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13/05/2014 06:56:00

Marsala, intercettazioni non trascritte, 27 imputati assolti per spaccio di droga

Il giudice monocratico Matteo Giacalone ha assolto 27 persone coinvolte, tra Marsala e la Valle del Belice, nell’operazione antidroga ‘’Nirvana’’. Seppur con la formula del secondo comma dell’articolo 530 del codice di procedura penale (‘’mancata o insufficiente formazione della prova’’). Come chiesto dal pubblico ministero. Alla base dell’assoluzione la mancanza, in mano all’accusa, della prova principale. Ovvero, le intercettazioni effettuate dai carabinieri in fase d’indagine, che non sono state trascritte e acquisite al dibattimento. Sono stati così assolti i marsalesi Enzo Simone Perricone, Mario Pace, Tommaso Marino, Giuseppa Marino, Vincenzo Sparla, Giovanna Magro, Isidoro Scirè, Gisella Angileri, Francesco Laudicina e Paolo Panicola, i mazaresi Gaspare Vitale, Bartolomeo Martinico, la partannese Vita Maria Romeo, i castelvetranesi Gianvito Ferreri, Francesco Bonsignore, Maurizio Russo, Stefano Razza, Salvatore Saladino, Elio Asti, Nicolò Venezia, nonché Giuseppe Etereo e Vincenzo Augello, di Santa Ninfa, Salvatore Lombardo, Jordi Minore, Vincenzo Minore, di Salemi, Biagio Bondì, di Gibellina, e Francesco Cangemi, di Partinico. Nel folto collegio difensivo, gli avvocati Alessandro Casano, Francesca Frusteri, Diego Tranchida, Giacomo Fazzitta e altri. L’indagine, avviata dai carabinieri di Partanna, era relativa ad un arco temporale che andava dal gennaio 2006 all’inizio del 2007, periodo nel quale i carabinieri hanno arrestato 10 degli iniziali 34 imputati, colti in flagranza di reato di spaccio. Sequestrando anche ingenti quantitativi di droga (10 chili di marijuana, 500 grammi di hashish, 50 grammi di cocaina e 20 grammi di eroina). Alcuni dei quali (Perricone, Magro, Angileri, Scirè) vantano già precedenti sempre per fatti di droga.

Pescatore tunisino si gettò in mare e annegò. Tre marsalesi sotto processo per omissione di soccorso
‘’Lofti Tumia è morto per annegamento’’. E’ quanto hanno dichiarato, davanti al giudice Riccardo Alcamo, i medici Antonino Bianco (del 118) e Rino Ferrari (dell’Asp). Entrambi, infatti, sono stati chiamati a testimoniare nel processo a carico di tre pescatori marsalesi processati per omissione di soccorso in mare. Sulla loro imbarcazione, il 26 luglio 2011, c’era anche un giovane tunisino, Lofti Tumia, di 19 anni, che, mentre in zona (al largo dei circoli Canottieri e Velico) transitava un gommone della Guardia costiera impegnato nei rituali controlli contro la pesca di frodo, cadde (o si buttò) in mare. Il giovane nordafricano, però, non sapendo nuotare si trovò subito in difficoltà. Seppur in soli tre metri d’acqua. Uno dei pescatori, a questo punto, si gettò in mare per tentare di salvarlo, ma non ci riuscì. E inutili, a terra, furono anche i tentativi degli operatori del 118 di rianimare il tunisino. Sono, così, finiti sotto processo i marsalesi Giuseppe Bilardello, di 52 anni, Vincenzo Bilardello, di 27, entrambi difesi dall’avvocato Salvatore Errera, e Antonio Bilardello, difeso da Alessandro Casano. A condurre le indagini furono i militari del locale ufficio circondariale marittimo. La tragedia si consumò mentre con due imbarcazioni da pesca si stava tirando la ‘’sciabica’’. Lofti Tumia, pare, lavorasse come dipendente irregolare per la ‘’Piccola Maria’’, una delle barche degli imputati. Già in fase di udienza preliminare, il padre e due fratelli della vittima si erano costituiti parte civile. Il legale dei familiari di Tumia è l’avvocato Erino Lombardo. Avanzata, intanto, una richiesta di risarcimento danni. Alla prossima udienza (11 luglio) saranno chiamati a deporre quattro militari del locale ufficio circondariale marittimo, citati ma assenti in aula (la loro assenza è stata rimarcata dal giudice Alcamo) e tre testi della parte civile, tra cui il padre e il fratello di Lofti Tumia.



Giudiziaria | 2024-07-23 17:32:00
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Mafia. Processo Hesperia, tutti condannati

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