Sabato 26 aprile alle ore 21.00, a Catelvetrano, prosegue la stagione del Teatro Selinus 2014, organizzata dal Teatro Libero Incontroazione, Stabile d’Innovazione della Sicilia. Il terzo appuntamento prevede la messa in scena di “PEDRO E IL CAPITANO, di Mario Benedetti, regia di Lia Chiappara (che firma anche costumi e scene), con Santi Cicardo e Matteo Contino. Luci di Fiorenza Dado e Gianfranco Mancuso. La storia è ambientata nell’Uruguay del 1979, e l’autore mostra il suo profilo da drammaturgo impegnato sul piano politico. La sua piéce rende conto della pandemia che ha colpito l’America latina nel decennio intercorso tra il 1970 e il 1980: dittature militari che hanno stretto in una morsa tutto il territorio ibero-
americano. Pedro è un resistente a terra, il suo torturatore, il capitano, è invece in piedi; Pedro incarna l’umanità verticale, il Capitano l’orizzontalità del rettile, in un contrappunto a chiasmo tra situazione fisica e condizione esistenziale. La tortura è manipolazione, seduzione, ricatto. L’uomo, Pedro, che resiste finisce con l’annientare il suo torturatore, continuando nella linea del rovescio. Un drammatico e paradossale ribaltamento di condizione. L’Uruguay dei militari, l’Argentina dei desaparecidos, il Cile di Pinochet, cosa hanno oggi di attuale nel parlare ad un pubblico di oggi. L’attualità sta nella scarna e schietta universalità della tortura come alfabeto del potere, che oggi esprime la sua avidità attraverso l’ineluttabile difesa della propria identità e della propria apparente sicurezza. Cosa rimane nell’oggi del libero mercato della crudele e mordace dialettica torturatore- torturato? vittima-carnefice? Una pièce sulle pieghe dell’umanità, dei labili confini dello scontro, a tratti epico, tra il bene e il male.