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26/06/2014 00:05:00

Il Sole 24 Ore boccia le università siciliane

Dati dolenti per le università siciliane nei numeri del Sole 24 Ore.  Delle tre università siciliane quella messa peggio, secondo questi dati, è Palermo, seguita da Catania, mentre Messina - e il dato stupisce -distanzia le altre, soprattutto nel campo della ricerca. L'ateneo di Catania si attesa al 51° posto su 61, peggio vanno solo Reggio Calabria, L'Aquila, Cassino, Cagliari, Napoli Federico II, Bari, Napoli II Università, Perugia Stranieri, Palermo, Napoli Parthenope. Ma la posizione si diversifica se si guarda alla didattica, dove l'ateneo scende al 56° posto, e alla ricerca dove, al contrario, sale al 47°. Su questo indicatore Catania si attesta poco al di sopra di Palermo (54° posto), ma ben lontana, comunque, da Messina che si piazza al 37° posto.
Niente a che vedere con le magnifiche prime: Verona e Trento, prime a pari merito, e poi Milano Politecnico al terzo posto, e, a seguire, Bologna, Padova, Marche Politecnica, Venezia Ca' Foscari, Siena e Torino Politecnico.
Se poi si guarda ai tanti altri indicatori, alcuni dei quali introdotti quest'anno per la prima volta, il quadro diventa più complesso. In buona parte delle tante voci prese in considerazione l'ateneo di Catania si attesta su posizioni mediane, senza infamia e senza lode. Così è per «sostenibilità» (numero di docenti nelle attività di base), «borse di studio» (percentuale di idonei che hanno ottenuto la borsa), «stage» (percentuali di crediti ottenuti in stage sul totale), «dispersione» (percentuale di immatricolati iscritti al secondo anno nella stessa università), «voto degli studenti» (giudizio dei laureandi sui corsi di studio), «competitività della ricerca» (capacità di attrazione di risorse per progetti di ricerca), «qualità dei dottorati» (giudizi ottenuti dall'alta formazione nella valutazione Anvur). In tutte queste voci Catania non è né tra le prime 15 né tra le ultime 15. Invece è tra le peggiori in altri indicatori. E' ultima in «attrattività», la percentuale di immatricolati fuori regione sul totale. E in questo sconta anche il peso dell'insularità. E' terzultima per «qualità della produzione scientifica» in base ai giudizi ottenuti dai prodotti di ricerca nella valutazione Anvur. Va male per «mobilità internazionale» (percentuale di crediti ottenuti all'estero), dove si attesta al 52° posto su 61, e per «tasso di occupazione» (tasso di studenti in cerca di lavoro ad un anno dal titolo). E così ritorniamo al punto di partenza: alla marginalità e alla povertà del territorio.



Infomedica | 2024-11-09 11:19:00
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