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30/04/2014 05:25:00

“Volevo candidarmi, me lo hanno impedito. Mi chiedo ancora perché”

Sono un figlio di questa meravigliosa città. Sono marsalese, fiero di esserlo, ricco di valori morali che mi sono stati trasmessi dalla mia famiglia, come la trasparenza, la correttezza, la legalità, l’umiltà, nonché la determinazione e la concretezza. Ho 26 anni e da diverso tempo vivo a Milano, dove lavoro presso le Poste Italiane, con la qualifica di impiegato. Mi gestisco da solo (i miei genitori vivono a Marsala) e ogni giorno, come tanti onesti lavoratori, la mia giornata inizia alle 6.30 del mattino. Non mi sento un eroe, non voglio medaglie o encomi, voglio solamente far comprendere a chi non mi conosce chi è Salvatore Antonio Genco: un giovane semplice, di buone idee e buoni propositi. Sono un figlio che ama i proprio genitori e in questa lettera voglio soprattutto dire a mio padre: grazie. Sono orgoglioso di te, sei una persona unica e oggi sei anche una persona “riabilitata”, dopo la “tua vicenda giudiziaria”. Inizialmente mi sono chiesto: perché non mi hanno inserito nella lista dei 30 candidati del Partito Grande Sud? Perché mi hanno rubato un sogno? Oggi, 8 aprile 2014, invece, poiché mi è stato notificato il decreto di archiviazione emesso dall’Ufficio del Giudice di Pace di Marsala, in merito alla querela da me depositata in data 13 giugno 2012 e la stessa successivamente integrata il 5 luglio 2012, mi chiedo ancora: per me, Salvatore Antonio Genco c’è la buona politica o invece regna sovrana l’antipolitica? Da civile e onesto cittadino mi aspettavo più considerazione e più rispetto da parte delle istituzioni per essere stato “pesantemente discusso”. Comunque, nonostante tutto, ho grande rispetto nelle stesse, ma speravo che la magistratura sapesse riconoscere la mia “integerrima onestà morale e intellettuale” nonché la mia posizione di “persona offesa” e quindi non posso nascondere il mio rammarico per questo decreto di archiviazione che mi viene adesso notificato. La giustizia deve proteggere e difendere quei giovani che vengono particolarmente attaccati e allontanati dalle istituzioni per colpa della cosiddetta antipolitica, aspetto, questo, negativo e diseducativo. Ci vorrebbe quindi una netta inversione di tendenza. Per mesi ho vissuto da “chiacchierato” per le illazioni che mi sono state ingiustamente rivolte. Nulla di ciò che con scorrettezza è stato messo in giro corrisponde a verità. “La macchina del fango si è messa in moto” con affermazioni e giudizi espressi nei miei confronti e nei confronti della mia famiglia da parte di membri dello stesso partito. Ricordare quei momenti mi riporta indietro nel tempo, amareggiato e disilluso, indignato e angosciato, nonché rammaricato. Ottenuto dal segretario cittadino del partito Grande Sud Oreste Giuseppe Ottoveggio l’impegno (dichiarato per tabulato dallo stesso) a essere candidato nella lista del citato partito vengo incredibilmente estromesso dalle liste nell’ultima riunione tenutasi nella sede di Grande Sud il 10 aprile del 2012, intorno alle 15.30, alla presenza di mio padre e di altri, nonché dell’ex on.Scilla. Quest’ultimo, pochi minuti dopo che era iniziata la riunione mi dice: “Mi spiace Salvatore, ma i vertici del partito che io rappresento mi hanno mostrato una mail (mai mostrata a nessuno in quella sede ndr) in cui si dice che io debba stare lontano da te e da tutti i tuoi familiari. Come vedi, anche se tuo padre si è rivolto al commendatore Gerlando Miccichè, padre dell’on.Gianfranco, non è riuscito a farti inserire nella lista dei 30 candidati”. Durante la stessa riunione, l’ex on.Scilla aggiunge anche di aver già abbastanza problemi col partito per poter candidare a Trapani, per le amministrative, un suo carissimo amico, tale Giuseppe Ruggirello (successivamente eletto), a suo dire prossimo ad un rinvio a giudizio (cosa poi effettivamente avvenuta). In verità, in occasione dell’incontro tra il commendatore Gerlando Miccichè e mio padre, il primo chiama immediatamente l’on.Fallica, invitandolo a chiamare subito l’ex on.Scilla per candidarmi, poiché, a suo dire, ero eleggibile, in quanto non esisteva alcun motivo ostativo alla mia candidatura. Allo stesso tempo, rimprovera a Scilla di aver mantenuto sulla vicenda un atteggiamento di “stupidità politica”. Lo stesso Scilla, l’indomani mattina, conferma a mio padre di aver ricevuto la sera prima una telefonata da parte dell’on.Fallica. Nel pomeriggio del 6 aprile un avvocato, amico di mio padre, telefona a Scilla per confermare che “giuridicamente io ero assolutamente candidabile ed eleggibile”. Questi risponde: “non mi interessano i 600 – 700 voti di Salvatore Antonio Genco, perché io non lo candido lo stesso”. Dopo la riunione del 10 aprile, trapelata la notizia della mia eventuale ineleggibilità, vengo invitato a candidarmi da un altro partito. Ringrazio i proponenti, ma decido di non accettare in quanto credevo ancora nel progetto politico di Grande Sud. Progetto politico rinnegato, invece, dall’ex on.Scilla, successivamente passato nelle file di Forza Italia e oggi candidato a sindaco di Mazara. Giudizi pesantissimi trasmodati in attacco personale portato direttamente alla sfera privata degli offesi e sconfinati nella contumelia, nella lesione della reputazione degli stessi. Le asserzioni rese, in un contesto privato, tra soggetti appartenenti allo stesso partito, lungi dal poter essere catalogabili come mere opinioni, hanno leso irrimediabilmente il mio onore e quello di mio padre, causando la mia estromissione dalle liste dei soggetti candidati al Consiglio comunale. Si vuol dire che io sia stato estromesso sì per ragioni di opportunità politiche ma sol perché “discusso” da false affermazioni pronunciate ad arte nei miei confronti e in quelli della mia famiglia. Non vi è dubbio che attribuire al sottoscritto la connotazione di essere “ineleggibile, quando ciò non corrisponde alla realtà, ha costituito una lesione della reputazione, facendo venir meno il diritto a un minimo di rispetto sociale, impedendomi la manifestazione della mia personalità vocata all’interesse della cosa pubblica. Ho tanta amarezza dentro e tanta voglia di chiedere: perché tutto questo è capitato proprio a me!


Salvatore Antonio Genco
 



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