Come già precisato la scorsa domenica, si avvia alle battute finali questo nostro lungo capitolo dedicato al ricordo settimanale di Don Andrea Parrinello, il grande personaggio sportivo che dal dopoguerra fino agli anni 70 ha rappresentato il principale punto di riferimento per tutti i giovani marsalesi che si sono avvicinati al mondo del calcio creando un vivaio di giovani calciatori che si sono affermati sia nei tornei giovanili che in molte squadre dilettanti e professioniste. Il nuovo racconto, in forma di intervista, che pubblichiamo oggi fa parte di quella lunga serie di testimonianze che ci ha fornito il comitato nato appositamente e formato da Salvatore Lo Grasso, Emanuele Parisi, Totuccio Cardinale e Rino Bonomo. In attesa degli ultimi prossimi racconti domenicali, e delle altre iniziativa di diversa natura che verranno messe in campo sempre in memoria di Andrea Parrinello, eccovi, anche per questa domenica, un nuovo episodio, in forma di intervista: quello di Gaspare Rallo.
Intervista al Sig. Gaspare Rallo (Hallallà) nato a Marsala l’11.05.1937. Giocatore dell’Olimpia e collaboratore di Don Andrea dal 1952 al 1974.
Prima di dare inizio alla nostra conversazione, il Sig. Gaspare Rallo, da profondo conoscitore di calcio, ha voluto fare una breve premessa.
Si dice che il gioco del calcio sia molto antico, e che a inventarlo siano stati gli inglesi. In verità, sia pure in forma diversa, già nell’epoca medievale il calcio si giocava in Italia, nella città di Firenze, ed era praticato soltanto dalle classi sociali di alto rango. Quindi agli inglesi, caso mai, appartiene soltanto il primato di avere organizzato e giocato, nel loro paese alla fine del 1800, il primo campionato. All’inizio del ventesimo secolo, a macchia d’olio, il gioco si è diffuso in tutta Europa diventando lo sport più bello e popolare del mondo E’ verosimile che a farlo conoscere e giocare nella città di Marsala abbia contribuito, negli anni cinquanta, il mitico personaggio marsalese Don Andrea Parrinello. Forse questa mia opinione, a giudizio di tanti, sarà molto fantasiosa, ma parecchio vicina alla realtà.
Sig. Rallo da quanto tempo ha iniziato a giocare al calcio?
Da quando avevo soltanto 8 anni.
Si ricorda invece quando ha smesso?
Credo sia stato nel 2004 quando, purtroppo, le mie coronarie hanno detto basta, in quel tempo giocavo già soltanto il Sabato con gli amici e conoscenti. Ma i quattro bypass me li hanno messi ugualmente.
Ah bella questa battuta! Complimenti. Quale era il suo ruolo preferito?
Beh, quando ero giovane il mio ruolo preferito era la mezz’ala, in verità lo è ancora adesso, poi dopo col passare degli anni mi sono arrangiato nel ruolo di terzino sinistro.
Quanti anni aveva quando ha conosciuto Don Andrea Parrinello?
Non più di quattordici, abitavo in un modesto appartamento di Via frisella, proprio in quel tratto stretto che sbocca in via A. Diaz, era a poca distanza dal campo sportivo di porta nuova. E’ lì che l’ho conosciuto. Gli stavo sempre tra i piedi.
Come è stato che ha iniziato a giocare con l’Olimpia, è andato lei da Don Andrea o viceversa? O in quale altro modo?
Gliel’ho chiesto io, stavo sempre lì. Però dall’inizio ho dovuto giocare con altre squadre perché nell’Olimpia per me, purtroppo, non c’era spazio. Successivamente ho giocato con l’Olimpia in terza e seconda categoria, sempre con la fascia di capitano.
Oltre che con l’Olimpia ha giocato in altre squadre cittadine?
Si, ho giocato con la Fulmine in promozione, tre anni in terza e seconda categoria con la squadra tricolore, ancora in seconda categoria con la squadra di C.da Bambina e un anno con la squadra di Birgi ancora in terza categoria.
Se le chiedessi oggi, dopo tanti anni, di esprimere un giudizio su don Andrea Parrinello, cosa mi risponderebbe?
Beh, visto che già me lo hai chiesto ti rispondo in questo modo. Don Andrea Parrinello era una persona straordinaria. Io l’ho conosciuto molto bene e a lungo, non posso sbagliarmi. Non intendo assolutamente paragonarlo con altre figure carismatiche del passato o presente. Ma che i giovani, ovviamente quelli che amavano il calcio, erano attratti da lui è un dato di fatto. Don Andrea non si è mai sposato( forse non ne ha mai avuto il tempo) eppure, come un buon padre di famiglia, ha dedicato tutta la sua vita ai giovani considerandoli suoi figli. Ha insegnato loro a giocare a calcio, ma ha insegnato anche tante altre cose meravigliose e di inestimabile valore. Se quell’uomo non fosse esistito bisognava inventarlo. Ritengo che un uomo come lui non si ripeterà più né a Marsala né altrove.
Mi conferma che durante la sua militanza all’Olimpia il suo attaccamento alla squadra lo ha spinto aldilà del normale dovere? Anticipando per esempio in certe occasioni del denaro?
Si lo confermo. Ciò è avvenuto, anche parecchie volte, ma solo quando il Presidente Gucciardi era assente. Comunque preciso che sono stato sempre rimborsato.
E’ vero che quando Don Andrea si è ammalato lei, insieme col suo amico Sciacca Angelo, lo andava a trovare a casa tutti i giorni per fargli compagnia, accudirlo e assicurarsi che prendesse le medicine?
Ma quante cose sai tu! Si è la verità. Stavamo con lui qualche ora. Quando andavamo via cercava di nascondere le lacrime che non riusciva a trattenere. Inutilmente gli dicevamo che se non la smetteva di piangere non gli avremmo più portato i dolci e le iris fritte che a lui piacevano tantissimo.
Suppongo che per lei Don Andrea sia stata una persona molto importante, come lo considerava un amico, un fratello o un padre?
Come lo consideravo? ………. Immagina tu un termine che racchiuda tutte e tre le definizioni. Certo è che non dimenticherò mai quell’uomo. E’ stato mentre stringeva il mio braccio che è morto.
Sig. Rallo le farò l’ultima domanda, se vuole può non rispondere, ma è vera la voce che circola su facebook? Che Don Andrea la faceva giocare perché lei metteva a disposizione della squadra la macchina durante le trasferte?
E’ vero che io mettevo a disposizione la mia auto per le trasferte, è falso, invece, che giocavo solo per questa ragione. Comunque conosco bene quella persona che ha messo quella frase in rete. E’ un mio caro amico che, beato lui, possiede un gran senso dell’ umorismo. Alla prima occasione prometto che mi vendicherò..
Mi scusi, la trattengo ancora pochi secondi, ma quest’ultima domanda devo proprio fargliela. Durante i vent’anni e passa che ha trascorso nell’Olimpia quanti giovani, oltre ai suoi coetanei si capisce, ha conosciuto? Quanti di questi sono rimasti suoi amici? E’ mai capitato di litigare con Don Andrea?
Hai detto che mi facevi l’ultima domanda, queste sono almeno tre. Ti rispondo nell’ordine: Forse duecento-duecentocinquanta, tutti, mai.
Marsala, 30.11.2013 Rallo Gaspare