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26/06/2014 06:40:00

Marsala, scoperte altre 4 villette abusive in zona Signorino. E due sono di poliziotti

Non si arresta l’azione della sezione di pg della Guardia di finanza presso la Procura di Marsala sul fronte dell’abusivismo edilizio costiero. Dopo le otto villette abusive scoperte a metà maggio nelle contrade Fossarunza e Berbaro Rina, nella fascia dei 150 metri dalla battigia, quella di "inedificabilità assoluta", adesso altre quattro residenze estive realizzate in violazione di leggi e regolamenti edilizi sono state scoperte dalle Fiamme Gialle della Procura nei pressi dell’ex lido Signorino. Possessori di due dei quattro immobili abusivi scoperti sono risultati essere altrettanti poliziotti marsalesi da tempo residenti a Palermo. Proprietari delle villette sono i loro genitori. Possessore di un’altra delle quattro ville abusive è, invece, Filippo Chirco, 53 anni, imprenditore del settore movimento terra, arrestato nelle operazioni antimafia ‘’Peronospera III’’ (31 ottobre 2005) e ‘’Black Out’’ (9 maggio 2007). Secondo l’accusa, Chirco fu assoldato dalla mafia per compiere estorsioni in danno dei suoi colleghi vincitori di appalti pubblici. Per due casi di tentata estorsione l’imprenditore è stato già condannato. A far rispettare i divieti, in tema edilizio, dovrebbero essere i vigili urbani, ma proprio la moglie dell’ex comandante della polizia municipale di Marsala Giuseppe La Rosa, e cioè Emilia Cecchini, all’inizio degli anni ’80 costruì abusivamente, come tanti altri, una villa a pochi passi dal mare per la quale il Comune rilasciò una concessione in sanatoria nel 1996 (la numero 406). Sin dal suo insediamento (ottobre 2008), a dare un decisivo impulso alle indagini sull’abusivismo edilizio costiero è stato il procuratore Alberto Di Pisa. E su questa spinta il Comune, nel settembre 2011, ha avviato le prime demolizioni. Un’opera che, però, nonostante gli oltre 500 immobili dichiarati abusivi e non sanabili, prosegue molto a rilento a causa della mancanza di fondi. Intanto, dalle aerofotogrammetrie del 1978 è emerso che tanti hanno ottenuto la concessione in sanatoria dichiarando il falso. E cioè attestando che i loro immobili erano stati realizzati prima del 1976, l’anno in cui entrò in vigore la legge regionale che vieta di costruire a meno di 150 metri dal mare. Sul punto, la Procura, tempo fa, ha intimato ai competenti uffici comunali di effettuare i dovuti riscontri. Quasi uno schiaffo a chi, per diversi decenni, doveva vigilare, ma non l’ha fatto. Si pone, infine, un interrogativo: dove vanno a finire gli scarichi fognari delle centinaia di villette abusive realizzate a pochi passi dal mare?



Native | 2024-07-16 09:00:00
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