Quantcast
×
 
 
08/02/2014 14:00:00

Castelvetrano, la Chiesa di San Domenico rivede la luce

Grande partecipazione dei cittadini di Castelvetrano per la riapertura della Chiesa di San Domenico, dopo un restauro durato oltre trenta anni. “ Siamo orgogliosi di essere oggi sugli organi di stampa nazionale non per fatti di cronaca, bensì per la restituzione di un capolavoro dell’arte alla città, alla Sicilia e consentitemi al Mondo –ha affermato il primo cittadino Felice Errante- Nel ringraziare tutti coloro che con abnegazione hanno lavorato in questi anni per consentire l’odierna riapertura, voglio rivolgere un grazie particolare anche a tutte le autorità che oggi ci hanno onorato della loro presenza, ed al vescovo Mogavero, prezioso punto di riferimento, con il quale abbiamo firmato una convenzione che , grazie alla disponibilità del Club Unesco Castelvetrano ed ai volontari dell’Associazione Vigili del Fuoco in Congedo, ci consentirà di consentire l’apertura e la quotidiana fruizione di questo capolavoro.”
Il sindaco ha poi dato lettura di una lettera che il Ministero dell’Interno, On. Angelino Alfano ha inviato :
“ Caro Sindaco, con grande dispiacere ti comunico che oggi non potro' prendere parte a questo importante evento , poiche' trattenuto a Roma da impegni istituzionali . Potrò ammirare la cappella Sistina siciliana, di proprietà del FEC,finalmente restituita alla fruizione di tutti coloro che amano l'arte,quando verrò a Castelvetrano, come da te sollecitato, nei prossimi giorni per manifestare la mia vicinanza ai lavoratori del gruppo 6gdo ed e testimoniare il massimo impegno, mio e del governo, per la positiva risoluzione di detta problematica. Nel rinnovarTi i sensi del mia stima ti saluto cordialmente.”
Nel corso dell’incontro, a cui hanno presenziato anche il Prefetto Leopoldo Falco, il Questore Carmine Esposito, i comandanti provinciali e locali delle Forze dell’Ordine, l’assessore regionale ai Beni Culturali della Regione Siciliana, Maria Rita Sgarlata,deputati e senatori , prestigiosi relatori come l’arch. Gaspare Bianco, dirigente della Soprintendenza ,che ha curato le varie fasi del restauro, è stato reso noto l’avvio delle procedure per ottenere il riconoscimento per la chiesa di San Domenico quale Patrimonio dell’Umanità a cura dell’Unesco.
Già da ieri pomeriggio la chiesa è visitabile, così come nei prossimi giorni, festivi inclusi, dalle 09.00 alle 13.00 e dalle 15.00 alle 18.00.
 

L’evento è stato salutato favorevolmente da molti. L’assessore regionale ai Beni Culturali, Maria Rita Sgarlatta, ha commentato l’evento.


Oggi è una festa per Castelvetrano e per tutta la Sicilia: la Chiesa di San Domenico, nota come la “Sistina” siciliana, viene restituita al suo antico splendore. Tornano alla loro sede opere come la Madonna di Loreto di Francesco Laurana, o come la magnifica copia dello “Spasimo di Sicilia” raffaellesco di Giovan Paolo Fondulli. Ma soprattutto viene restituito all’ammirazione di tutti, dopo un lungo e paziente restauro, lo stupefacente lavoro di cesellatore del gesso di Antonio Ferraro da Giuliana, un’opera senza eguali, considerata a ragione uno dei capolavori del manierismo siciliano e vero battistrada del barocco nella nostra isola. Essendo un’archeologa, non posso certo dirmi una specialista di questa stagione della storia dell’arte, tuttavia di fronte ad un così straordinario fuoco d’artificio dell’immaginazione umana come “L’albero di Jesse” mi torna alla mente un’espressione utilizzata in antico da Filostrato nelle sue “Imagines” per indicare capolavori dell’horror vacui come questo: “Frusta per gli occhi”, un esercizio per lo sguardo che è insieme una gioia e un impegno da togliere il fiato. L’apparato decorativo della chiesa di San Domenico è una testimonianza straordinaria di fede e allo stesso tempo un’esibizione di sfarzo dinastico con pochi eguali, come dimostra la posizione stessa del sarcofago del committente, Don Carlo d’Aragona e Tagliavia, principe della città e uomo fra i più potenti dell’Europa del suo tempo. Non è certo il mio compito parlare della fitta trama di riferimenti iconologi che è possibile mettere a fuoco nell’analisi del programma figurativo della chiesa; posso tuttavia affermare che tutto questo ci parla di una Sicilia ricchissima e potente, molto lontana dalla Sicilia della crisi dei nostri giorni e dalle grandi e piccole difficoltà che attanagliano il sistema dei Beni culturali siciliano, una palude dalla quale possiamo uscire solo con il contributo paziente di tutti, con la buona volontà di tutti, senza protagonismi e senza compiaciuti catastrofismi. La lunga odissea dei restauri della chiesa di San Domenico di Castelvetrano, iniziata ben 46 anni fa, dal fatidico terremoto del ’68, può essere assurta a metafora di un modo sano di fare tutela del nostro patrimonio, pur fra le mille difficoltà, i molto progetti, le reiterate ricerche di finanziamenti. Se oggi siamo qui per festeggiare la chiusura di una lunga e tormentata stagione di restauri è perché c’è stata una comunità forte e motivata che ha voluto che san Domenico fosse strappata all’oblio, perché ci sono stati uomini e donne che hanno creduto in un progetto e si sono impegnati per realizzarlo. A queste persone tutti noi dobbiamo essere profondamente grati.
Mentre i progetti di valorizzazione dei nostri beni proseguono grazie all'utilizzo dei fondi comunitari (55 milioni nell'asse 1 dei POIN per i poli d'eccellenza; sono iniziate le gare d'appalto e, in alcuni casi, anche i lavori), non possiamo nascondere tuttavia le grandi difficoltà che l’assessorato incontra per il restauro dei tanti monumenti siciliani che necessiterebbero di interventi, che purtroppo non rientrano nelle linee guida previste dalla programmazione europea 2014-2020.
Avere riportato all’antico splendore la chiesa di San Domenico è un segnale e una vittoria. Vittoria non di una parte politica, o di una sola città, ma di tutti i Siciliani.

 

Soddisfatta anche Legambiente Sicilia.

“Non possiamo che essere contenti e soddisfatti di questo evento: contenti perché finalmente viene restituito, non solo ai castelvetranesi ma a tutto il mondo, uno scrigno meraviglioso, di una bellezza incommensurabile; soddisfatti, e perfino orgogliosi, perché, con la nostra campagna Salvalarte, abbiamo dato, dal lontano 2005, il nostro contributo di stimolo, vigilanza e mobilitazione per raggiungere questo obiettivo. In questi 9 anni non si contano le nostre iniziative nel e per il sito: conferenze stampa, convegni, visite guidate, manifestazioni”. A dirlo Gianfranco Zanna, direttore regionale di Legambiente che continua: “Abbiamo vissuto in diretta e sul campo le non poche difficoltà del cantiere di restauro, al punto che oggi ci sembra quasi un miracolo che sia stato portato a termine. Perché di avvenimento straordinario si tratta, se i difficili equilibri tra le componenti impresa-direzione lavori-ente appaltante si sono concretizzati in un cantiere modello, che più volte abbiamo visitato sino alla vigilia della sua conclusione.
Ci auguriamo che tra la fase del cantiere e quella della divulgazione, non ci sia uno scollamento e che le conoscenze acquisite in questi lunghi mesi di studi meticolosi possano essere presto messe a disposizione della collettività e l’opera resa disponibile alla “pubblica fruizione”.
Ci batteremo affinché, dopo tanta attesa, - conclude Zanna - la restituzione dell’opera non si riduca ad una saltuaria apertura della Chiesa, ma porti ad una riappropriazione, da parte della cittadinanza, di una manifestazione artistica importante e fortemente simbolica che deve essere recepita in tutte le sue valenze”.
 



Cultura | 2024-07-30 14:55:00
https://www.tp24.it/immagini_articoli/24-03-2021/1616566080-0-etna-un-altra-eruzione-fontane-di-lava-e-boati-il-video.jpg

Anche quest'anno Stragusto è stato un successo

Si è concluso con successo “Stragusto”, l'evento che celebra il cibo da strada e dei mercati a Trapani. Il festival ha animato per cinque serate, dal 24 al 28 luglio, la piazza dell'antico Mercato del Pesce. Un luogo suggestivo e...