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20/04/2014 09:12:00

Il ritorno di Sgarbi a Salemi, ma non decide nulla sulla sua candidatura a Sindaco

 Un ritorno alla grande quello di Vittorio Sgarbi, ieri sul tardo pomeriggio a Salemi. Dopo tre anni dalle sue dimissioni, ad attenderlo il suo popolo di ammiratori di sempre. All’ora prestabilita, la sala Kim è già gremita. Molti hanno dovuto rinunciare. Tanti anche quelli giunti dai comuni della provincia. Molti i curiosi. Aspettano una risposta. Avrà deciso di candidarsi alle prossime amministrative? Sembra quasi un giuoco. Ma è del destino di una città che si tratta. Mentre Lui parla, interrotto spesso da osannanti ovazioni, qualcuno accanto a me al cellulare lo sento dire alla moglie “ancora non lo ha detto, ma è vulcano !”. A Salemi, ricordiamo, si tornerà a votare a maggio dopo quasi due anni di commissariamento del Comune per inquinamento mafioso. Ma la gran parte dei presenti vogliano sapere se ha deciso. “Ho ricevuto molte chiamate, come quelle di un gruppo di giovani, persone semplici che mi hanno chiesto di ricandidarmi a sindaco” esordisce Sgarbi. Due, in modo particolare, hanno cercato di convincerlo, sottolinea. Nino Ippolito, suo addetto stampa, e un produttore di vini, Alessandro Scavone. Ma il comunicato stampa che lo stesso Ippolito aveva inviato alle redazioni dei giornali parla invece che il richiamo verrebbe avanzato “da diversi partiti e movimenti politici”. E che addirittura la sola notizia avrebbe letteralmente stravolto lo scenario politico e rimesso in discussione le alleanze fino ad oggi siglate. Alcuni candidati avrebbero anche manifestato l'intenzione di fare un passo indietro. Si parla, naturalmente, di sigle e partiti riconducibili all’aria del centrodestra. Ma nel parterre a rendere onore al ferrarese c’era solo il fantomatico candidato a sindaco Nicola Gucciardi, affiancato da Nino Scimemi, (dicono che detenga il simbolo di Forza Italia, mentre qualcuno ci ha riferito che in provincia non è stato ancora assegnato ad alcuno), da alcuni ex consiglieri comunali, usciti frastornati dallo scioglimento e che sembrano non essersi resi conto dell’effettiva portata dell’operazione di cui è stato oggetto il Comune di Salemi. Due file più indietro, apparentemente defilato, sedeva l’ imperturbabile Peppino Cascio, più volte citato da Sgarbi. “Il suo contributo di idee e consigli è stato prezioso”, ha sottolineato. (Questi, tra l’altro, ha il figlio Lorenzo in competizione ed è il vicesindaco in pectore, ove vincesse la coalizione del democratico Domenico Venuti). Come a dire che Pino Giammarinaro contava poco o niente a differenza del rivale Cascio. Sempre se risultasse vera la leggendaria presunta divergenza tra i due. I sillogismi di Sgarbi funzionano così. Prendere o lasciare. Come anche lo scioglimento del Comune. Che secondo il teorema sgarbiano si sarebbe trattato “di una vera e propria «operazione politica» per colpire il critico d'arte.” Tanto è vero, che “I rappresentanti delle istituzioni coinvolte sono stati tutti, indistintamente, «premiati», anche nei casi in cui sul loro operato si è manifestata l'ombra delle collusioni con la criminalità organizzata. E' il caso del Vice Prefetto di Trapani, Giuseppe Ranieri, capo della Commissione di accesso agli atti nel Comune di Salemi, dalla cui relazione - stilata dallo stesso Ranieri - l'allora ministro dell'Interno Cancellieri ha chiesto e ottenuto lo scioglimento del Consiglio comunale. Tanti sono i dubbi su Ranieri sulla base degli atti di una inchiesta del 2012 della Procura di Reggio Calabria che ha accertato i suoi inquietanti rapporti con soggetti appartenenti alla 'ndrangheta.” Gli attacchi all’ex ministra Cancellieri  e all’attuale ministro degli Interni Angelino Alfano, accusandoli di avere agito loro e non lui “in modo tale da favorire e non contrastare la mafia”, sono stati il leit motive della serata. “Alfano va arrestato!”, urla Sgarbi e la sala esplode in un boato. “Occorre combattere quella certa antimafia che ha fatto peggio della mafia che non c’era”, l’entusiasmo delirante diventa da stadio. Dell’altra fetta del centrodestra mancava infine il candidato di d’Alì, il preside Salvino Amico. Alla fine della manifestazione, ci è sembrato di percepire non poca delusione tra i tifosi più accesi. La frase sibillina “ se trovate qualcuno meglio di me, faccio un passo indietro” con cui Vittorio Sgarbi ha chiuso il suo comizio ha lasciato un’aura d’incertezza. Forse quella di ieri sera aveva solo lo scopo di tastare la pancia dell’elettorato da sempre orientato a destra. Mancava in effetti la testa. Tra gli altri, un Nino Scalisi, ad esempio, già ex vice sindaco del critico per soli sei mesi, poco elegantemente deriso più volte nel corso della serata.

Franco Lo Re



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