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15/03/2014 16:11:00

Caso Rostagno, la perizia del consulente della difesa scagiona Mazzara

 E' stato il turno della difesa giocare le sue carte, ieri, al processo Rostagno. E, come era facile immaginare, è una conclusione favorevole agli imputati. La perizia del generale Luciano Garofalo, infatti, scagiona il presunto killer, Vito Mazzara: "Il Dna non è dell'imputato" ha detto. 

Si riferisce, Garofalo, al Dna rinvenuto nel sottocanna del fucile utilizzato per uccidere Mauro Rostagno. L' ex comandante del Ris di Parma, scelto dalla difesa di Mazzara come consulente sostiene che  "quel Dna va necessariamente ricondotto a una miscela genetica dovuta a una contaminazione". Per Garofano, il "Dna non può resistere per 25 anni senza degradarsi". Il consulente di parte ha poi contestato alcune "scelte arbitrali dei periti", nonché "l'uso di un software valido soltanto per esperimenti di laboratorio". Garofano ha invece utilizzato - sostiene - un software impiegato negli Stati Uniti per identificare le vittime delle Torri gemelle. Il consulente ha poi specificato che il quantitativo di Dna su cui hanno lavorato i periti "è insufficiente" per poter risalire ad un profilo. Garofano ha infine contestato il fatto che i periti avrebbero operato "con un metodo non validato dalla polizia scientifica italiana" e cioè "sotto la soglia di validità", compiendo delle "forzature".