzimi che intervengono nella sintesi di amine biogeniche, è co-fattore di numerose reazioni enzimatiche coinvolte nel metabolismo dei carboidrati e delle proteine. Lo zinco svolge un ruolo importante nella sintesi del DNA in quanto molte proteine regolatrici che controllano la trascrizione del DNA necessitano di zinco per la loro attività. L’attività immunitaria dello zinco si esplica nella regolazione dei linfociti T, delle cellule C, delle natural killer, dell’interluchina II e dell’interferone. Un’attività immunitaria normale è regolata dai livelli plasmatici di zinco con un meccanismo molto sensibile. L’attività dei leucociti è dipendente dalla concentrazione di zinco. Lo zinco possiede una propria attività antinfiammatoria che si esplica probabilmente con la capacità di inibire il rilascio di mediatori dalle cellule dell’infiammazione. Manifesta un effetto sinergico insieme alla vitamina E nell’inibire la produzione di prostaglandine infiammatorie e di leucotrieni. Lo zinco può essere efficace nel trattamento della bronchite e dell’influenza perché stimola la produzione di anticorpi e la circolazione dei linfociti Thelper. I tipi di insonnia nell’infanzia si distinguono in base all’età. Nel primo anno di vita sono disturbi di inizio del sonno per associazione; sindrome da eccessiva assunzione di cibo e bevande durante la notte; coliche dei primi mesi di vita; insonnia da allergia alle proteine del latte o da altri allergeni alimentari. Da un anno in su e fino all’età pre-adolescenziale i disturbi sono causati da mancata identificazione del limite, paure all’addormentamento e incubi, sonnambulismo (circa il 15% dei bambini fra i 5 e i 10 anni ne soffre). Sono indipendenti dall’età invece l’insonnia legata a fattori socio-ambientali e l’insonnia secondaria a malattie mediche. Il primo ipnotico erboristico usato nell’antichità era il succo di papavero insieme alla mandragora che Galeno consigliava con semi d’orzo mescolati a succo di lattuga. Attualmente le erbe più conosciute per la cura dell’insonnia sono la passiflora, la melissa e l’escoltzia.

 

La melissa officinalis appartiene alla famiglia delle labiatae e cresce in tutti i paesi del bacino del mediterraneo, in Europa centrale e orientale. Vengono usate le foglie. Chimicamente contiene circa lo 0,05% di olio essenziale, caratterizzato per la presenza di aldeidi monoterpeniche in particolare di citrale. Contiene, inoltre, triterpeni, acidi fenolici in particolare acido rosmarinico, flavonoidi, eterosidi di monoterpeni ed anche tannini in quantità fra 10 e 14%. Ha azione sul sistema nervoso centrale di tipo sedativo, ansiolitico e moderatamente ipnoinducente, può anche avere azione antidolorifica. L’attività sedativa della melissa si è dimostrata recentemente, infatti alcuni flavonoidi sarebbero in grado di legarsi ai recettori delle benzodiazepine e quindi con effetti anticonvulsivanti, ansiolitici e moderatamente ipnogeni. L’azione spasmolitica sulla muscolatura liscia del tubo digerente è dovuta all’olio essenziale e in parte anche ai flavonoidi che contengono apigenina. L’azione spasmolitica non è di tipo anticolinergico, ma e soprattutto di tipo calcioantagonista. La passiflora appartiene alla famiglia delle passifloracee e dal punto di vista chimico contiene vari composti flavonoidi, glicosidici, alcaloidi dell’armalo e un derivato gamma benzopiranico denominato maltolto. Alcune frazioni metanoliche delle foglie hanno dimostrato avere azione ansiolitica simile al diazepam; così come la stessa frazione ha mostrato, nei topi trattati, la capacità di invertire la tolleranza alla morfina e la dipendenza dalla delta9-tetraidrocannabinolo. La passiflora è raccomandata dalla commissione tedesca per il trattamento della irrequietezza nervosa e dei disturbi del sonno. La passiflora quindi possiede azione sedativa sul sistema nervoso centrale, soprattutto a livello della zona motoria del midollo spinale e dei centri del sonno. Utile soprattutto nell’insonnia di tipo cerebrale, dove provoca sonno simile a quello fisiologico e un risveglio senza stordimento. Non causa farmacodipendenza, l’effetto sedativo della pianta è stato dimostrato nel ratto anche con tracciati elettroencefalografici, che sono molto simili a quelli degli animali trattati con le benzodiazepine. Svolge anche azione rilassante. L’escolzia appartiene alla famiglia delle papaveraceae, chimicamente possiede svariati alcaloidi. I principali sono: protopina, il quale possiede proprietà sedative; cheleritina con spiccate proprietà antispasmodiche (come la chelidonina, altro alcaloide contenuto); glaucina la quale presenta un’azione sedativa. La principale azione farmacodinamica della escolzia si manifesta a carico del sistema nervoso centrale ma il fitocomplesso mostra anche una notevole attività periferica sulla muscolatura liscia. Infatti gli effetti più riconosciuti sono quelli: sedativi, ipnoinducenti, spasmolitici intestinali. Per tali motivi l’escolzia è indicata negli stati ansiosi, insonnia, specie se c’è difficoltà ad addormentarsi e il sonno non è riposante; oltre a ciò viene utilizzata nella ipereccitabilità nervosa. Generalmente i bambini risentono più degli adulti delle patologie che contraggono ed hanno più difficoltà a recuperare e, quindi, uscire definitivamente dalla convalescenza per riprendere in toto le attività psico-fisiche proprie delle fasce di età alle quali appartengono. Anche per queste eventualità esistono in natura dei rimedi adeguati. La pappa reale è la secrezione delle ghiandole ipofaringee mascellari delle api operaie ed è in concentrato di sostanza biologicamente attive; per il 66% è formata da acqua, zuccheri 14%, protidi 13%, lipidi 4,5%, vitamine B1, B2, B3, B5, B6, le vitamine A, la B12, C, D e la E, contiene anhe Ca, Fe, Cu, Fo, Po, Si e S. è quindi un alimento completo e in grado di fornire molte sostanze essenziali per il bambino e l’adulto. La pappa reale è indicata per chi si trova in situazioni di stress o di stanchezza e, come attestato da alcune ricerche, per i neonati prematuri. Favorisce il riequilibrio del sistema endocrino, stimola l’intero organismo, soprattutto nei soggetti ipotonici, da buoni risultati nella cura delle anemie, compensa eventuali carenze alimentari ed è anche un regolatore naturale dell’appetito, consigliata per l’anoressia. Ma, grazie alla presenza di vitamina B5, è un potente “ansietà”: ritarda infatti gli effetti dell’invecchiamento della pelle.

L’eleuterocco è tra le sostanze energizzanti più conosciute ed usate che si trovi in natura. Ha un alto contenuto di principi attivi tonificanti: ginsenoidi, saponine con struttura triterpenica, tutte le vitamine del gruppo B, vitamina C, E, A e K, acido folico, olio essenziale, peptici, saponosidi, tutti gli aminoacidi essenziali, minerali ed oligoelementi: sodio, magnesio, ferro, zinco, manganese, un potentissimo antiastenico-antifatica, e diverse terre rare. Possiede anche enzimi come amilasi, fenolasi, glicolasi. Ha effetto adattogeno sui sitemi immunitario, endocrino e nervoso grazie alla sua abilità di aumentare la capacità dell’organismo di adattarsi allo stress interno ed esterno rafforzando quei sistemi; tonico perché agisce su tutti i sistemi grazie alla sua abilità di rinvigorire e rafforzare tutti i sistemi e gli organi. L’eleuterococco è particolarmente utile nei piccoli pazienti in convalescenza. Svolge una funzione antiastenico-antifatica perché agisce sul sistema endocrino e la funzione ormonale grazie alla sua capacità di prevenire e/o alleviare la fatica questo anche grazie all’elevato contenuto di manganese. La rosa canina sono piccoli frutti, sorgenti naturali più concentrati di vitamina C, presente 50/100 volte in più rispetto agli agrumi. I bioflavonoidi presenti esercitano un’azione sinergica alla vitamina C, favorendone l’assorbimento. Il mirtillo nero, frutto contiene antocianosidi (cianiina, peonidina, delfinidina, ecc) che hanno la proprietà di rinforzare il tessuto connettivo ed i tessuti in genere. Forte anche l’azione antiossidante e protettiva verso gli insulti di natura infiammatoria.

 

Dott. Angelo Tummarello

Pediatra di famiglia

Consigliere regionale della Società Italiana di Pediatria Preventiva e Sociale

Ricercatore e divulgatore scientifico

Marsala

Cell.360409851

Email: dott.a_tummarello@libero.it 



Infomedica | 2024-11-09 11:19:00
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