di Leonardo Agate. Il Tribunale di Marsala, in disaccordo con lo stop impresso al metodo Stamina dagli esperti, ha ordinato all'azienda "Spedali civili di Brescia" di riprendere l'innovativa cura del piccolo Gioele, di due anni e quattro mesi. Il giudice, Antonio Genna, l'11 aprile ha firmato l'ordine all'ospedale.
Il bambino é affetto dalla malattia degenerativa chiamata Sma (atrofia muscolare spinale), ed andrebbe incontro, secondo i genitori, a sicura morte nel caso in cui non venisse curato con il nuovo metodo, che é stato contestato da scienziati e esperti, non tutti, e stoppato dal ministero in attesa che si pronunci un'apposita commissione. Intanto il bambino potrebbe morire. La decisione della commissione, che potrebbe essere favorevole alla nuova pratica curativa, potrebbe arrivare quando "tra medici e mammane" il piccoletto sarebbe passato all'altra vita.
Il giudice ha scelto le ragioni della pietà di fronte a un caso urgente, ma ha seguito le regole del diritto. Ha deciso in seguito a un ricorso dei genitori, che risiedono a Marsala, applicando la legge - decreto Balduzzi - che ha aperto la porta alla nuova cura con una procedura che deve essere messa ancora a punto, e si é arenata per motivi che poco hanno a che fare con la salute di chi, senza più altre speranze, ha quest'ultima speranza di salvezza. Nel campo della sanità si giocano interessi economici enormi. Le case farmaceutiche costituiscono centri di potere forte, che influenzano le decisioni politiche. Un ammalato che guarisce può essere controproducente alla produzione del reddito delle compagnie farmaceutiche, ed anche all'attività degli ospedali e dei medici. Sia chiaro che non sempre vengono anteposti al diritto alla salute gli interessi economici delle società, delle strutture e degli operatori sanitari, anzi nella maggior parte dei casi non avviene. Ma a volte avviene. Se anche in questo caso ci troviamo di fronte ad un episodio di malasanità, lo vedremo in seguito.
Il giudice é stato criticato da alcuni opinionisti per avere incontrato il vice presidente di Stamina, Marino Andolina, che ha interessi legati all'applicazione del metodo. Ma il suo ordine appare correttamente motivato, né alcun riferimento c'é alle eventuali informazioni fornitegli dal vice presidente di Stamina. Se veramente l'ha sentito, non sarebbe stato altro che una corretta audizione per ottenere un chiarimento anche da questa parte interessata.
A questo punto si attende l'esecuzione dell'ordine del giudice da parte dell'ospedale. La sua omissione genererebbe l'ipotesi, penalmente sanzionata, dell'inosservanza di un ordine giudiziario collegato alla salvaguardia della salute.