di Leonardo Agate Domani si vota in Crimea per l'indipendenza, che precede di qualche settimana l'annessione alla federazione russa, e gli americani non hanno capito un tubo. Mi ha detto stamattina una signora russa, che vive in città e torna periodicamente in Russia, che ha parlato con un amico crimeano. Le ha detto che la popolazione della penisola non ne può più del nuovo regime di Kiev, e nemmeno sopportava il vecchio regime abbattuto dal movimento di un anno fa. Il vecchio regime era solo formalmente figlio della madre Russia. In effetti era fatto da ladroni e affamatori del popolo, e facendo le fusa a sua madre non si distanziava del tutto dall'economia occidentale, per proprio tornaconto. Ora che il nuovo regime si é schierato del tutto dalla parte dell'Unione Europea ed ha tentato di sostituire ai vecchi organi uomini fidati contro la comunità filorussa, non resta che proclamare l'indipendenza e l'annessione alla Grande Madre. Il discorso dal suo punto di vista fila. Anche i dati economici sono a suo supporto. Gli stipendi sono stati diminuiti. Stanno più male di prima.
Gli americani non hanno capito niente del problema ucraino, e gli sembra che con la diplomazia si possa risolvere il pericolo dell'avanzata delle truppe russe. Adesso sono entrati in territorio ucraino orientale e meridionale senza le mostrine. Le metteranno in bella evidenza a partire da dopodomani. L'Ucraina non é la Iugoslavia, e nemmeno l'Iraq o l'Afghanistan o la Libia. In queste regioni gli Stati uniti hanno fatto quel che hanno voluto. Hanno sostenuto la tesi che ogni popolo ha diritto all'autodeterminazione circa il suo Stato, e sono militarmente intervenuti per farla esplodere contro i vecchi regimi. Sono Paesi lontani dagli interessi vitali di Mosca. L'Ucraina é diversa. Nel suoi est e sud c'é l'accesso diretto al Mar Nero. Le basi navali russe erano a Sebastopoli quando il Paese faceva parte dell'Impero zarista e dopo dell'URSS. Sono rimaste là e potenziate quando é diventata automa. La popolazione di origini russe porta nel cuore la madre patria. La lingua parlata é il russo. Le persone, la maggior parte sono gli eredi delle immigrazioni forzate ai tempi dello Zar Nicola II e di Stalin poi. L'esito della consultazione di domani appare scontato. Il fatto che le autorità locali hanno vietato ad osservatori ONU di assistere alle operazioni elettorali la dice lunga: in un modo o nell'altro vincerà Putin.
Obama, il suo segretario di Stato, Kerry, i Paesi dell'Unione Europea, compresa da ultimo la Germania, minacciano sanzioni. Dio sa di quanto gliene possa fregare delle minacce economiche al capo del Cremlino. A conti fatti non si sa chi ci perderà, con l'attuazione delle minacce. Se più la Russia o più l'Europa. Un quarto del gas utilizzato in Europa é di provenienza russa. Se fossero chiusi i suoi rubinetti resteremmo al freddo e con le attività a mezzo orario. I magnati russi che hanno i loro ingenti capitali nelle piazze europee, soprattutto a Londra, rischiano di averli congelati. Ma anche gli imprenditori europei che hanno intrapreso attività in Russia rischiano il tracollo. Il flusso import - export da e per la Russia non é decisamente a nostro favore.
E' prevedibile che la procedura di secessione della Crimea dall'Ucraina procederà, salvo che gli occidentali non vogliano passare dalle sanzioni economiche a quelle militari. Ma il giuoco vale la candela? Potrebbe essere un disastro ancora maggiore, sia pure usando solo le armi convenzionali.
Gli americani, e gli europei al loro traino, devono smetterla di interessarsi di tutte le situazioni anomale che si verificano nei cinque continenti. Basterebbe che, come potenza mondiale, mettessero i giusti paletti su certi confini territoriali che ciascun Stato non può oltrepassare. Nell'aria di influenza di ognuno di essi lascino correre. La storia insegna che l'autodeterminazione dei popoli inseriti in un contesto unitario con la potenza amica non può essere contrastata. Vedi Vietnam.