di Leonardo Agate - In un'intervista rilasciata ieri [ndr 5 luglio] a Il fatto quotidiano da Francesco Boccia, presidente della V Commissione bilancio, tesoro e programmazione della Camera dei deputati, il politico lamenta che il Mef (Ministero economia e finanze) non esegue le disposizioni governative, remando contro.
Il problema rappresentato dalla pubblica amministrazione é uno dei più antichi e dei più gravi. Soltanto durante il ventennio fascista la Pa si é adeguata alle direttive governative, altrimenti erano guai per i pubblici dipendenti. Finita la dittatura, con la rinascita repubblicana la burocrazia é rinata dalle sue ceneri, e tutti i governi a partire dagli anni Sessanta - quando si è affievolito l'afflato neo democratico - hanno dovuto fare i conti con la Ragioneria generale dello stato, con il Ministero del bilancio, con quello dell'economia, con l'altro delle finanze, e con i gruppi di pressione annidati dentro i Palazzi. La democrazia parlamentare, con un esecutivo costituzionalmente debole, è rimasta vittima della competenza tecnica degli alti funzionari statali, ma anche dei capi e capetti della burocrazia a livello periferico. Già in quattro Regioni a statuto speciale fin dal dopoguerra, nella quinta Regione a statuto speciale - il Friuli Venezia Giulia dal 1963 - e nelle Regioni a statuto ordinario dalla loro istituzione nel 1970, la burocrazia regionale si é appostato dietro quella centrale, e se un provvedimento governativo voleva diventare realtà doveva passare le forche caudine della prima postazione burocratica centrale e della seconda linea periferica.
Non c'é stato governo, dalla fine del boom economico in poi, a non avere nel suo programma la riforma della pubblica amministrazione. E non c'é stato governo che sia riuscito a realizzarla. Tutti i governi, che sono durati un certo numero di mesi, sono rimasti succubi delle pastoie burocratiche. Cosicché si é assistito alla enunciazione di sempre più nuovi programmi di riforma, dato che quelli precedenti sono rimasti lettera morta o quasi.
In una situazione di esecutivo debole, i burocrati che stanno a lungo sulle loro poltrone, e attraversano indenni diverse stagioni politiche, hanno assunto il ruolo di veri decisori, andando oltre i limiti delle loro funzioni.
Se il governo Renzi saprà realizzare una vera riforma della burocrazia, avrà più facile via alle altre riforme.