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20/05/2014 07:33:00

Gli Arazzi fiamminghi di Marsala e l'assemblea dei soci del museo...

di Leonardo Agate - 

Ci sono opere d'arte che possono essere godute pure dagli incompetenti. E ce ne sono altre che richiedono la conoscenza della storia. L'"Ultima Cena" di Leonardo può essere vista, da un non iniziato, come una tavolata di gaudenti. Gli otto Arazzi Fiamminghi di Marsala possono sembrare, a chi non conosce la loro storia e la Storia, una incomprensibile opera di mastri filatori, che avrebbero fatto meglio a produrre scene di caccia o paesaggi. Per essere capite, certe opere hanno bisogno di cultura specifica, e chi non ce l'ha può essere aiutato dagli esperti. Ho avuto la fortuna di essere accompagnato nel Museo degli Arazzi dalla massima esperta, la concittadina Petronilla Russo. Grazie alle sue spiegazioni ho potuto apprezzare il valore delle composizioni, tratte da episodi della Guerra Romano – Giudaica raccontati dallo storico Giuseppe Flavio, che nelle trame é raffigurato in due arazzi, nel primo al momento della cattura e nel quinto quando il comandante Vespasiano lo fa liberare dalle catene della schiavitù.
Prossimamente verrà presentato al pubblico l'ultimo frutto della ricerca di Petronilla Russo, un volumetto edito da Navarra, in cui, oltre la descrizione delle scene della storia della presa di Gerusalemme, nel 70 d. C., da parte dei romani, si sfata la leggenda che gli Arazzi siano stati donati dal re Filippo II di Spagna al marsalese Mons. Antonio Lombardo, Arcivescovo di Messina, in occasione di una sua visita a Madrid, per i suoi meriti. Secondo altra tradizione perché confessore della regina. I documenti citati e riprodotti dalla ricercatrice mostrano che non c'é traccia della donazione reale, né negli archivi spagnoli, né negli atti dell'alto prelato. Furono, invece, probabilmente acquistati dal marsalese a Messina, dove transitavano in quel tempo molti commercianti che facevano spola tra il nord Europa e l'Africa o l'Oriente. O anche é possibile che siano stati all'Arcivescovo donati dal Cardinale Farnese, amico suo, eminente giudice della Santa Inquisizione, che in quel tempo processava infedeli e requisiva i loro beni. Dall'Arcivescovo Lombardo furono poi, nel 1589, lasciati con atto di donazione alla Chiesa Madre di Marsala.
In una sala del Museo questo pomeriggio, 17 maggio, si é svolta l'assemblea dei soci dell'Associazione Amici del Museo degli Arazzi per rendicontare l'esercizio finanziario 2013 ed approvare il bilancio preventivo 2014. Dopo il benvenuto espresso dal Presidente dell’Associazione Amici del Museo degli Arazzi, Arciprete Don Giuseppe Ponte, il Dott. Benedetto Renda legge i dati. Dal rendiconto finanziario si evince una perdita di 18.696,24 euro. L'Arciprete Padre Ponte, per il funzionamento della struttura, ha anticipato 4.551,97 euro. Nessun contributo é stato versato dagli Enti Pubblici quali Comune, Provincia Regionale di Trapani e Regione Sicilia. Il Comune, però, ha fornito un custode - sorvegliane, onde assicurare la continuità dell’apertura al pubblico. Sarebbe auspicabile che industriali e persone facoltose, facenti parte dell'Associazione, rendessero più tangibile la loro presenza. Molti soci non hanno ancora versato la loro quota d'obbligo.
La vice presidente dell'Associazione, Arch. Carla Giustolisi, nella sua relazione, ha rappresentato l'opportunità di cambiare passo, e inserire più modernamente il Museo nel tessuto vivo della società: apertura a manifestazioni legate all'attività economica e all'educazione scolastica. Come sempre capita quando qualcuno propone novità, c'é sempre qualche altro che ne suggerisce altre di maggior spessore, e quindi si é sentita la proposta di una Notte Bianca degli Arazzi, con cadenza annuale, ed anche dell'inserimento del Museo nell'elenco dei Beni Patrimonio dell'Umanità. Tutte cose teoricamente auspicabili, che si sollevano sulla terra, e volano in alto come aquiloni. La realtà é che gli Arazzi non sono idoneamente custoditi. Dovrebbero essere inseriti in apposite teche, e stanno invece attaccati ai muri, esposti all'aria e alla polvere, oltre che al rischio di essere danneggiati dai visitatori.
Se si vuole stare con i piedi per terra, e non volare in alto come gli aquiloni, bisogna darsi da fare per sbloccare alla Regione il finanziamento promesso per la ristrutturazione del Collegio dei Gesuiti, dove gli Arazzi, trovata finalmente la definitiva sede, possano essere idoneamente custoditi e visitati. Allora sì che alcune delle proposte di loro valorizzazione potrebbero essere avviate. Non prima. Il rischio é troppo grande.

 



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