Sono due le mozioni di sfiducia pronte per il sindaco di Trapani Vito Damiano. Una preparata dal consigliere ed ex sindaco Mimmo Fazio. E l’altra del Partito Democratico. Mozioni che sono state soltanto presentate alla stampa. Ancora non c’è nulla in aula, e lo ha sottolineato anche Damiano che ci vogliono i numeri per farla arrivare. Nino Grignano, consigliere comunale del Pd, ci sono questi numeri? Ci vogliono 12 consiglieri.
La politica non si può fare senza numeri. La normativa la conosciamo alla perfezione. E’ necessario raccogliere 12 firme per avere la possibilità di discuterne in consiglio. E poi ci vogliono 20 consiglieri su 30 per approvare questa mozione di sfiducia.
I numeri sono difficili da raggiungere. Non vi è venuto in mente di votare quella di Fazio, anzichè andare a cercare vostri voti?
Il vento sta cambiando anche da questo punto di vista. Fazio ha assunto la posizione del “mentalista”. Dopo una settimana dalle elezioni si è accorto che questo sindaco da lui proposto non era un buono per la città. Nella vita si può cambiare idea, ma bisogna fare chiarezza sulle posizioni. E’ riduttivo nei confronti della politica fatta dal Pd andare a pensare che firmeremo una mozione di Fazio. Sono stato l’ultimo segretario che ha gestito le amministrative per il Pd a Trapani, più o meno bene, ma tutti ricorderanno che ci siamo scagliati contro quel blocco di potere che dal 1998 ha amministrato la città. Che uno dei suoi principali protagonisti ci venga a dire “venite con noi”, quasi per farci un favore, perchè Fazio si candida a sindaco e devo firmare la sua mozione di sfiducia, la trovo una volgarità inaccettabile.
Se Fazio si ricandida è difficile da fermare.
Non credo.
Il vento sta cambiando anche a Trapani allora?
Un esempio concreto. Enzo Bianco, sindaco di Catania, si candidò anche alle precedenti amministrative, i sondaggi lo davano al 70% e perse le elezioni per questa sua eccessiva sicurezza.
Quindi la sicurezza di Fazio potrebbe giocargli a sfavore?
Voglio fare una provocazione. L’assicurazione sulla vita politica di Damiano si chiama Mimmo Fazio.
Addirittura. E perchè lo pensa?
Se una persona come Fazio dice “portiamo a casa Damiano, e io mi candido a sindaco” è chiaro che altre forze politiche non sono interessate a spianargli la strada. Noi abbiamo deciso per questo di avere una nostra posizione autonoma e legittimata da quello che succede e che è successo in consiglio comunale, dove per dieci anni il gruppo di Fazio ha avuto la possibilità di fare le cose e adesso però si lamenta del sindaco che ha sostenuto. E’ una barzelletta. Il ravvedimento c’è stato, ok, si può cambiare idea sulle questioni. Ma se ne discute, si fa il mea culpa. Ci si prende la responsabilità.
Come se ne esce fuori allora?
Fazio può firmare la nostra mozione. Non è una questione tecnica, ma una questione politica. La mozione è un atto che deve essere politicamente giustificato.
La mozione di sfiducia del Pd è di 24 pagine, densa di considerazioni amministrative e politiche. C’è di tutto, dalla prima uscita infelice di Damiano sul non bisogna parlare di mafia, alla mancata attuazione del programma elettorale.
L’abbiamo detto in consiglio comunale e lo pensiamo. La mozione non è una minaccia, ma un atto serio. Il primo anno di amministrazione Damiano noi abbiamo detto che bisognava comprendere il sindaco, perchè qualsiasi persona sarebbe andata ad amministrare la città avrebbe trovato enormi difficoltà ereditate dalla passata amministrazione Fazio.
E dopo il primo anno?
Adesso sono passati due anni e, al di là delle gaffe clamorose che sono state inserite nella mozione, è mancata una visione chiara e di prospettiva della città. E’ vero che c’è stata una diminuzione di trasferimenti statali, e che le casse erano vuote. Ma manca una prospettiva generale. Potrei elencare tutta una serie di cose non fatte da Damiano, ma manca la voglia di volare alto.
Lo dice anche Paolo Ruggirello, deputato regionale di Articolo 4, neo alleato del Pd.
Fa parte di un accordo regionale con il presidente Crocetta e con il Pd.
Ha contribuito anche lui al 40% delle europee.
I suoi voti ci sono e si sono visti. Loro sostenevano Michela Giuffrida che è stata eletta. Ma anche senza Articolo 4 il Pd avrebbe avuto un gran risultato.
Ente Luglio Musicale e Biblioteca Fardelliana. Sono due questioni che avete trattato nella mozione. Sul Luglio, è contento di De Santis consigliere delegato?
Il Pd ha avuto una posizione chiarissima, chiedendo in consiglio comunale una commissione d’indagine sui conti e sulla situazione dell’Ente Luglio. Giovanni De Santis è una persona che stimo, lo conosco da tanti anni. Sono felice per la sua nomina. Naturalmente non faremo sconti nemmeno a lui, continueremo a vigilare. L’Ente Luglio deve cambiare davvero passo, non può continuare a lavorare così come ha fatto fino adesso negli ultimi dieci anni. Non ci sono più i soldi per farlo. L’Ente Luglio deve rappresentare il centro culturale della città di Trapani, sono abbastanza fiducioso in De Santis.
La Biblioteca Fardelliana. Damiano dice che il consiglio comunale l’ha lasciato solo nella gestione della crisi.
Il Comune di Trapani ha fatto causa alla Provincia per il recesso dalla partecipazione alla Biblioteca. Ha perso tempo. Ma il Comune di Trapani è un ente importante, il sindaco dovrebbe fare un ragionamento un po’ più largo sulla cultura, coinvolgendo altri comuni limitrofi. E’ chiaro che ci saranno difficoltà negli anni per gestire la Biblioteca e il Luglio. Occorre inventarsi qualcosa di nuovo.