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15/05/2014 07:31:00

Marsala, processo per carte di credito clonate. In tre alla sbarra

Davanti al giudice monocratico Roberto Riggio, è entrato nel vivo, con la deposizione di Antonio Lubrano, capo della sezione di pg della Guardia della finanza della Procura, il processo a tre marsalesi accusati di aver utilizzato carte di credito americane di ‘’provenienza illecita o comunque falsificata o alterata’’. Carte con le quali i tre imputati hanno versato notevoli somme di denaro (in totale, circa 127 mila euro) sui conti correnti delle loro aziende. Alla sbarra sono Riccardo Di Girolamo, di 35 anni, titolare del mobilificio Dgr, Vincenzo Daniele Marino, di 34, della <Sicilycar>, e Giuseppe Genna, di 54, autonoleggiatore. Un quarto imputato, il 53enne Francesco Panico, ex titolare del locale a luci rosse ‘’Bocca di rosa’’, nel febbraio 2012 ha patteggiato la pena ed è stato condannato a tre anni. I fatti contestati dall’accusa risalgono al periodo compreso tra maggio e giugno del 2009. Di un certo ‘’spessore’’ sarebbero le figure di Di Girolamo e Genna, non a caso citati anche nell'inchiesta poi sfociata nell’arresto, a Mazara, di Gaetano Riina, fratello di Totò ‘’u curto’’. In un'intercettazione Di Girolamo parla proprio con Riina dell'inaffidabilità - a suo dire - di Genna, che aveva incassato il pizzo di 46 mila euro sui lavori di una strada provinciale a Salemi e non tardava nella distribuzione tra le famiglie di Mazara e Trapani. Originario di Paceco, Genna è pregiudicato per associazione a delinquere ai fini della truffa assicurativa per i veicoli a noleggio, bancarotta fraudolenta, emissione di assegni a vuoto. A coordinare l’indagine della sezione di pg delle Fiamme Gialle sulle carte di credito ‘’clonate’’ è stato il sostituto procuratore Dino Petralia. Accertamenti sono stati svolti anche negli Usa, dove risiedono gli ignari titolari delle carte di credito secondo l’accusa clonate. E con le quali su tre diversi conti correnti bancari presso la locale agenzia del Monte dei Paschi di Siena sono stati complessivamente versati 127 mila euro. Su ordine della magistratura, le somme, naturalmente, furono state sequestrate dalla Guardia di finanza. Nello specifico, è stato scoperto che la carta Visa utilizzata ‘’fraudolentemente’’ per un ordine di pagamento di ben 42 mila euro in favore della Sicilycar risultava essere intestata a Davide Weiss, mentre quella per il versamento di 40 mila euro all’associazione ‘’Bocca di rosa’’ a Leonard Wessel. Due trasferimenti di denaro, effettuati ai primi di giugno del 2009, che per la loro entità non potevano certo passare inosservati. Maggiore prudenza aveva, invece, dimostrato (anche se ciò non gli è stato sufficiente ad evitare il processo) Riccardo Di Girolamo, che il 16 maggio 2009, con la carta intestata a Faraj Saghri, aveva effettuato quattro ordini di pagamento per cifre inferiori (da 3 mila a 26 mila euro). Il sistema, comunque, veniva probabilmente considerato sicuro da tutti gli indagati, perché negli Usa il metodo di pagamento con carte di credito è molto diffuso e controllare tutti i movimenti bancari non è semplice. Le autorità Usa, inoltre, essendo i titolari delle carte quasi tutti assicurati, non sempre avviano indagini. L’8 luglio, nella prossima udienza del processo a Di Girolamo, Marino e Genna, sarà ascoltato il direttore della locale agenzia Mps. 



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