La lista civica “Salemi che Cambia” con il suo candidato sindaco Giovanni Armata, noto a tutti come “Gianni”, ha aperto la campagna elettorale a Salemi, davanti ad un variegato e folto pubblico, che ha risposto all’appello riempiendo –molti sono rimasti in piedi- l’ampia sala della “La Clessidra”. Abolito i tradizionali tavolo e soppalco della presidenza, il candidato sindaco, gli aspiranti consiglieri e i due assessori designati si sono disposti in un semicerchio a ferro di cavallo, risultando così, fisicamente e non solo simbolicamente, sullo stesso piano dei convenuti all’appuntamento. Una scelta per rimarcare plasticamente la volontà –nel caso che gli elettori li dovessero scegliere come loro rappresentanti- di rimanere sempre vicini alle esigenze e alla volontà dei cittadini. Il discorso di Armata è andato subito al sodo, illustrando per grandi linee il programma che era stato distribuito in centinaia di copie ai presenti. Non si è lasciato tentare da sterili polemiche, scartando fin da subito la carta degli insulti o degli attacchi agli altri concorrenti. Il tema della partecipazione attiva alla vita politica da parte dei cittadini, è stato invece l’idea forza attorno a cui sono ruotati quasi tutti gli interventi della serata. A cominciare da quello introduttivo di Armata al breve ma apprezzato intervento della giovanissima Giuseppina Marino e all’assessore designato Melchiorre Marino, con alle spalle una lunga esperienza nel volontariato e per essere stato uno dei protagonisti dei famosi Cantieri di “Un’altra Storia”, il movimento fondato dal deputato europeo uscente Rita Borsellino, presente alla manifestazione. Sullo stesso argomento ha insistito anche Alfio Foti, candidato al Parlamento Europeo per la lista “L’Altra Europa-con Tsipras”, tutti hanno insistito sullo stesso tasto. Si stanno vivendo momenti drammatici, è stato detto. Da parte della gente viene espressa sempre maggiore sfiducia nei confronti dei partiti e delle Istituzioni. I sondaggi indicano un numero sempre elevato di astensionismo. Episodi di mala politica e corruzione non sono più l’eccezione, ma la regola. La delusione e il disgusto da parte dell’opinione pubblica è ai massimi livelli. Il grado di scollamento tra il paese reale e le Istituzioni lo abbiamo visto e sentito allo stadio Olimpico a Roma, con quegli assordanti fischi rivolti all’Inno Nazionale. Abbiamo tutti un disperato bisogno del ripristino della democrazia sostanziale e della partecipazione. Ben venga quindi la nascita di un movimento che si prefigge d’invertire la rotta. Come? Armata non ha dubbi. Mantenendo a filo doppio i legami tra eletti ed elettori. Tra sindaco, giunta e consiglieri dovrà restare, assicura, sempre accesa la linea diretta. Addirittura anche per il Bilancio comunale si dovrà seguire lo stesso metodo. Ci si dovrà raccordare, ha sostenuto, con le reali esigenze dei quartieri, delle frazioni, delle categorie sociali e produttive. Un bilancio fatto da e per i cittadini. Dolce suono per le orecchie di Rita Borsellino che, ascoltando esprimeva sorridendo piena soddisfazione. Da anni ha seminato e predicato gli stessi concetti. Lo ha chiamato “Bilancio partecipato”. E i frutti oggi, come si vede, cominciano a vedersi. Un’assemblea ricca di interventi lontanissimi dal solito linguaggio in politichese. Ma molto diretti e incisivi. Come quando ha parlato Antonella Tantaro sottolineando con enfasi che “il fascino della politica si ha quando le intelligenze si uniscono, le coscienze si svegliano! “ Dicendosi convinta che “ la nostra proposta può riprendere in mano le sorti del paese per andare avanti”. Stappando infine l’applauso quando, citando Robert Kennedy, ha detto con forza “abbiamo il coraggio e la volontà, le doti che lo statista americano, definiva essere essenziali, parlando della gioventù, che non è una stagione della vita, ma una categoria del pensiero, una forza di volontà un desiderio di avventura. Ce la faremo, perché il nostro paese ha urgente bisogno di rinascita e di cambiamento. Il cittadino deve assumere un ruolo da protagonista essere al centro della res pubblica e soprattutto deve vedersi riconosciuti servizi efficaci ed efficienti “. Massimo Trapani , un appassionato produttore di vini, ha concluso il suo ragionamento riprendendo la metafora del barcaiolo, raccontata un momento prima da Vita Grispi: “ Nella barca che sta affondando” alludendo alla città i Salemi, “non dobbiamo rimanere sotto coperta aspettando che il mare in tempesta l’affondi. Dobbiamo essere invece pronti a metterci in gioco, Io ho fatto questa scelta e Gianni è il mio candidato a Sindaco”. Per Lidia Cangemi, la ventinovenne mamma di un bambino di nove anni, la scelta di candidarsi è stata detta dalla volontà di “avere per il prossimo futuro, una Salemi diversa. La città che vorrei dovrà essere a dimensione per i bambini e le bambine. Una città dove ci siano più asili nido, più parchi giochi, ludoteche, emeroteche per bambini, più spazi verdi e la riqualificazione dei parchi urbani e sub urbani. Sono sicura, altresì, che tutti insieme, con uno scatto d'orgoglio, sapremo dare alla città ed ai salemitani la speranza di un futuro migliore, facendogli riacquisire il senso di appartenenza. Sono stata spinta dalla celebre frase di John Fitzgerald Kennedy ‘Non chiedetevi cosa può fare il vostro paese per voi. Chiedetevi cosa potete fare voi per il paese’”. Oltre a quello dei Kennedy, in sala è risuonato anche il nome di Calamandrei, un padre della Patria. Ci ha pensato la passionale e appassionata Vita Maria Grispi, a tutti nota per le sue pregevoli opere d’arte realizzate con tecniche antiche, ma con materiali moderni ( celebri i suoi “Bambinelli” sotto la campana di cristallo), ha preso la parola esponendo con il cuore e la mente i suoi convincimenti e i suoi propositi. Mettendo soprattutto l’accento sul tema, spesso trascurato e non praticato della Legalità. Interrotta diverse volte da scroscianti applausi, ha concluso dicendo con calore che “una società civile non può prescindere dal desiderare la legalità. La legge, è la garanzia del diritto per ogni cittadino, dobbiamo amare la Costituzione che è la legge fondamentale dello Stato. Dobbiamo rispettarla e amarla con passione sopra ogni cosa, è il bene più prezioso , come ci hanno insegnato grandi uomini uno fra tanti Piero Calamandrei. La sua parabola della barca sul mare tempestoso, è un esempio che deve farci capire l'importanza di andare a votare. Il voto è la massima espressione della libertà e va fatto con coscienza e non per convenienza. Non permettiamo a nessuno di toglierci la speranza del cambiamento, del rinnovamento lottiamo insieme perché uniti nulla è impossibile!”.
Le sorti elettorali di questa lista, oggetto già di numerosi e sprezzanti attacchi, sono il grande punto interrogativo di queste elezioni comunali, che solo apparentemente somigliano a quelle di sei anni addietro. Tutto dipenderà, ancora una volta, dalla volontà popolare. Popolare, senza dubbio. Volontà, un po’ meno. Come è noto, come sosteneva il nostro ripetutamente citato filosofo di Treviri, non è la coscienza a determinare l’esistenza dell’uomo e di una comunità, ma viceversa. E le condizioni di vita di questi cittadini lasciano ben poco da sperare.
Franco Lo Re