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07/02/2014 07:34:00

Processo Campus Belli, cinque assoluzioni e due condanne. I particolari

Solo due dei sette imputati del processo scaturito dall’operazione antimafia ‘’Campus Belli’’ (16 dicembre 2011) sono stati condannati dal Tribunale di Marsala. Sono Simone Mangiaracina, di 76 anni, e Cataldo La Rosa, di 48, considerati il “braccio operativo” dell’anziano boss di Campobello di Mazara Leonardo Bonafede, di 81 anni, assolto dall’accusa di intestazione fittizia di beni. Mangiaracina è stato condannato a 13 anni di carcere, mentre La Rosa a 12 anni. Per entrambi, scontata la pena, tre anni di libertà vigilata. Ed inoltre interdizione perpetua dai pubblici uffici. Ma questa pena accessoria, per loro, è sicuramente l’ultima preoccupazione. Più <dolorosa>, senz’altro, è la condanna al risarcimento del danno a due delle sei parti civili costituite (20 mila euro per il Comune di Campobello e 10 mila per l’Associazione Antiracket di Mazara), le spese legali e quelle del loro mantenimento in carcere. FALSE TESTIMONIANZE - Disposta, inoltre, la trasmissione in Procura, al fine di valutare la possibilità di avviare un procedimento per falsa testimonianza, degli atti d’udienza in cui sono stati ascoltati Giuseppe Iossa e Vincenzo Scirè. Accolta, dunque, la richiesta del pm Pierangelo Padova. Iossa, commerciante campano di olive, è stato interrogato sui rapporti intrattenuti con alcuni imputati e con le ditte Eurofarida, Agricola Siciliana e Curaba. Iossa ha detto di non aver incontrato in Campania Antonio Tancredi e di non ricordare di aver ricevuto solleciti di pagamento da parte di Simone Mangiaracina. Il pm, però, ha contestato le sue dichiarazioni, leggendo intercettazioni in cui Iossa parlava con Mangiaracina. E <false dichiarazioni – ha continuato il rappresentante dell’accusa – ha reso anche Scirè>. Quest’ultimo sarebbe stato una sorta di trait d’union tra Giuseppe Grigoli, ex <re dei supermercati Despar>, e i gestori dell’Eurofarida in un <affare>. Ovvero, la vendita <simulata> a Grigoli di un magazzino a Campobello di Mazara. GLI ALTRI ASSOLTI - Oltre all’ex sindaco Ciro Caravà e a Bonafede, sono stati poi assolti anche Gaspare Lipari, di 46 anni, che secondo l’accusa avrebbe svolto una funzione di “collegamento” tra il sindaco e il capomafia Bonafede, Antonino Moceri, di 62, e Antonio Tancredi, di 53. Questi ultimi due, imprenditori del settore olivicolo, erano accusati di concorso esterno in associazione mafiosa per avere consentito a Cosa Nostra di infiltrarsi nell’attività economica. Per questo furono sequestrati una serie di beni, per i quali adesso il Tribunale ha ordinato il dissequestro. Lo scorso 16 gennaio, il pm della Dda Pierangelo Padova aveva chiesto la condanna di tutti gli imputati. Venti anni di carcere erano stati invocati per Mangiaracina, 18 per Caravà e La Rosa, 16 anni per Lipari, 15 ciascuno per Moceri e Tancredi e 6 anni per Bonafede. Quest’ultimo in passato già condannato in passato per associazione mafiosa. I sette imputati erano stati rinviati a giudizio il 7 dicembre 2012. Il Comune di Campobello venne sciolto per infiltrazioni mafiose il 27 luglio 2012. Caravà, secondo l’accusa, avrebbe intrattenuto rapporti con esponenti della locale famiglia mafiosa capeggiata da Leonardo Bonafede. Il processo fu istruito in seguito all’inchiesta della Dda di Palermo e dei carabinieri che il 16 dicembre 2011 sfociò nell’operazione antimafia ”Campus Belli”. Il processo iniziò l’8 febbraio 2013. Al centro delle indagini, avviate nel 2006, c’era uno dei “sodalizi criminali” considerato tra i più vicini al boss latitante Matteo Messina Denaro. Secondo gli investigatori, la famiglia mafiosa di Campobello di Mazara avrebbe mantenuto uno stretto collegamento con Messina Denaro e, “attraverso un pervasivo controllo del territorio”, sarebbe riuscita, secondo i magistrati, a “infiltrare progressivamente le attività imprenditoriali ed economiche dell’area”. Dal movimento terra al commercio olivicolo, con relativi canali di finanziamento, attraverso trattative avviate con i castelvetranesi Giuseppe Grigoli e Salvatore Messina Denaro, e riscossione crediti. Le motivazioni della sentenza saranno depositate entro 90 giorni.



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