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24/07/2014 06:49:00

Scrive Barbara Lottero: "Così Giulia Adamo, la Zarina, è caduta, forse per sempre"

 E adesso?

Era il 21 maggio del 2012 Giulia Adamo diventava Sindaco di Marsala portando a casa un bottino grasso e grosso, vinceva in tutte le sezioni, nessuna esclusa, con un totale di 21.275 voti pari al 65.86% della popolazione votante. Qui a fianco ecco il video realizzato della redazione di marsala.it, oggi tp24.it, che restituisce la gioia del suo elettorato e che a tratti somiglia ad una “orgia del vasa vasa”.

Bisogna che tutti i marsalesi rivedano questo video.
Sia quelli che quel giorno gioivano perché credevano in quel progetto e che oggi si sentono beffeggiati, perché tutto crolla per fatti risalenti al 2005 e forse qualcuno di loro starà chiedendosi: ma in cosa abbiamo creduto?
Sia quelli che in quel progetto non ci credevano e che adesso staranno pensando: ah ecco noi lo sapevamo!
Sia quelli che se ne sono stati a casa o se ne sono andati a Favignana, cosi si diceva in quei giorni, perché nessun progetto andava bene e che ora, forse, staranno gongolando nel loro brodo di giuggiole, quello di cui solo i pensatori impegnati possono godere.

Oggi Giulia Adamo, lei, la Zarina di tutte le Marsale, per eleganza, per distinzione e per modi, è in ginocchio, è caduta, forse, per sempre.

Intanto, tra i vari traccheggi della politica, o presunta tale, c’è una la domanda che serpeggia tra una balata e l’altra del cassero: e adesso?

Adesso i delusi, cioè quelli che per lei hanno votato e per lei hanno fatto votare, dovrebbero concedersi la facoltà di tacere, perché le chiacchiere di chi fino a ieri ci credeva o di quelli che si sono persi per strada, sono sempre le più disgustose.
Tutti quelli che hanno avuto come premio per buona campagna elettorale i sotto governi della città: poltrone, poltroncine, sedie, sediole, sgabelli e strapuntini, dovrebbero avere la compiacenza di rassegnare la proprie dimissioni. Tutti i “suoi nominati” dovrebbero avere il decoro di lasciare i posti di combattimento. Quelle cariche, adesso che il progetto è finito, non hanno più motivo di essere, se ne andassero tutti a casa, soprattutto quelli che stanno li a titolo gratuito, quindi per una adesione progettuale, oggi che il progetto non c’è più, la loro presenza non ha più senso; così facendo mostrerebbero una egregio esempio di dignità, manifesterebbero il significato di amor proprio e darebbero anche una lezione di umiltà.
Perché adesso la città, per ripartire, ha bisogno di questo, di dignità, di amor proprio e di umiltà.

Adesso tutti i suoi avversari dovremmo avere la buona grazia di evitare lo sciacallaggio, perché in questi due anni e qualche mese, la città ha avuto il sindaco che il popolo ha scelto, questa la democrazia, punto. Adesso alla Cassazione l’ultima parola, non alziamo i vessilli della vittoria, il boccone è amaro per tutti, c’è poco da stare allegri.

Adesso gli uomini e le donne per tutte le stagioni, cioè gli esperti dello zapping politico a seconda delle personali convenienze, cioè i camaleonti, quelli che del pret a porter fanno un modello di vita oltre che di passerella, quelli che comunque vada e che chiunque vinca badano solo ai propri affari, gli squallidi per definizione e per condotta. Ecco, loro, gli squaletti dai denti acuminati che navigano nelle acque basse di questo splendido orlo di Sicilia, dovrebbero avere la cortesia di farsi da parte, che non sono più i tempi per questo tipo di affarismo senza dignità, che la gente è stanca, che la città è in ginocchio anche per loro responsabilità, che Marsala, per chi non se ne fosse accorto, è una città vecchia, andrebbero evitati i discorsi strumentali sui giovani, che i giovani sono tutti via per motivi di studio e tanti per motivi di lavoro, che quelli che sono rimasti vivono nella disperazione, da emarginati e che quindi è come se non ci fossero. Dopo i giovani ci sono i giovanissimi e che dire: che tempo per ascoltarli pochi ne hanno, che qui solo gli insegnanti lavorano per loro e con loro, che non si può più demandare la responsabilità di intere generazioni al solo impegno delle scuole.

Adesso chi allora è stato a casa, perché nessun candidato andava bene, dovrebbe avere l’occasione per riflettere sulla regola del confronto civile che mai può avere luogo se ci si trincera dietro scuse ideologiche non del tutto convincenti, soprattutto se poi sottobanco si barattano manciate di voti per raccattare in cambio le briciole che ogni potere produce, che di questi giochetti ne abbiamo visti troppi ormai.

Adesso che abbiamo scoperto che le alleanze politiche non possono basarsi su scelte legate solo ed esclusivamente alla vittoria, che non basta puntare sul cavallo vincente, che anche i cavalli di razza prima o poi smettono di essere competitivi, che l’amministrazione di una città non può essere affidata sempre e solo al potente di turno, che nelle pieghe della società e nei vicoli dell’ umanità ribolle qualcosa di molto diverso e che questo non ha più nulla a che fare con quell’andreottismo, morto e putrefatto, che metteva sempre tutti d’ accordo.

Adesso che il PD ha "mollato" il governo della città, adesso vorrei che lo stesso partito avesse il coraggio, subito, di indicare il prossimo candidato a sindaco, che delle primarie non abbiamo che farcene, che servono solo per nutrire correnti interne una contro l’altra armate, che l’ autoreferenzialità è il cancro della politica e che è giunto il momento in cui bisogna avere il coraggio di estirparlo, che se non si fa questo si impacchetta tutto questo scempio per donarlo a qualcun’ altro, che la città ha bisogno di scelte decise, chiare e oneste.

Adesso e solo adesso c’è un’ occasione per un nuovo modo di fare politica, un modo che si basi sulla clemenza e sulla riflessione, che in questi anni se ne sono dette troppe parole piene di astio, colme di livore, che bisognerebbe dire basta alle chiacchiere becere, che la conflittualità è una risorsa se cammina sulle gambe dell’onestà intellettuale, non certo sul blaterare da “comari di un paesino”, che si cresce solo per correzione di errori, che adesso Marsala o rinasce o muore per sempre.

Barbara Lottero



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