Dopo il barocco della piazza, l’austero salone del Castello federiciano. Dopo la colorita rabbia, la pacatezza della discussione e del ragionamento. Il tutto voluto dai cittadini e non imposto dall’alto. Una bella pagina di democrazia l’altra sera a Salemi. Se ne sentiva la necessità, dopo la sbornia “culturale” del periodo sgarbiano. E dopo i lunghi mesi commissariali, tutti dedicati al “ripristino della legalità”, per dirla con le parole del nuovo presidente della Commissione straordinaria, il prefetto Benedetto Basile. Ma profusi anche al tentativo di dare più funzionalità agli uffici comunali, come egli stesso ha voluto sottolineare. Impresa ardua, a quanto pare. Su questo tema non sembrerebbero essere stati raggiunti gli obiettivi prefissati, almeno a sentire le angosciate lamentele, espresse nel corso dell’assemblea, da Salvatore Drago, padre di un giovane disabile. Un dipendente dell’Ufficio tecnico comunale non avrebbe saputo dargli risposte soddisfacenti circa la richiesta per l’installazione di un ascensore. Addirittura non sarebbe stata rintracciata nemmeno l’istanza a suo tempo presentata. Storie di ordinarie disfunzioni o un episodio isolato? Si vedrà. A dirimere la matassa sarà comunque l’ingegnere Vincenzo Ortega, che ha dominato la scena. L’ingegnere capo del Comune di Licata, venne qui a Salemi al seguito del Prefetto Leopoldo Falco, come “sovraordinato”. La sua missione? Rimettere ordine nel settore dell’urbanistica, dei lavori pubblici, degli appalti e della raccolta dei rifiuti. Ma la sua sfera d’intervento, con il passare dei mesi si è via via allargata. Non a caso è oggetto di “attenzioni” da parte di una silenziosa serpeggiante opposizione. Ma andiamo alla cronaca della riunione. Svoltasi nel massimo ordine (presenti i militari dell’Arma dei Carabinieri, guidati dal neo comandante della Compagnia di Mazara il capitano Fabio Manzo e dai comandanti delle stazioni di Vita e Salemi) e nel rispetto dell’ordine del giorno (fatta eccezione per un brevissimo surreale siparietto messo su da un ex dipendente comunale, dimostrando quanti brutti scherzi può provocare l’avanzare dell’età), i lavori sono stati aperti da un breve saluto del presidente della CNA-Salemi Nino Caradonna. Subito dopo ha preso la parola il segretario degli Artigiani Gianni Armata, tracciando a braccio una esauriente relazione, con la quale ha illustrato i punti essenziali delle rivendicazioni. Che così si possono sintetizzare: modifica della delibera n. 34 del 13.11.2013 che si occupa del regolamento della Tares. Più precisamente è stato richiesto: a) la sospensione e la proroga del pagamento delle bollette Tares del 2013; b) la reintroduzione delle riduzioni ed esenzioni tariffarie della Tares 2013; c) l’esenzione della Tares 2013 relativa ai locali artigianali e commerciali in cui si riproducono rifiuti speciali, già assoggettate allo smaltimento con ditte autorizzate. Inoltre: la modifica della delibera n.36 del 13.11.2013 ( ricalcolo delle tariffe Tares 2013 alla luce della verifica del piano finanziario redatto dall’Ato Belice in liquidazione che fissa in 1.798.464 il costo totale del servizio. Una enormità! Ma c’è anche la richiesta delle agevolazioni sulla TARI 2014, tenendo conto delI’ISEE del nucleo familiare e la sospensione delle bollette Tares dell’anno 2013; l’esenzione della TARI 2014 E TARES 2013 per i locali artigianali, dove si producono rifiuti speciali in possesso di contratto con ditte autorizzate per lo smaltimento; la riduzione della TARI per la raccolta differenziata e smaltimento tramite compostiera e in base alla capacità contributiva delle famiglie (Isee); la revisione delle tariffe e delle aliquote adeguate alla realtà locale; l’applicazione riduzionaIe della Imposta Unica Comunale (TASI, TARI E IMU) previste dalla legge di stabilità 2014; la rivisitazione del valore degli immobili in base al valore di mercato e seguito della riforma del catasto; l’applicazione dell’aliquota IMU e TASI ai valori minimi; la riduzione degli oneri di urbanizzazione per cambio di destinazione d’uso in esercizi commerciali nel centro storico; l’ottimizzazione dello sportello unico per le imprese; la riduzione dell’addizionale comunale; lo snellimento delle pratiche; il sostegno ai consorzi FIDI per l’accesso al credito agevolato ed infine la questione delle insegne e delle tabelle, la cui soluzione non è certamente quella della repressione attraverso multe salatissime. Ed infine la proposta d’istituire un tavolo tecnico permanente tra i rappresentanti del Comune e le Organizzazioni di Categoria e sindacali. Proposta subito accettata dal prefetto Basile. L’assemblea ha registrato una presenza piuttosto notevole e attenta di cittadini che stipavano al completo la sala. Diversi gli interventi dei convenuti. Il presidente dell’Associazione “pro Centro storico” Salvatore Grillo ha puntato il dito contro la ditta Gemmo che si è occupa della pubblica illuminazione. Colpevole, a suo dire, di non avere iniziato dal Centro l’opera di riqualificazione dei punti luci, così come aveva promesso. Ma Grillo è andato oltre, affermando provocatoriamente “che non è obbligatorio occuparsi del Centro Storico, si può anche decidere di abbandonarlo al suo triste destino..” Pochi i politici in sala. Nel taccuino abbiamo annotato la presenza del vicesegretario del Pd Roberto Benenati, di Nino Scimemi, già repubblicano gunnelliano, poi candidato al Senato con Mastella e nel passato più recente vicino al senatore d’Alì; l’ex consigliere comunale di maggioranza del periodo di Vittorio Sgarbi Andrea Russo. Che, prendendo la parola e rivolgendosi al Prefetto con toni piuttosto coloriti, impropriamente parlando a nome di tutti i salemitani, ha minacciato la consegna dei bollettini della spazzatura da parte dei cittadini. Si è conquistato un applauso di una parte dei presenti, compreso il presidente della Pro Loco Giuseppe Pecorella. Nessuno però ha provveduto a ricordare che, se le bollette e le tariffe sono arrivate a questi livelli insopportabili, la causa prima risiede nella scellerata gestione dell’Ato-Belice, avallata sistematicamente dall’ignavia delle amministrazioni e dei consiglieri comunali, fatta eccezione per uno sparuto drappello, succedutisi in tutti questi anni che vanno dal 2005 fino al 2010. Anni in cui hanno approvato acriticamente i conti presentati dalla Belice Ambiente. Un tentativo d’inversione di tendenza si è avuta solo quando il prefetto Falco diede l’incarico al dottore Calogero Calamia di contestare non solo i presunti debiti vantati, ma anche i costi presentati dall’ato. Clamoroso l’episodio dell’interruzione della raccolta dei rifiuti in occasione delle ultime festività di San Giuseppe. Ci sarebbe ancora un contenzioso legale in corso. Purtroppo, facendo leva sulla memoria corta, qualcuno ha tentato di fare addebitare oggi tutte le colpe alla Commissione Straordinaria. Sugli estimi catastali, che, come è noto, quelli di Salemi sono i più alti della provincia, è intervenuto Roberto Benenati, nelle vesti di dirigente dell’Agenzia delle Entrate e non di quelle politiche. “Gestiamo a Salemi un patrimonio immobiliare”- ha detto senza termini- “che spesso vale meno del costo di costruzione, con la conseguenza che ci troviamo a pagare una Imu che non esprime in termini reali il valore di mercato”. Come si vede, il tavolo tecnico che si andrà a costituire la settimana entrata ha tanta carne sul fuoco. Un lavoro molto complesso e per certi versi di alta chirurgia. Si dovranno ricercare tra le pieghe del bilancio comunale tutti gli spazi possibili per rispondere positivamente, se in tutto, almeno nelle parti più essenziali, alle richiese avanzate. Ne va di mezzo la credibilità di chi occupa i posti di responsabilità e soprattutto quella poca speranza che ancora nutre la gente di buona volontà.
Franco Lo Re