Il ragazzo guardò in alto: nel cielo pieno di stelle puntò la più luminosa e desiderò inseguirla.
Il “sogno” gli si presentò in tutto il suo splendore, così reale da non lasciargli dubbi a perseguirlo.
Nel progetto investì tutte le sue energie e capacità senza risparmiarsi.
Dio stesso aveva investito un bene più grande e prezioso di qualsiasi altro: il suo unigenito figlio Gesù Cristo.
L’entusiasmo iniziale e giovanile, ben presto, però, lasciò posto a mille dubbi e a mille perché nel ragazzo che, intanto, si era fatto uomo.
E l’uomo non permise che il suo sogno scadesse e, anche se con mille difficoltà, andò avanti e non mollò.
È vero, le forze erano incominciate a venir meno, il fisico a stremarsi, la solitudine ad avere un peso nelle angosce interiori, ma il cuore ancora fremeva di passione e d’amore per quella stella che era diventata il suo sogno da perseguire.
Un sogno che urgeva portare avanti per raggiungere gli altri, i più deboli, per aiutarli a riprendere fiato, per risollevarli dal fango, dalle debolezze, per sorreggerli nello sconforto e nella disperazione, per coinvolgerli e renderli partecipi di quel sogno che egli stesso aveva fatto suo, il sogno del Padre annunziato dal Cristo: costruire il Regno dei Cieli sulla terra.
Un Regno che scaldasse i cuori, che pacificasse le menti e gli animi, che ristabilisse equilibrio, armonia e pace nel Creato.
Così la croce del Cristo, per l’uomo ormai diventato maturo, risultò leggera come il peso di una farfalla e lo aiutò ad andare avanti con la leggiadria di un giovane, con la sicurezza di uno spirito libero e consapevole della grandezza del sogno che proclamava.
Niente è stato sprecato nei 50 anni trascorsi a vivere votato al suo sogno: ogni goccia di sudore versato è stata mutata in perla, ogni lacrima versata è stata contata e raccolta in preziosi vasi d’alabastro.
Il suo cammino è stato valutato e misurato e gli sarà rivalutato con una buona misura pigiata, scossa e traboccante di beni, di grazia e di gloria.
19 luglio 2014 –
Pina Giacalone Teresi