Oltre duemila migranti salvati in 48 ore dalle navi di Marina Militare e Guardia costiera che pattugliano il Mediterraneo.Complice il mare calmo, si stanno moltiplicando le partenze dei barconi dai porti libici verso le coste italiane.
Il totale degli arrivi dall'inizio dell'anno è salito così a quota 8.500, oltre dieci volte in più di quelli registrati nello stesso periodo del 2013.
Superlavoro, dunque, per i mezzi messi in campo dall'operazione Mare Nostrum, apertamente elogiati ieri in Parlamento dal premier Matteo Renzi. Nel corso della notte tra martedì e ieri - ha detto - «dentro l'operazione Mare Nostrum le nostre strutture, che ringrazio ad una ad una, hanno salvato 2.077 persone. Credo che sia significativo che teniamo insieme, senza ideologie, i pattugliamenti a partire dai paesi d'origine e l'affermazione del Mediterraneo come cuore naturale della nostra azione».
Opposta la reazione del leghista Roberto Caon, che parla di «inadeguatezza di un esecutivo capace solo di parlare per slogan ma incapace di agire alla prova dei fatti. Servono politiche serie di respingimento e accordi bilaterali con i Paesi di provenienza per fermare subito questa nuova invasione di clandestini sulle nostre coste».
L'Oim (Organizzazione nazionale per le migrazioni) ha chiesto una proroga di Mare Nostrum che dallo scorso ottobre ha salvato dodicimila persone e fermato 46 scafisti. «Si tratta - ha spiegato il portavoce Flavio Di Giacomo - di barconi tutti provenienti dalla Libia. E altre dieci imbarcazioni sono state avvistate da poco. È la prima volta che assistiamo a un'ondata di arrivi cosi consistente e concentrata in poche ore». E gli sbarchi, aggiunge, «sono destinati ad aumentare, considerata la situazione di instabilità politica della Libia e confermano la necessità di prorogare l'operazione Mare Nostrum. L'Unione Europea dovrebbe riconoscere il ruolo importante del salvataggio in mare e valutare seriamente e urgentemente altre forme di protezione dei migranti in paesi di transito e comunque lungo le rotte della disperazione».
L'afflusso massiccio di migranti sta mettendo a dura prova la capacità di accoglienza. Non a caso il Viminale, all'inizio dell'anno, ha inviato un'informativa a tutti i prefetti affinché attivino, nei territori di competenza, altre strutture per l'accoglienza temporanea, in accordo con i Comuni.
Nel 2013 gli arrivi sono stati 43mila e, continuando con questo ritmo, quella quota sarà ampiamente superata quest'anno. La capacità ricettiva dei Centri di accoglienza è stata aumentata da 5.516 posti del 2012 agli attuali 7.501; mentre la ricettività del sistema di protezione per richiedenti asilo è stata portata a 9.400 posti. In controtendenza invece i Centri di identificazione ed espulsione: ben sei degli 11 presenti sono chiusi per lavori di ristrutturazione e la capienza complessiva è più che dimezzata, da 1.791 a 842 posti.
«Noi vogliamo proporre delle vie per l'integrazione dei migranti: se vengono qui c'è un motivo. Si parla tanto di rifugiati politici e sembra che ci sia un' invasione in Italia. Nel nostro Paese ce ne sono 60mila, ma in Germania ce ne sono 600mila. Evidentemente abbiamo un modo distorto di leggere il fenomeno», afferma monsignor Enrico Feroci, direttore della Caritas diocesana, a margine della presentazione dell'Osservatorio romano sulle migrazioni.