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05/06/2014 06:05:00

Processo "sesso e ricatti". Parla il legale della Imart di Marsala: "Avvertii Aleci"

“Aleci mi chiese un parere legale sulla possibilità di cedere i diritti del libro alle persone citate, che in tal modo avrebbero avuto il diritto di poter intervenire sul testo. Io ho espresso parere negativo, in quanto una simile proposta gli poteva costare una denuncia per tentata estorsione”. E’ quanto ha dichiarato, in sintesi, l’avvocato Antonio Rallo, legale della casa editrice Imart, nell’ultima udienza del processo che per tentata estorsione a una serie di vip vede imputati, davanti il giudice Riggio, il marsalese Giuseppe Aleci e il bagherese Gaspare Richichi. Il caso è quello del libro di “memorie” che doveva essere pubblicato a firma della sexy star Lea Di Leo. Dopo il consiglio del legale, Aleci avrebbe chiamato i legali delle persone coinvolte per informarli che il libro non sarebbe più uscito. Per l’1 luglio è prevista la requisitoria del pm. Sono tanti i nomi famosi - almeno una trentina, tra attori, cantanti, calciatori, un regista e altri personaggi del mondo televisivo, persino un ex vice ministro dell’Economia del governo Berlusconi (Mario Baldassarri) – di cui si parla come clienti, o aspiranti tali, nella bozza di un libro che l’ex porno star Lea Di Leo (il cui vero nome è Sonia Faccio) avrebbe voluto pubblicare affidandosi alla casa editrice Imart di Marsala. A bloccare il progetto editoriale, però, furono proprio gli sviluppi dell’iniziativa intrapresa dal presidente e direttore commerciale della Imart Edizioni, il 37enne Giuseppe Aleci, che ad insaputa dell’autrice avrebbe iniziato a ricattare, secondo l’accusa mossa dalla Procura, alcuni dei personaggi citati chiedendo loro somme di denaro (da 10 a 40 mila euro) per depennare dal volume i loro nomi e gli imbarazzanti particolari dei rapporti sessuali. Nel frattempo, comunque, Lea Di Leo aveva già rinunciato alla pubblicazione del libro, presentando, nell’aprile 2011, anche una denuncia contro la Imart per truffa e diffamazione, nonché un una diffida alla pubblicazione del volume autobiografico. “Ho ricevuto troppe pressioni e anche minacce di morte – ha detto la porno star - Non ho mai avuto nessuna intenzione di scrivere i nomi”. Lea Di Leo denunciò la casa editrice marsalese spiegando nella querela che questa avrebbe messo in piedi un truffa contro di lei estorcendone, con l'inganno, i nomi delle persone chiamate in causa nel volume, ma non scritti nella bozza presentata. A far scoppiare il caso fu un servizio mandato in onda, il 16 marzo 2011, dal programma televisivo di Italia1 “Le Iene”, che alla sezione di pg della Guardia di finanza della Procura marsalese diede l’input per avviare l’indagine, coordinata dal procuratore Alberto Di Pisa. Tra le persone che sarebbero state ricattate c’è, infatti, anche un regista e autore di Mediaset, Giorgio John Squarcia (“Scherzi a parte”), che dopo essere stato contattato telefonicamente da Aleci si rivolse ai colleghi de “Le Iene” contribuendo a confezionare il servizio firmato da Giulio Golia. Altre presunti vittime: l’attore Matteo Branciamore (noto per “I Cesaroni”), Giorgio Squarcia, il rugbista Denis Dallan (ha partecipato all’Isola dei Famosi, che il pm Petralia, in aula, con sottile ironia ha chiamato “L’isola dei perduti”) e i calciatori Reginaldo (con cui la Di Leo, comunque, ha negato di aver fatto sesso), Fabio Galante e Francesco Battaglia. Dall’inchiesta sono anche emersi contatti tra Aleci e Lele Mora. Tra l’editore marsalese e il manager di vip e starlett ci sarebbero stati contatti telefonici. Legali dei due indagati sono gli avvocati Alessandro Casano e Giada Traina. Aleci e Richichi, secondo l’accusa, dopo aver contattato le vittime spiegando che i loro nomi erano nel libro, facevano loro intendere che aderendo al progetto editoriale, con l’esborso di somme tra 10 e 40 mila euro, avrebbero potuto godere dei futuri profitti della pubblicazione e soprattutto cancellare i loro nomi dal testo. Lea Di Leo, arrivata al Tribunale di Marsala in abiti castigatissimi, ha già testimoniato all’inizio del processo. In aula, in quell’occasione, parecchi curiosi e una certa eccitazione. Rispondendo alle domande del pm Dino Petralia, la sexy star di Castelfranco Veneto (TV) dichiarò: “Ho conosciuto Aleci tramite Mauro Marin, vincitore del Grande Fratello, che mi disse che questa persona avrebbe potuto pubblicare il libro che avevo scritto, con l’aiuto di Silvia Poli, sulla mia vita”. Si è parlato di due bozze del libro. Una con i nomi dei personaggi famosi, consegnata alla Siae a Roma, e un’altra con le “sole iniziali” inviata alla Imart per la stampa. “Aleci – ha detto la Di Leo – era interessato a sapere i nomi”. Perché? ‘”Non sapevo – ha detto la sexy star – se era per ricattare questi personaggi, anche se ho avuto questo sospetto e per questo ha cercato di farlo parlare al telefono con Skype per poi poterlo denunciare e stampando le conversioni che ho consegnato agli investigatori”. Dopo il servizio de “Le Iene”, sconvolta, la Di Leo-Faccio denunciò la Imart. Già prima, però, avrebbe subito “minacce di morte con telefonate anonime”. In aula, ha poi ribadito una serie di nomi citati nel suo libro. Dall’ex vice ministro dell’Economia Mario Baldassarri, che avrebbe assistito ad un spettacolo sexy in un privè di un locale notturno, all’attore Matteo Branciamore, l’unico a costituirsi parte civile, ai calciatori Borriello, Ambrosini, Bojinov Galante, Reginaldo e al cantante Fabri Fibra. Emersi, inevitabilmente, anche particolari piccanti. “Branciamore – ha detto la pornostar – era ossessionato da me, mi telefonava spesso e mi voleva vedere nuda. Abbiamo fatto sesso due volte e in un caso davanti a un suo amico, che poi io, infastidita dalla sua presenza, ho fatto uscire dalla stanza”. Con il giornalista Amedeo Goria, pare, non se ne fece nulla. In Tribunale, la Di Leo ha detto che a letto i migliori sono i calciatori, anche se nel libro si parla di uno di loro che avrebbe fatto “cilecca”. Tra i vari divi del pallone che sarebbero citati nel testo, anche Borriello, Ambrosini, Inzaghi, Bressan, Coco, Toni, Iaquinta. Fra i testimoni ascoltati nel corso dell’indagine anche l'addetto stampa della Juventus, Luca Casassa. “Sono loro che chiamano - dice in un’intervista la Di Leo - Adorano gli strip tease e i giochini erotici. I più noti hanno il terrore di essere riconosciuti. Alcuni soffrono di eiaculazione precoce”.



Giudiziaria | 2024-07-23 17:32:00
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