Riprende oggi la discussione del ddl sulla riforma delle Province all’Ars. In un clima sempre più teso e con il tempo che ormai è finito, questa rappresenta l’ultima chance per abolire gli enti intermedi e dar vita, una volta per tutte, ai liberi consorzi di comuni e alle città metropolitane.
Se da un lato si registrano le dichiarazioni del ministro D’Alia (Udc), che ha promesso sostegno al governo almeno per l’approvazione della riforma, e le affermazioni del nuovo segretario regionale del Pd, Fausto Raciti, su un nuovo e ritrovato patto di maggioranza con Crocetta, dall’altro c’è da far fronte a un’opposizione sempre più agguerrita da parte di Movimento 5 Stelle e centrodestra che finora hanno più volte impedito e bloccato la riforma a Sala d’Ercole, tra richieste di incostituzionalità e pregiudiziali varie, senza contare i 400 emendamenti presentati dai vari deputati che dovranno essere discussi e votati.
Intanto, tre giorni fa, esattamente il 15 febbraio, sono scaduti i mandati dei commissari straordinari delle Province, lasciandole, di fatto, senza una guida. A reggerle, come spiega l’assessore regionale alla Funzione pubblica, Patrizia Valenti, è il resto della burocrazia. “Sono sempre in carica - ha spiegato - i dirigenti generali e i segretari generali. Per qualche giorno potranno pensarci loro”. Anche se, conti alla mano, anche in caso di approvazione della riforma, i tempi per l’entrata in vigore ufficiale non sembra così vicina.
“Entro questa settimana - ha proseguito l'assessore Valenti - capiremo meglio che tipo di nomine dovremo fare. Una cosa è certa: presto dovremo operare le nuove nomine”. Nuovi commissari, quindi, di una durata che dipende, giocoforza, dal risultato del voto di Sala d’Ercole.
“Nessuno ci impedisce - ha osservato ancora Valenti - di confermare quelli uscenti, sia che si vada verso i liberi consorzi sia in caso di elezioni. A parte qualche caso, almeno. Il commissario della Provincia di Trapani, per esempio, è stato chiamato a Roma per un importante incarico. Lui andrà sostituito”.
D'ALI'. “Quest'oggi si è verificata una situazione paradossale, scaduto il termine di vigenza dei commissari a suo tempo nominati nessuno ha provveduto a prorogarne la nomina o ad indicarne dei nuovi, quindi le province siciliane (ad esempio quella di Trapani) si trovano di fatto nell'incredibile situazione dell'assenza giuridica e fisica del vertice istituzionale". Lo ha detto il senatore del Nuovo CentroDestra, Antonio D'Alì. "Al di là dell'irresponsabilità dell'assemblea che non ha ancora provveduto ad esitare la legge di riforma, l'approssimazione del presidente e del suo governo è veramente ai limiti dell'immaginabile.- ha aggiunto - Non si comprende come il governo regionale non se ne sia ancora andato a casa avendo causato e continuando a causare danni di ogni tipo alla Sicilia”.
Sull’argomento è intervenuta Cettina Spataro, ex assessore provinciale che ha voluto dire la sua sullo stato d’empasse in cui sono cadute le Provincie Regionali siciliane: “Ci aspettavamo lo scioglimento delle le provincie , e invece assistiamo all'incapacità di "sciogliere alcuni nodi " all'interno della maggioranza che sostiene il governo regionale. Per dare un segnale forte di rinnovamento, si poteva procedere ad una drastica riduzione o taglio degli emolumenti ed evitare questa forma estrema di populismo . La triste constatazione e' che, in questo lasso di tempo, e' stato "tirato " il freno a mano dello sviluppo e della crescita dei territori, lasciando sospesi nel limbo i dipendenti provinciali, che tanto hanno dato in questi anni in termini di impegno e dedizione. A poco serve lamentarsi quando ci definiscono " la Sicilia del Gattopardo ".