Ci sono centri antiviolenza, e centri antiviolenza. Ci sono quelli che nascono secondo i canoni di legge, con personale qualificato e certificato, e ci sono quelli tarocchi.
Non fa parte di quest’ultima tipologia il Centro Antiviolenza La Casa di Venere, l’unico certificato e autorizzato a Marsala. Tutti gli altri sono improvvisati. Non ci sta Caterina Martinez, operatrice della Casa di Venere, a vedere il proliferare di centri che si spacciano come tali ma che non hanno le carte in regola. “Nascono dall'oggi al domani con nessun tipo di formazione ed esperienza e che non conoscono la storia delle donne. Questi centri non fanno altro che gettare discredito su quelli realmente certificati come il nostro, danneggiando la reputazione e la credibilità e gettando nella sfiducia le vittime che chiedono aiuto”. Sono centri che nascono in studi di psicologi, ad esempio, creati di punto in bianco. Ma, i cui responsabili non hanno le qualifiche necessarie e l’aver frequentato i corsi di formazione previsti dalla legge.
Il centro La Casa di Venere è attivo ormai da due anni a Marsala. Da supporto alle tante donne vittime di violenze, non solo fisiche ma soprattutto pricologiche. Sin dall’inizio si è posto come obbiettivo non, semplicemente, quello di ascoltare le vittime di violenze ma di contribuire a diffondere una cultura femminile. Di porre le basi per una cultura della parità tra uomo e donna, attraverso iniziative, incontri di formazione soprattutto nelle scuole. “Dobbiamo cominciare da lì, dai bambini, dagli insegnanti e dai genitori, a far capire che non può più esistere un modo di vedere la donna sottomessa alla forza, fisica e psicologica, dell’uomo”. E per fare tutto ciò occorrono professionalità, qualifiche, sancite dalla legge Vinciullo. Ma La Casa di Venere, paradossalmente, non ha una casa. Non ha una sede. “Sono tante le donne che ci contattano, ma non abbiamo una sede in cui accoglierle, ci arrangiamo, o le andiamo a trovare noi, oppure le riceviamo nelle nostre case, nei nostri luoghi di lavoro, ma non possiamo andare avanti così. Ci serve assolutamente una sede fisica”, chiede Caterina Martinez. E lo ha chiesto anche la presidente Francesca Parrinello sabato scorso alla conferenza al Convento del Carmine all’assessore alle Politiche Sociali di Marsala, Antonella Genna. Che paradosso, il Comune, guidato da un sindaco donna, dà sedi e contributi a tutti, e non ne fornisce una all’unico centro contro le violenze sulle donne certificato in città. Tra l’altro, alcuni progetti del Comune sono mirati a dare in concessione locali confiscati alla criminalità organizzata alle associazioni. All’incontro di sabato c’era anche il segretario del Pd di Marsala, Alberto Di Girolamo. Anche al rappresentante del partito di maggioranza in città è stato detto quello di cui necessita il centro, delle attività che svolge. Alla conferenza si è parlato anche di pubblicità offensiva, riportando il caso sollevato nei mesi scorsi da Tp24.it, sui cartelloni pubblicitari sparsi in città che raffigurano parti del corpo della donna in maniera inopportuna. All’epoca l’assessore Genna ci disse che non ne sapeva nulla, ma che si sarebbe attivata per far rimuovere i tabelloni (sono uno in via Mazara e uno nei pressi dell’aeroporto) ma sono ancora lì. Domenica poi il centro La Casa di Venere ha organizzato una protesta pacifica in piazza, un flash mob, sulle note di Happy per sensibilizzare tutti. “Non bisogna abbassare la guardia, non bisogna sottovalutare il problema. Abbiamo bisogno del sostegno delle istituzioni. Il nostro non è un centro di ascolto ma un centro di cultura femminile, fatta di gente preparata per affrontare casi molto delicati”.